Capitolo due

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6 dicembre 2019




Due anni dopo...


Harry fa un cenno con la testa a qualcuno che gli sembra vagamento familiare, mostrando una fossetta. Ha lavorato parecchio sul suo sorriso ed è sicuro che nessuno riesce a riconoscere se è reale oppure no. Beh, quasi nessuno. Sicuramente nessuno in quella stanza riuscirà a capirlo.
Alza gli occhi verso i fili di luci appesi al soffitto della sala da ballo del River Center, che formano ampi e grandi cerchi che imitano l'aspetto di un enorme lampadario. La luce brilla sulle dita ingioiellate dei presenti, sugli orecchini e sulle collane delle donne ricche che osservano avidamente l'erede della fortuna di Selley. Non è un segreto che lui sia gay, eppure alcune persistono. Harry cerca di mantenere quasi sempre le distanze.
Se tu avessi un ragazzo... a sua madre piace ricordarglielo, sottintendendo che se avesse avuto un ragazzo avrebbe avuto meno problemi a quegli eventi, nessuno ci avrebbe provato con lui. Di solito quando la madre dice una cosa del genere è perché ha in mente un parente benestante da presentargli, oppure il nipote di un governatore, il foglio del proprietario di una catena di negozi, un informatico amico del fratello del suo chirurgo plastico.
Harry non ha nessuna voglia di iniziare una relazione. I suoi impulsi sessuali possono essere soddisfatti ugualmente anche se non trova un ragazzo. Come potrebbe mai trovare qualcuno all'altezza dell'amore della sua vita? Perché dovrebbe provarci se sa che non ci riuscirà? Tutti questi uomini potrebbero anche aver ottenuto l'approvazione di sua madre, ma lui non vuole avere assolutamente nulla a che fare con loro.
La sua famiglia può anche vedere determinati valori in questi uomini, ma non sono riusciti a capire quanto Louis fosse prezioso per lui e per tutti gli altri. Ogni bambino che Louis ha aiutato in terapia, tutti gli impiegati a cui ha regalato sorrisi, tutti gli amici a cui resta accanto ogni giorno, ogni membro della sua famiglia, tutti conoscono il suo valore. E una volta anche Harry ne è stato a conoscenza.
Quella relazione è finita anni fa. Non può annullare ciò che è stato o chi è diventato ora. Anche se a volte si sente come se fosse tornato indietro nel tempo, prima di conoscere Louis. Si sente di nuovo quel ragazzo che si è allontanato da Northwestern per tornare a casa. Il figliol prodigo di Selley. Sa però che non è vero, è andato avanti ma ha ancora del lavoro da fare prima di poter iniziare un'altra relazione.
Scuote la testa e fissa di nuovo le luci sopra di lui. Perché la sua famiglia non ha visto la sua relazione con Louis in modo positivo? Perché non ha capito che quella storia l'ha reso una persona migliore? Louis e la banda di amici, sono loro che gli hanno permesso di accettarsi e trovare un posto nel mondo. Eppure, è stato attirato di nuovo nella boscaglia piena di spine che è la sua famiglia. Non attirato, costretto. Ha più di qualche rimpianto in merito, forse Louis ha sempre avuto ragione, alla fine. No, non deve pensare a lui in quel momento.
Vede sua madre intrattenere la folla dall'altra parte della stanza sul palco improvvisato, dove verrà mostrata successivamente una presentazione di tutto ciò che la John Selly Foundation ha fatto durante l'anno. Tutto questo dovrebbe far sentire Harry orgoglioso, visto che ora è il direttore dell'azienda. Tuttavia non si sente ancora adatto per quel ruolo.
Mentre si fa strada attraverso la sala per raggiungere il bar, guarda oltre le proiezioni sul muro che sponsorizzano la sua compagnia e questo gala invernale di raccolta fondi. Uno dice, Safe as a Selley, il famoso slogan con l'icona del lucchetto in primo piano.
Si ferma più volte per chiacchierare con alcune persone; fa del suo meglio per intrattenere delle conversazioni serie e costruttive, ma non è proprio il suo forte. Ha scoperto, inoltre, che alla maggior parte delle persone piace soltanto parlare senza ricevere una vera e propria risposta, quindi Harry fa semplicemente finta di ascoltarle senza rispondere. È un buon metodo.
Appena oltre l'enorme albero di Natale ornato con decorazioni verde e bianche con il marchio Selley, qualcuno spinge un braccio attorno al suo collo. "Harry! Ce l'abbiamo fatta!"
Harry riconosce la voce del suo vice, piuttosto brillo in quel momento. "Liam, vedo che hai trovato il bar."
Liam preme un dito sulle labbra di Harry. "Shhh – non dirlo a tua madre ma hanno degli shot fantastici laggiù."
Harry sorride, il suo primo vero sorriso in tutta la serata. "Veramente? Immagino che dovrò provarne qualcuno."
"Sono verdi." Liam sussurra schioccando le labbra. "Hanno un sapore di... melone. Ci credi?"
"Non ci credo molto, ma potrebbe essere."
"Dovresti provarli per accertartene!" Liam punta il dito contro il suo petto, poi sembra perdere il filo del discorso, sempre per colpa degli shot al gusto di melone. "La mia presentazione inizierà presto, penso che tua madre stia per..."
Harry si gira per guardare il palco e vede sua madre che sale le scale per raggiungere il microfono. Lui si dirige verso il bar per prendere un bicchiere di champagne e brindare al successo della fondazione. Si volta verso il palchetto appena in tempo per vedere sua madre lanciare un sorriso scintillante alla folla di fronte a lei, il suo abito nero che luccica sotto le luci del locale.
"Benvenuti al gala invernale della John Selley Foundation, io sono Anne Selley, CEO della compagnia. Sono così felice che tutti voi abbiate potuto partecipare a questo evento nonostante la neve e il ghiaccio di stasera. È un tipico inverno del Midwest, quindi suppongo che tutti siamo ormai abituati al freddo. L'unico verde che vedremo fino a marzo è quello dei nostri trattori che tolgono la neve."
Alcune risate risuonano nella sala.
"Vorrei iniziare presentando due membri del consiglio della fondazione. Mio figlio e direttore dell'azienda, Harry Styles, e il vicedirettore, Liam Payne."
Fa una pausa per permettere alle persone di applaudire. Harry annuisce verso le persone intorno a lui che l'hanno notato e riconosciuto. Non sa dove si trovi Liam, ma spera che non sia già troppo brillo visto che la serata è appena iniziata.
"Il nostro obiettivo come compagnia è stato quello di essere il catalizzatore del cambiamento che desideriamo vedere nel mondo, in particolare concentrando le nostre risorse sulla risoluzione della fame nel mondo, la crescita dell'educazione e lo sviluppo delle nostre comunità. Nel corso degli anni abbiamo costantemente contribuito a far fonte alla sfida di nutrire il mondo attraverso i nostri prodotti e servizi. Con l'aumentare della domanda di cibo, stiamo lavorando per migliorare la sostenibilità delle piccole aziende agricole aumentandone la produzione e l'uso della meccanizzazione. Supportando dei programmi in Africa e in Asia, abbiamo migliorato le capacità agricole e commerciali che hanno portato ad un aumento della produttività e del reddito per molte persone, oltre a contribuire a migliorare la qualità e la quantità di cibo, con conseguente aumento delle entrare e del potere economico."
