Nonostante ciò salì in sella senza troope domande, ma arrivato il momento di stringersi al corpo del corvino per non cadere rabbrividì.

La stoffa di quella dannatissima camicia era troppo sottile, riusciva a sentire chiaramente tutti i suoi addominali sotto le dita...

Arrossì di nuovo, ma fortunatamente il casco nascose la sfumatura rosea delle sue guance a Jungkook che quella volta non accese nemmeno i microfoni, lasciando Taehyung senza alcuna possibilità di comunicare con lui.

Che non volesse dirgli dove erano diretti?

Attraversarono il fiume Geumho, continuando poi verso le montagne per una ventina di minuti e Taehyung si innamorò ancora una volta del verde brillante degli alberi, coi mille riflessi del sole.

La natura era la cosa più bella del mondo, nulla poteva venir comparato con essa: come poteva esistere qualcosa definibile migliore di un fiore appena sbocciato, del canto di un usignolo, del fruscio del vento fra le foglie...

All'improvviso Jungkook uscì di strada, iniziando a percorrerne una sterrata e Taehyung rimase di sasso nel vedere un piccolo lago di una