Le fotografie di diversi agricoltori vengono proiettate in quel momento dietro il muro dove sta parlando sua madre.
"Un altro aspetto dei nostri servizi filantropici è l'educazione dei giovani. Continuiamo a sostenere gli sforzi che devono compiere i giovani per riuscire a studiare e laurearsi, soprattutto a conseguire lauree in ingegneria e informatica, che sono fondamentali nel mondo odierno. Naturalmente, forniamo anche borse di studio per coloro che sono interessati a perseguire lauree negli studi agricoli."
Fotografie di studenti di scuole superiori e del college vengono proiettate sul muro.
"Ci concentriamo anche sullo sviluppo delle comunità in cui John Selley & Company è presente e, ovviamente, la nostra città ha la precedenza essendo la sede della nostra compagnia. Coltiviamo comunità domestiche economicamente fiorenti e vivaci, rafforzando l'ambiente imprenditoriale e supportando le reti di sicurezza sociale necessarie per lo sviluppo delle nostre comunità."
Harry fissa le foto delle varie attività commerciali che passano sullo schermo, luoghi che conosce perfettamente. Negozi di alimentari, rifugi per senzatetto, Planned Parenthoos, ARC, Gilda's Club, RiverAction, Gigi's, Playhouse, Autism Society e – eccolo – il Quint Cities Therapy Center. La palestra terapeutica è un pugno nello stomaco per Harry. Quante volte ha visto Louis in quella palestra a lavorare? Vorrebbe aver saputo prima che un giorno non sarebbe più stato in grado di vederlo, almeno avrebbe dato un'occhiata in più a Louis nel suo elemento.
"E ora abbiamo un breve video di ringraziamento preparato dal nostro assistente alla regia della Selley Foundation, Liam Payne. Grazie ancora per la vostra incredibile generosità da parte di tutta la fondazione, nonché di tutte le persone straordinarie che vedrete sullo schermo fra poco."
Un forte applauso conclude il discorso di sua madre, quindi Liam si prepara a far partire il video sul muro.
Harry non sa cosa aspettarsi, non si è aspettato sicuramente un video con suoni e musica. È bello, in un certo senso, ascoltare le voci di tutte le persone di tutto il mondo che li ringraziano, nelle loro lingue native. Riconosce alcuni dipendenti delle aziende locali senza scopo di lucro della sua città, e sorride vedendo la risata meravigliosa di Jenna di RiverAction, il sorrisetto timido di Miles del negozio di alimentari e quello educato di Audrey del Gilda's Club. Capisce quello che sta per accadere poco prima che accada. Che stupido non averci pensato prima, E' sicuro che sua madre non ha avuto il tempo di vedere prima il video, altrimenti avrebbe fatto togliere quella parte. Liam non sa chi sia Louis, se lo avesse saputo non lo avrebbe inserito.
Il cuore di Harry batte all'impazzata mentre i suoi occhi guardano avidamente i volti che appaiono di fronte a lui. Attraverso un'immagine proiettata su un muro, Louis sorride dolcemente, circondato da bambini con cui lavora e da altri terapisti pediatrici. Indossa la maglietta della clinica di un blu brillante che in qualche modo fa spiccare ancora di più i suoi occhi, e fa una faccia buffa prima di mostrare un pollice in su insieme al bambini accanto a lui.
Le immagini spariscono troppo presto. Harry vorrebbe urlare per riportarle indietro, per dargli un'altra possibilità di ammirare quello che ha perso definitivamente. Al contrario, si gira di nuovo verso il bar. "Prendo un altro bicchiere di champagne."
"Certo, signor Styles."
Ordina un terzo bicchiere non appena sente le lacrime risalirgli negli occhi, poi un altro ancora. Non riesce ad ubriacarsi abbastanza velocemente, deve riuscire a far sparire quell'immagine dalla sua testa. Non può fare nulla per tutti i tatuaggi sul suo corpo che lo legano ancora a Louis, ma forse può riuscire a dimenticare tutto il resto, almeno per quella notte.
La gente lo raggiunge per congratularsi con lui, all'inizio riesce a ringraziarli ma dopo un po' gli risulta difficile anche solo tenere gli occhi aperti. Le luci della sala lo stanno stordendo, non beve alcol da più di un anno ormai e stasera ha esagerato.
Appare Liam al suo fianco ma non riesce a seguire quello che sta dicendo, si limita soltanto a ridere. Ad un tratto c'è sua madre di fronte a lui. Da dove è arrivata? Quell'altra è Gemma, per caso? Lo spera perché gli mette la testa sulla spalla, senza pensarci due volte. È troppo difficile restare in piedi in quel momento. Sua madre sta dicendo qualcosa, ma non la capisce.
Pezzi di parole e frasi arrivano al suo cervello annebbiato, senza capirci nulla. "E' pieno di persone – Harry – hai bevuto – non pensarci nemmeno – Gemma – rimandalo a casa.
"Casa?" pensa subito ad una bussola disegnata sulla sua pelle che punta sempre a casa.
"Si, Gemma sta chiamando un Uber che ti riporti a casa."
Non ricorda nemmeno di essere salito in macchina, all'improvviso si trova sul sedile posteriore di un uber mentre guarda fuori dal finestrino. Riconosce River Drive e l'acqua nera del fiume Mississippi che lo guarda minacciosamente. Senza un pizzicore sulla parte posteriore del collo, una brutta sensazione, una premonizione di qualche tipo, anche se più tardi sicuramente non se lo ricorderà.
Stanno attraversando un incrocio e riesce a vedere l'auto che scivola sul ghiaccio dirigendosi verso il semaforo. Quando pensa di mettersi ad urlare è già troppo tardi. Tutto diventa nero.





7 dicembre 2019



Dopo cena, Louis si getta sul divano e alza i piedi. Stuart si avvicina e si distende tra il divano e il pouf, stringendosi al suo corpo. Forse pensa di essere molto più piccolo di un labrador color panna. Louis accarezza distrattamente la testa di Stuart mentre apre il libro che sta leggendo, Harry Potter e la camera dei segreti. Rilegge l'intera serie ogni anno a Dicembre, è il suo piccolo rituale prima delle vacanze natalizie.
Passa un'ora tranquilla, quindi sospira profondamente e chiude il libro. Dovrebbe davvero iniziare a prepararsi per la serata. Zayn sta cenando con la sua famiglia, ma quando tornerà a casa, vorrà usare il bagno per mettersi a posto i capelli. Louis farebbe meglio a prendersi il bagno fin quando è libero.
Stasera devono uscire con i loro amici e il consiglio dell'Autism Society per bere un drink insieme e celebrare la grande donazione che è stata fatta al centro terapeutico. Uscire per un drink, di solito, non è la sua idea di divertimento, a meno che non sia una birra con Niall al pub. Questa sera, invece, andranno in un bar di lusso in centro, quindi per lui sarà un vero calvario. Dio solo sa cosa lo convincerà a bere Niall per farlo ubriacare e divertire.
Stuart lo segue nella camera da letto e si arrampica sul materasso mentre Louis inizia a fissare l'armadio e a tirare fuori maglioni e camicie, cose che ormai non indossa quasi più. Tira fuori un morbido maglione marrone a cui non sono legati troppi ricordi e un paio di jeans scuri che pensa che possano andar bene per questo tipo di eventi e si dirige in bagno.
E' davanti allo specchio sopra al lavandino, mentre cerca di sistemarsi i capelli spettinati. Sono troppo lunghi, al momento. Dovrebbe davvero tagliarseli piuttosto che usare prodotti su prodotti per cercare di farli stare a posto senza che gli ricadano sul viso.
Fissa per qualche istante il suo riflesso allo specchio e pensa di essere davvero un bel ragazzo. Non è ancora sicuro di avere ripreso le forze al cento per cento, ma è bello sembrare di nuovo il vecchio se stesso. Gli ci è voluto un bel po' per guarire, ha trascorso molto tempo a guardarsi allo specchio vedendo uno sconosciuto con gli occhi stanchi e gli zigomi troppo affilati per il suo viso. Ammette che manca ancora qualcosa nel suo viso per sembrare totalmente felice e appagato, ma non vuole pensarci in quel momento. Cerca di reprimere il passato in un angolo della sua mente, anche se questa sera non riesce a fare a meno di pensarci.
Nessuno chiede mai perché la John Selley Foundation si sia interessata improvvisamente alla Autism Society e al loro centro terapeutico, e lui non ha mai detto nulla a riguardo. Zayn e Niall, probabilmente, ne parlano alle sue spalle. Cerca di non pensare a cosa possa significare; se serve semplicemente per dare una buona pubblicità alla John Selley & Company, oppure se sotto c'è un altro motivo a lui sconosciuto.
Il suo telefono vibra sul bordo del lavandino, Louis non si aspetta di vedere il nome di Zayn sul display.
"Ehi, tutto bene?"
"Sei a casa?" domanda Zayn con tono serio.
"Si, certo. Perché?"
"Sto arrivando. So che non parli più di lui ma..."
Louis osserva il suo riflesso nello specchio, lo sguardo angosciato per quello che Zayn potrebbe dirgli. Perché dovrebbe voler parlare di Harry proprio adesso? "Di cosa stai parlando?"
"Lou- Harry ha avuto un incidente."
Non è sicuro se Zayn stia continuando a parlare o meno. Se lo fa, lui non lo sente. Tutto ciò che riesce a sentire è un ronzio nella testa, come se il suo cervello avesse iniziato a produrre rumore bianco.
"Lou? Louis? Ci sei?" esclama Zayn.
"Che cosa hai detto?"
"Mi hai sentito?"
"Non lo so. Hai detto – hai detto – un incidente." La sua voce è flebile, come se non riuscisse a produrre correttamente le parole. Si attaccano alla lingua mentre cerca di farle uscire fuori.
"E' vivo." insiste Zayn in fretta. "Almeno per ora. Lo stanno dicendo in tutti i notiziari."
Louis si muove velocemente verso il soggiorno, tuttavia lo spostamento repentino gli provoca una fitta di nausea e mal di stomaco. Sente Stuart abbaiare mentre corre attraverso l'appartamento, ma è come se lo sentisse provenire da molto lontano.
Armeggia con il telecomando mentre cerca di inserire il canale per vedere le ultime notizie. Inserisce il 704 e trova una donna che sta parlando dell'aumento dei prezzi nell'agricoltura. Cambia canale e mette sul 706, le immagini sullo schermo mostrano un'auto ribaltata sulla schiena, totalmente schiacciata. Riconosce lo sfondo, l'auto si trova vicino al fiume Mississippi.
Sicuramente è successo sulla via di casa. La macchina tuttavia non sembra quella di Harry, non è abbastanza costosa o di lusso, ma così schiacciata è difficile poterlo dire. Louis riesce finalmente a percepire la voce del giornalista e a registrare le parole nella sua testa.
"Ultima notizia, nella contea di West Island, il ponte River Drive è stato chiuso mentre gli investigatori cercano di ricostruire la scena raccapricciante di un incidente fra due auto a causa del ghiaccio presente sulle strade stanotte. Due persone hanno perso la vita e una è rimasta gravemente ferita e trasportata subito all'ospedale più vicino. Abbiamo la nostra inviata, Amanda Gutierrez, sulla scena."
Il filmato mostra una donna dai capelli scuri davanti ad un'auto della polizia. Louis fa del suo meglio per ascoltarla, il sangue che gli pompa forte nel corpo e gli rimbomba nelle orecchie.
"Bene, River Drive è bloccato da Main Street a Bix Street. Ho parlato con una donna che è arrivata sulla scena pochi istanti dopo l'incidente. Una persona è stata catapultata fuori dal veicolo e lei e altre persone si sono fermate per prestare aiuto e controllare se i tre uomini coinvolti respirassero ancora. Entrambi i conducenti delle auto non hanno mostrato nessun segno di vita, ma il terzo, un passeggero, è stato portato subito via da un'ambulanza. Da una delle nostre fonti possiamo dire che l'uomo coinvolto nell'incidente e ora in condizioni critiche è Harry Styles, erede della John Selley Fundation e attuale direttore. Ieri sera si è tenuto il gala invernale della fondazione presso il River Center, si pensa che stesse tornando a casa con un Uber..."
Louis pensa di essere sotto shock. Sente le braccia e le gambe intorpidite e tutto sembra confuso, come se si trovasse in un sogno, anzi no, un incubo. Fra poco si sveglierà e tutto sarà finito. Stuart emette un guaito ai suoi piedi.
La porta dell'appartamento si apre e si chiude subito dopo. "Lou?" Gesù, amico. Stai bene? Improvvisamente hai smesso di parlare al telefono."
Louis si guarda intorno, confuso. "Devo averlo dimenticato in bagno."
Una pubblicità appare sullo schermo della televisione, Louis la guarda, sorpreso e sconvolto allo stesso tempo. Un uomo si trova accanto ad un SUV di lusso con un gigantesco fiocco rosso sul parabrezza, mentre una neve fitta cade intorno a lui. Zayn recupera il telecomando e spegne la televisione, lo getta sul tavolo e si siede accanto a lui sul divano.
"Louis, stai bene?"
"Uhm..." Louis si sente sul punto di vomitare. "Onestamente, no."
Zayn socchiude gli occhi con uno sguardo preoccupato. "Andrai a vederlo?"
"Per dirgli cosa?" chiede Louis, impotente. "Ci siamo lasciati due anni fa e sembra che..." le parole gli rimangono in gola, non riesce a pronunciarle senza avere un attacco di panico. "Sembra che non sia cosciente."
Zayn appoggia la testa sul cuscino del divano e fa un sospiro profondo, mentre si passa una mano tra i capelli. "Si ma Louis... lui è, lo sai..."
"Cosa?" Louis vuole disperatamente sapere la risposta dell'amico.
"E' Harry." sussurra Zayn.
Louis si passa una mano sul viso. "Si, è Harry."
"Sai, penso sia un grandissimo bastardo, ma non vorrei mai che gli capitasse qualcosa di brutto."
"Immagino sia lo stesso per me." sbuffa Louis emettendo una risatina nervosa. "La sua famiglia non mi vorrà lì."
Zayn mette su un'espressione seria e dura. "Chissenefrega di ciò che vogliono loro. Fai quello che pensi sia meglio per te, Lou. Per te e per lui."
È sicuro che anche Harry non lo vorrebbe lì con lui. Sente il suo corpo sprofondare ulteriormente nel divano. Non parlano da tanto tempo, lui e Harry. Sicuramente il riccio non vorrebbe svegliarsi e vederlo di fronte a lui, soprattutto non dopo la loro ultima litigata. Sempre se Harry si sveglierà...
Louis scuote la testa cercando di togliere quel brutto pensiero dalla sua mente, improvvisamente sente il principio di una forte emicrania.
Non importa quanto il suo istinto gli dica di salire in macchina e correre all'ospedale, sa che non può farlo. Non ha più il diritto di presentarsi da Harry e preoccuparsi per lui come se fossero ancora una coppia.
"Vuoi che stiamo a casa, stasera?" chiede Zayn, guardandolo attentamente.
"Stasera..." Louis ha dimenticato che devono uscire con gli amici. Abbassa lo sguardo sul maglione e sui jeans, sembrano essere passati secoli da quando si è vestito bene l'ultima volta. Il suo abbigliamento, in quel momento, è così diverso dalla semplice t-shirt e pantaloni della tuta che indossa ogni giorno per andare a lavoro, ora quei jeans e quel maglione gli si attaccano alla pelle in un modo fastidioso. Vorrebbe toglierseli all'istante.
Si alza bruscamente dal divano e Stuart si muove abbastanza velocemente per evitare di essere calpestato.
"Mi dispiace." Sussurra al suo cane, poi si rivolge a Zayn. "Posso essere pronto in cinque minuti."
Zayn sembra allarmato e Louis si domanda cosa ha detto di male affinchè l'amico lo guardi in quel modo. "Lou, davvero, non penso che dovremmo..."
"Dobbiamo. È importante che i membri del consiglio sappiano quanto siamo grati per il loro supporto." Forse sta cercando di convincere se stesso, più che Zayn. "Come spiegheremmo il fatto che non ci siamo presentati perché il mio ex ragazzo ha avuto un incidente stradale?"
"Lou, non è che non lo sappiamo già. Lo sanno tutti, ormai."
"Sapere cosa?" chiede bruscamente Louis, anche se conosce già la risposta.
"Sappiamo tutti perché riceviamo queste donazioni." Afferma Zayn.
"Oh, davvero? Ne parlano tutti, quindi?" Louis odia il tremito nella sua voce.
"Non è necessario, è così fottutamente ovvio che per lui non sei soltanto un ex ragazzo." Zayn si alza dal divano. "Ma se non vai in ospedale, hai ragione, dovremmo uscire con gli altri. Semmai ti impediremo ti strapparti i capelli per la disperazione."
"Cosa vorresti dire?"
"Vai a guardarti allo specchio, Louis." replica l'amico.
Zayn cammina verso la sua camera da letto e chiude la porta. Louis torna in bagno con Stuart alle calcagna. Il suo telefono giace nel lavandino dove, apparentemente, lo ha lanciato in fretta e furia prima di accendere la televisione. Guarda di nuovo il suo riflesso nello specchio e vede ciò che ha visto Zayn. Ha il viso pallido e gli occhi lucidi, i capelli che si è sistemato qualche minuti prima con tanta cura ora sono tutti spettinati, come se li avesse tirati con le dita. Onestamente è un po' spaventoso.
Si toglie il maglione e lo getta a terra, per poi guardare il suo riflesso, l'inchiostro nero intenso sulla sua pelle che crea ancora una sorta di connessione con il corpo di Harry. Il suo telefono vibra accanto a lui.
"Mamma?" risponde con voce rotta.
"Lou? Stai bene? Non hai risposto a nessuno dei miei messaggi, so che sei impegnato stasera ma..."
Dio, giura di non essersi nemmeno reso conto di aver ricevuto dei messaggio, forse il suo corpo è diventato insensibile come la sua mente e non si è accorto della vibrazione del cellulare accanto a lui.
"Si mamma. Voglio dire, non sono io quello che..."
"Lo so dolcezza, tutto quello che so è quello che ho visto in televisione. Hai chiamato qualcuno? Sai altro?"
Louis espira profondamente. "No, non so nient'altro. Io- non ho chiamato nessuno. Non credo di avere il diritto di farlo."
Ed è come se le crepe della sua diga si spezzassero proprio in quel momento. Le lacrime scivolano sulle sue guance mentre si accartoccia su se stesso. Sua madre resta al telefono con lui, dicendogli parole di conforto, fino a quando non si calma. Le lacrime spazzano via lo shock e l'intorpidimento, lasciando dietro di loro soltanto paura e incertezza. Alla fine saluta sua madre con la promessa di provare a dormire qualche ora e richiamarla domani. Quando cade in un sonno agitato, sogna soltanto un paio di occhi verde chiaro, luccicanti come le stelle.








13 dicembre 2019



Una settimana dopo...

Harry sente le palpebre pesanti, le sbatte incerto mentre cerca di aprire gli occhi. Sente qualcosa.
Voci. Rumori. Bip.
Poi c'è soltanto dolore.
Sente dolore sul braccio, sulla spalla e sul petto. La sua testa sembra in fiamme. Ansima, gli fanno male i polmoni come se non avesse mai respirato prima di quel momento.
Altri bip. Molti bip.
Altre voci. Rumori.
Cerca di nuovo di aprire gli occhi, questa volta ci riesce.
Le luci sono luminose. Troppo luminose. Gli fanno male gli occhi, quindi li richiude.
Non riesce a vedere nulla, ma le voci, i rumori e i segnali acustici diventano via via sempre più forti e invadenti. Cerca di riaprire gli occhi, deve capire cosa sta succedendo.
Adesso la luce è meno forte, vorrebbe poter dire a tutti di spegnere quelle maledette luci. Non riesce a tenere le palpebre aperte per più di mezzo secondo.
E' così stanco, ma vuole lo stesso provare a capire dove si trova.
Apre le palpebre, vede sua sorella, suo padre, un camice bianco, una macchina, dei tubi, il soffitto, sua madre...
Chiude di nuovo gli occhi. Perché sua madre è lì con lui?
È troppo stanco per pensarci. Louis.
Dov'è Louis? Si sforza di nuovo di aprire gli occhi. Si aprono e si chiudono rapidamente ma non riesce a trovare Louis nella stanza. Dove è andato? Non riesce nemmeno ad aprire le labbra per articolare un suono.
E' troppo stanco. Richiude gli occhi, non ce la fa più.
Ha bisogno di dormire.



I rumori ritornano e lo svegliano improvvisamente. Sente il dolore attraversargli tutto il corpo, ma vuole restare sveglio. Non vuole arrendersi, almeno non ancora.
Lotta per aprire gli occhi e tutto ciò che vede sono nuovamente quelle fottute luci che lo accecano. Infine riesce a vedere Gemma che guarda fuori dalla finestra. Sembra essere l'unica persona nella stanza.
Perché sua sorella è qui con lui?
Louis. Dov'è Louis?
I suoi occhi vedono delle attrezzature mediche. Un ospedale. Si trova in ospedale e sente dolore da ogni parte. Cosa cazzo è successo?
I segnali acustici iniziano ad aumentare e Gemma si volta immediatamente verso di lui.
"Harry?" si precipita al suo fianco. "Harry, merda! Sei sveglio! Resta sveglio per favore, per favore- solo..."
Gemma corre verso la porta della stanza e la apre. "Infermiera! Abbiamo bisogno di un dottore, è di nuovo sveglio! Harry è sveglio! Qualcuno venga subito!"
Le urla della sorella lo fanno sentire ancora più male. Il segnale acustico è forte e fastidioso. Prova ad emettere un suono, vuole dire a Gemma di smetterla di urlare.
Un'infermiera si precipita vicino al letto e inizia a controllare gli organi vitali, o qualcosa del genere. Non è sicuro di quello che sta facendo, sta cercando qualcosa. Una luce viene puntata nei suoi occhi e sussulta improvvisamente. Cos'è adesso questa orribile luce?
Vorrebbe poter dire a qualcuno che gli fa male il braccio, e la spalla. Inoltre sente malissimo al petto, anche se forse la cosa peggiore è la testa.
Le persone stanno parlando con lui ma non riesce ad ascoltarle. Le loro voci si fondono insieme, sente soltanto un ronzio continuo. Tutto sembra sfocato, il suo stesso respiro è strano. Prova di nuovo ad aprire gli occhi, Gemma sta parlando con l'infermiera mentre agita le braccia come un ossessa, poi sua madre varca la porta.
Harry chiude gli occhi. Forse se finge di dormire, lei se ne andrà. Sente la sua voce e vorrebbe trovare l'energia necessario per alzare gli occhi al cielo. Tuttavia li riapre per cercare Louis nella stanza, ha bisogno di guardarlo in faccia, poi si sentirà meglio.
Lui non è qui. Dov'è? Suo padre entra nella stanza insieme ad una donna dal camice bianco. Forse un dottore. Stanno tutti parlando e lui sente soltanto un dolore sordo alla testa. Il ronzio delle loro voci è terribile. Vuole tenere gli occhi aperti così non si perderà il momento in cui Louis entrerà nella stanza. Non funziona, è troppo stanco, deve dormire.



I rumori sono tornati, li odia così tanto. Bip e ronzio. Non vuole aprire gli occhi se poi arriveranno altri rumori. Le voci delle persone torneranno a spaccargli i timpani, e Louis non ci sarà. Apre gli occhi per accertarsene, Gemma è ancora alla finestra. Chiude di nuovo gli occhi, sente altri rumori. Una porta che si apre, altre voci, riapre gli occhi e questa volta sono tutti intorno al suo letto.
"Harry?" dice Gemma ad alta voce. "Vado a chiamare mamma!"
Vorrebbe dirle di non farlo, le sue orecchie piangono quando sente delle urla in corridoio. Tuttavia c'è ancora qualcuno all'interno della stanza.
Il volto di una donna che non riconosce appare improvvisamente vicino al suo. Ha un sorriso raggiante, come se fosse assolutamente contenta di vederlo. "Salve, signor Styles. Sono la dottoressa Ahmad, la tua neurologa. Come ti senti?"
Harry vorrebbe riuscire a parlare, ma le voci forti fuori dalla porta gli fanno venire mal di testa. Chiude di nuovo gli occhi.
"Come ti senti?" La dottoressa Ahmad parla abbastanza forte che Harry riesce a percepire la sua voce oltre tutte le altre.
Le voci si fermano all'improvviso poi ricominciano quando non risponde.
"Hai avuto un incidente, signor Styles. Ecco perché sei in ospedale. Mi aspetto che tu stia soffrendo parecchio. Riesci a sbattere le palpebre tre volte se senti molto dolore? Solo due volte se senti abbastanza dolore e una volta sola se non senti dolore."
Harry sbatte le palpebre tre volte. La donna sorride. "Ti sento forte e chiaro, signor Styles."
Si avvicina un'infermiera e la dottoressa le da alcune indicazioni. L'infermiera inietta qualcosa in un tubicino presumibilmente collegato a lui, anche se in quel momento non riesce a vedere quasi nulla.
La faccia della dottoressa Ahmad è tornata. "So che mi senti, signor Styles. Non preoccuparti di parlare in questo momento. Ti dirò cosa sta succedendo e poi ti lascerò riposare. Puoi sbattere le palpebre due volte se capisci quello che sto dicendo?"
Harry sbatte le palpebre due volte e la donna sorride di nuovo. "Benissimo. Signor Styles, due settimane fa ha avuto un grave incidente. E' rimasto in coma per circa una settimana e incosciente per alcuni giorni. Le lesioni sono gravi, ma devo dire che sono contenta che tu possa comunicare con me anche dopo aver subito una commozione cerebrale e un trauma cranico. Le altre lesioni fisiche sono state meno gravi, hai delle fratture alle costole per aver indossato la cintura di sicurezza, anche se posso assicurarti che indossarla ti ha salvato la vita."
Una settimana. Fanculo. Louis deve essere impazzito. Ecco perché prova tanto dolore, ora ha finalmente capito cosa gli è successo. Potrebbe quasi sentirsi meglio se ci fosse meno rumore nella stanza. Harry sposta gli occhi verso la sua famiglia, intenti a discutere tra loro. La dottoressa Ahmad segue il suo sguardo.
"Si ci sono anche loro." comincia a sussurrare la donna. "Devo chiedergli di andarsene? Due volte per si, una volta per no."
Harry sbatte le palpebre almeno una decina di volte.
Lei annuisce. "Sarà fatto."
La dottoressa si schiarisce la gola. "Il signor Styles dovrebbe riposare adesso. Devo insistere affinchè nessuno entri nella stanza per le prossime ore, ovviamente verrete chiamati quando si sveglierà di nuovo e si sentirà pronto per ricevere ospiti."
Harry si sente sempre più assonnato.
"Ma si è appena svegliato!" urla Gemma ed Harry vorrebbe poter coprirsi le orecchie per non sentirla. "Non può dormire di nuovo."
"Sta soffrendo." Spiega la dottoressa. "Gli ho dato altri antidolorifici che presumibilmente lo renderanno ancora più assonnato di quanto non sia già."
Sua madre si fa avanti e stringe il braccio di Gemma. "Va bene, Harry saremo in fondo al corridoio. Facci sapere se hai bisogno di qualcosa."
Harry non riesce a rispondere, è chiaro che ha diversi problemi nel formulare parole e frasi. Probabilmente è una fortuna che non riesca a dire ciò che vorrebbe dire.
Louis non è ancora apparso e teme che la sua famiglia lo stia trattenendo al di fuori della stanza. Anche se questo sarebbe un po' troppo anche per loro. Vorrebbe poter dire alla dottoressa di lasciar entrare il suo fidanzato, sicuramente si trova in fondo al corridoio nella sala d'attesa. È un po' difficile spiegare a qualcuno di far entrare nella stanza il proprio ragazzo quando tutto ciò che riesci a fare è sbattere gli occhi.
Fanculo. I presenti iniziano a muoversi verso la porta ed Harry sente il nome di Louis esplodergli nella testa. Che cazzo c'è che non va nella sua famiglia? Perché non lo fanno entrare? Sanno che Harry ha bisogno di lui, soprattutto in questo momento critico.
La mano di sua madre è sulla maniglia della porta quando Harry sente la pressione accumularsi nella sua testa, nella bocca e sulla lingua. "Nghhhll – Lou-" cerca di pronunciare.
Sua madre si volta immediatamente verso di lui. Gemma si avvicina al suo fianco. "Hai detto Louis?"
Sbatte le palpebre due volte.
"Ha sbattuto le palpebre due volte, quindi significa si. Chi è Louis?" chiede la dottoressa.
"Il suo ex ragazzo." Risponde Gemma, inarcando le sopracciglia.
Perché sua sorella dovrebbe dire una cosa del genere? Vuole gridare a tutti di andarsene e far entrare Louis. Sbatte nuovamente le palpebre due volte, desiderando che la dottoressa Ahmad lo capisca al volo.
Il segnale acustico sta diventano forte e veloce, la dottoressa spinge tutte le persone fuori dalla stanza prima di tornare da lui. "Va tutto bene Harry, calmati. Stai calmo. Hai bisogno di riposo, devi guarire."
Sbatte le palpebre furiosamente.
Lei sembra capire. "Ti prometto che vedrò cosa posso fare."
L'ultima cosa che vede Harry è il volto della donna non troppo felice. Vorrebbe poter rimanere sveglio abbastanza a lungo per dirle che capirà tutto quanto non appena incontrerà Louis. Louis non è come la sua famiglia. È sicuro che Louis le piacerà.








20 dicembre 2019


Louis non ha dormito bene la scorsa notte. Sono passate alcune settimane da quando è riuscito a dormire una notte intera, non è riuscito a scrollarsi di dosso la sensazione di aver sbagliato. Ogni giorno e ogni notte, da quando ha ricevuto la notizia dell'incidente di Harry, si è domandato spesso se dovesse andare a trovarlo oppure no.
Si è diffusa la voce che Harry è in coma; la sua famiglia l'ha annunciato la scorsa settimana al notiziario tramite un portavoce ufficiale delle pubbliche relazioni, il quale ha detto che il signor Styles non ha ancora ripreso conoscenza. Non è un buon segno, Louis lo sa. Sa anche che sarebbe inutile presentarsi in ospedale.
Harry non capirà nemmeno che è lì con lui, probabilmente la sua presenza farebbe soltanto arrabbiare la famiglia del riccio. Sicuramente la madre di Harry non sarebbe felice di rivederlo. È sicuro che dopo la loro rottura, Anne Styles ha sognato di far sposare il figlio con un socio in affari, così che avrebbero potuto giocare tutti insieme a golf o andare alle Hawaii in vacanza.
Louis non tiene sotto controllo la vita di Harry, ma è difficile non avere notizie su qualcuno della sua importanza. In ogni caso, il riccio non sembra essersi ancora accontentato delle scelte di sua madre, non che ciò gli importasse davvero, non sono più affari suoi. Anche se ciò significa che nessuno sarà in ospedale con Harry tranne la sua famiglia e chiunque siano i suoi amici in quel momento.
Si ferma in un parcheggio vicino alla clinica e vede l'enorme ospedale incombere appena oltre la recinzione che lo separa dalle altre cliniche circostanti. L'ospedale è un edificio alto e grigio, se uno non vedesse il cartello con la scritta "Aurora Medical Center" si potrebbe quasi confondere con un quartier generale di una qualche azienda internazionale. L'unico edificio più grande nei dintorni è la sede della John Selley, dall'altra parte della città.
Mentre Louis indugia nel parcheggio, non può fare a meno di pensare che, da qualche parte all'interno di quell'edificio, c'è Harry incosciente e ferito. Cerca di toglierselo dalla testa e sale la rampa di scale verso la porta d'ingresso della clinica.
Saluta Cynthia alla reception e potrebbe quasi giurare che la donna gli ha lanciato uno sguardo strano. Forse è solo paranoico. Si dirige verso la sua scrivania e accende il portatile da lavoro, stampando il programma della giornata. Quindi, si incammina verso la sala d'attesa per leggere il giornale mentre aspetta il suo primo paziente.
È proprio lì in prima pagina, non c'è da stupirsi che Cynthia lo stesse guardando in modo strano. Probabilmente la donna non sa che lui non ha ancora letto la notizia. Louis legge di nuovo il titolo sul giornale.
L'erede di Selley si sveglia.
Louis sente lo stomaco aggrovigliarsi e potrebbe quasi piangere per il sollievo. Non ha tempo di pensarci troppo perché la porta della clinica si apre e Tyler attraversa la reception per raggiungerlo, mentre sua madre gli intima di fare attenzione e di non correre.
Louis è così euforico dopo aver letto quella notizia che il suo sorriso deve essere ancora più grande quel giorno perché Tyler esclama. "Louis è felice oggi!"
"Lo sono, amico. Andiamo in palestra e cominciamo."
Louis quel giorno ha un programma intenso e lavora con alcuni dei suoi paziente preferiti, sviluppando l'apparato motorio, lavorando sulla scrittura a mano e sull'utilizzare forbici, cerniere e bottoni. Non si rende conto che è arrivato il momento di andare in pausa fino a quando non esce nella sala d'attesa e vede Niall.
Louis controlla l'orologio. "Ehi, non ho visto che è ora di pranzo."
"Si, andiamo da Qdoba per pranzo, Zayn ha detto che ci incontriamo lì. Immagino che anche lui sia in ritardo oggi."
Cammina all'esterno dell'edificio, anche se fa freddo ha fatto capolino dietro le nuvole e ha alzato di qualche grado la temperatura. Louis si nasconde il viso nella sciarpa mentre camminano verso la nuova macchina di Niall.
L'amico esce dal parcheggio e si immette in John Selley Road, per raggiungere la zona della città piena di ristoranti e bar.
"Quindi immagino che tu abbia sentito la notizia." Domanda Niall, mentre respira delle nuvolette bianche si formano davanti alla sua bocca. L'abitacolo non si è ancora riscaldato totalmente.
Non è sicuro di voler ammettere di sapere di cosa sta parlando Niall, ma forse è inutile fingere che per lui non sia importante. Sta parlando con Niall dopotutto, l'amico lo conosce bene. "Si, ho visto sul giornale stamattina. È sveglio il che- va bene – sono contento."
"Si." Si fermano ad un semaforo rosso, quindi Niall sposta gli occhi su di lui. "Stai bene?"
"Non sono io quello che ha avuto un incidente d'auto."
"Bene. Se vuoi parlarne io sono qui. Si tratta di Harry, alla fine."
Louis sospira profondamente. "Lo so."
"Sono davvero sollevato che stia bene." continua Niall. "Non mentirò, anche se ultimamente si è comportato da vero stronzo sono contento che si sia svegliato."
Louis riesce a sentire lacrime di sollievo pungergli gli occhi. "Si, è davvero una bella notizia."
Si fermano in un parcheggio proprio quando l'auto inizia a riscaldarsi e vede Zayn accostare al loro fianco. Il moro lo saluta calorosamente e gli avvolge le braccia attorno alle spalle per dargli un enorme abbraccio.
"Stai bene?" domanda Zayn, soffocando le parole nel cappotto di Louis.
"Si, è tutto okay."
"Sono così felice che stia bene, sai? Voglio dire, la strada per riprendersi è molto lunga, ma..."
"Aspetta, sai come sta? Hai sentito qualcuno in ospedale?" domanda Louis.
"Possiamo entrare, per favore? Mi si stanno congelando le palle qua fuori." Sbuffa Niall.
"Non posso dire niente qui." Sussurra Zayn, guardandosi intorno. Louis sa che l'amico ha ragione, anche se Harry non è un suo paziente non potrebbe comunque parlarne pubblicamente. Tutto questo non impedisce a Louis di voler sapere disperatamente cosa ha saputo Zayn.
Louis passa il pomeriggio con i suoi pazienti, quando ha finito di lavorare lancia una lunga occhiata alla facciata dell'ospedale prima di tornare a casa. Zayn quel giorno ha un programma completo in ospedale, quindi non arriverà a casa fino a sera tardi. Il sole è già basso nel cielo pur essendo pomeriggio, Louis vorrebbe avere più ore di luce durante la giornata.
Davanti alla porta di casa decide di tenere addosso il cappotto e il cappello e portare Stuart a fare una passeggiata. Camminano verso il parco e passeggiano attraverso i luoghi preferiti dal cagnolone. Il calore della giornata sembra sbiadire pian piano e Louis comincia a camminare più velocemente quando sente che il freddo della sera inizia a penetrare nei suoi abiti troppo leggeri. Attraversa nuovamente il parco, chiacchierando con Stuart di notizie futili, non appena gira l'angolo per raggiungere casa sua si congela sul posto.
La sorella di Harry è in piedi fuori dal suo appartamento, la mano ferma sulla maniglia come se stesse per bussare. All'improvviso Louis non riesce a respirare. Perché Gemma è qui? Dio no. Ha pensato che Harry sarebbe stato bene dopo essersi svegliato. Non può essere...
"Gemma." prova a dire, ma gli esce soltanto un suono strozzato.
La ragazza gira la testa verso di lui, i capelli perfettamente acconciati che oscillano sulle spalle. "Louis."
"Lui..." non riesce a dirlo. Non riesce a pronunciare nessuna parola in quel momento.
Gemma spalanca gli occhi. "No! Non sono qui perché lui – scusa. Harry sta bene. Ciò non benissimo, ma guarirà." Lo dice come se ne fosse convinta al cento per cento.
Louis si appoggia contro il muro, non gli importa che Gemma lo stia fissando incuriosita. Oggi è stata una lunga e faticosa giornata. Stuart tira il guinzaglio, cercando di salutare la nuova arrivata, tuttavia Louis tiene il guinzaglio ben stretto, è sicuro che Gemma non voglia riempire di peli il suo cappotto costoso.
La ragazza si fa da parte in modo che Louis possa aprire la porta, poi le fa cenno di seguirla. Entra nell'appartamento e tiene Stuart al guinzaglio mentre recupera una palla in soggiorno per distrarlo dal loro ospite.
"Non voglio disturbarti. In realtà, spero che tu venga con me."
"Venire con te?" chiede Louis con tono confuso.
"Spero che non ti dispiaccia che mi sia presentata in questo modo a casa tua. Sono andata alla clinica ma mi hanno detto che oggi hai finito prima di lavorare. Ho visto Niall uscire dall'ospedale e l'ho convinto a darmi il tuo indirizzo." Gemma si guarda intorno ammirando il piccolo appartamento. "E' molto carino."
Louis sbuffa. "Si, lo è." Non è nemmeno la metà dell'appartamento che una volta ha condiviso con Harry. L'intera casa sarà grande quanto una sola stanza del palazzo dell'azienda Selley.
"Davvero, è molto..." Gemma si ferma improvvisamente. "Sono venuta per chiederti un grosso favore."
Onestamente Louis non riesce a pensare quale favore potrebbe chiedergli Gemma Styles, anche se è sicuro che è qualcosa che ha a che fare con Harry. E' abbastanza diffidente nei suoi confronti da non accettare immediatamente. "Quale favore?"
"Ha chiesto di te." Gemma osserva attentamente la sua reazione.
"Cosa?" esclama Louis. Sicuramente Gemma ha capito male, Harry non può aver chiesto di lui.
"Sono qui per chiederti se vuoi venire a trovarlo. Posso portarti lì e farti superare la guardia."
"C'è una guardia?"
"Conosci mia madre, no?" sussurra Gemma.
"Giusto." Louis emette una risatina. "Sono solo sorpreso. Sei sicura che voglia vedermi? Hai detto che ha chiesto di me, ma..."
"So che gli piacerebbe vederti, Louis. Si agita molto quando si sveglia e ha chiesto di te non appena è riuscito a parlare."
"Quindi reagisce agli stimoli? Sta bene, quindi?" domanda Louis, avido nell'avere maggiori informazioni.
"Mmm si, abbastanza. Sta bene." Gemma risponde senza guardarlo negli occhi, si avvicina a Stuart per lasciargli una carezza. "So che è un po' imbarazzante, ma lui vuole vedere te. So che ora non siete più niente l'uno per l'altro, ma sono sicura che anni fa sia stato molto importante per te. Per favore."
Molto importante per lui? Sono stati insieme per sei anni. Decide di non dirlo ad alta voce.
"Verrò."
Rifiuta l'offerta di Gemma di accompagnarlo e la segue con la sua macchina verso l'ospedale. Quando ha fantasticato di andare a visitare Harry non ha minimamente pensato alla possibilità che un familiare del riccio si presentasse da lui per chiedergli personalmente di andarci. Non appena arrivano in prossimità dell'ospedale, Louis sente i nervi a fior di pelle. Mentre cammina silenziosamente nell'ingresso insieme a Gemma per poi raggiungere gli ascensori, sente l'ansia crescere nel petto. Raggiungono una porta a vetri e Gemma esita un istante. Louis sente il sangue scorrere freneticamente nelle vene, in quel momento vorrebbe semplicemente scappare via da quel posto e non tornare mai più, tuttavia la ragazza inizia ad aprire la porta prima che lui possa correre lontano.
Quando la porta si apre, sente una voce che non riconosce totalmente dire. "Louis..."
Vede brevemente la madre di Harry, Anne Selley Styles, seduta accanto al letto prima di alzarsi dalla sedia e guardare con esitazione il figlio. È un pugno nello stomaco per Louis.
La prima cosa che nota è l'espressione di Harry, il suo viso si illumina totalmente e sorride, i suoi occhi luccicano e sembra incredibilmente felice di vederlo. Louis sente che le sue gambe potrebbe cedere proprio in quel preciso momento. Tutta la confusione che ha avvertito qualche secondo prima, svanisce e diventa irrilevante quando inizia a valutare le ferite del riccio. Gli hanno dovuto tagliare i capelli ancora più corti in alcuni punti per ricucirgli il cuoio capelluto, anche se ormai stanno ricrescendo, inoltre è collegato a vari tubi e macchine poste accanto al letto.
"Come stai?" domanda Louis, mantenendo ancora le distanze ma entrando nella stanza.
Harry lo fissa con una faccia stranita e aggrotta le sopracciglia. "Louis."
"Ehi H, sono qui. Stai bene?"
"Louis, posso parlarti un momento?" si intromette Anne.
Louis preferirebbe risponderle di no, ma annuisce e nota il cipiglio sulle fronte di Harry farsi ancora più profondo, i suoi occhi rabbiosi. Anne gli prende il braccio e lo trascina fuori dalla stanza, lasciando Gemma insieme ad Harry e una scia di profumo costoso.
"Sono contenta che tu sia venuto."
"Lo sei davvero?" a Louis sembra di trovarsi in un universi alternativo in cui la famiglia di Harry lo accetta totalmente.
"Si, Harry ha chiesto di te, presumo che Gemma ti abbia convinto a venire."
Louis arrossisce vistosamente. È vero, non si sarebbe mai presentato in ospedale se non fosse stato per Gemma.
"Gemma non mi ha detto che avrebbe provato a convincerti a venire. Suppongo che hai pensato che avrei interferito, in qualche modo." Continua Anne.
Louis, onestamente, non ha idea di cosa succeda nelle teste della famiglia di Harry, quindi si limita a scrollare le spalle.
"Beh, Gemma potrebbe aver trascurato alcuni dettagli piuttosto importanti...."
Louis non ha la minima idea di cosa si stia riferendo quella donna. "Va bene?"
"Crediamo che Harry possa aver chiesto di te perché non si ricorda che vi siete lasciati."
Louis è abbastanza sicuro di aver spalancato la bocca in modo osceno. "Cosa stai dicendo?"
"Si è svegliato ieri ed è ancora molto intontito e in terapia antidolorifica. Ha iniziato a parlare soltanto oggi, tuttavia ha insistito soltanto su una cosa, vedere te." risponde Anne.
"Oh... io... non so davvero cosa dire."
"Louis, ti sto chiedendo di fingere per un po', per il suo bene. Harry è molto agitato perché non ti ha visto in ospedale, hanno dovuto sedarlo quando gli abbiamo detto che sei il suo ex ragazzo. Non sappiamo cosa gli stia succedendo. I suoi dottori non vogliono stressarlo troppo. Quindi gli abbiamo riferito che sei andato a lavoro, poi che sei andato a cercare da mangiare, poi che sei andato a casa a riposarti... continua a chiedere di te."
"Cristo." Louis sente il cuore dolorante per il fatto che Harry possa essersi sentito ferito e angosciato per la sua mancanza. La sua testa gli sta suggerendo che quella faccenda non è un suo problema. Si passa una mano sul viso. "Okay, quindi quello che mi stai dicendo è che vuoi che entri lì dentro e gli menta dicendogli che stiamo ancora insieme?"
Anne gli lancia uno sguardo accigliato. "E' la cosa migliore per lui, al momento."
"Ti piace pensare di avere sempre le migliori intenzioni, non è vero?" Louis non sa perché ha scelto proprio questo momento per dire alla madre di Harry ciò che pensa, la situazione lo sta facendo impazzire.
"E' il consiglio del medico, Louis." risponde Anne con tono freddo.
"Veramente? Sono sicuro che apprezzerà sapere ciò che hai fatto. Inoltre quando Harry ricorderà tutto come gli spiegherai tutta questa messinscena?"
"Ho bisogno della tua parola prima di farti rientrare in quella stanza. La cosa importante adesso è la salute di Harry."
Louis non le risponde, si limita semplicemente ad attraversare la porta. Il suo fastidio deve essere chiaro e leggibile sul suo viso perché Harry comincia a guardare lui, sua madre e viceversa. "Fuori!"
Louis si ferma immobile sul posto.
"Non tu, lei."
Anne sorride allegramente, come se Harry non le avesse semplicemente detto di andarsene. "Penso che andrò a prendere uno Starbucks poi torno, tesoro."
Gemma li guarda brevemente poi abbandona la stanza a sua volta.
Louis cammina lentamente al fianco del riccio. Harry lo fissa, il sorriso luminoso che ritorna sul viso. "Ciao."
"Ehi H. Mi hai fatto spaventare, sai?"
Harry annuisce, aggrottando di nuovo le sopracciglia. "Sono stanco."
Louis prende una sedia vicino al letto, si siede e prende la mano del riccio tra le sue. "Riposati un po' allora, starò qui con te."
Harry sorride e chiude gli occhi. Louis passa il pollice sulla piccola croce tatuata sulla mano dell'altro ragazzo, poi fissa l'ancora che inizia sul polso e termina lungo il braccio. A che cosa serve la forza di un'ancora senza una corda per sollevarla dalla profondità del mare?
Louis guarda dormire quell'uomo che una volta ha amato più di ogni altra cosa al mondo. Quando si sveglierà, probabilmente si ricorderà perché lui non ha più il diritto di sedersi al suo fianco, ma per ora Louis si concederà questi pochi momenti per ricordare come si è sentito felice e completo accanto ad Harry.

Consequences || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora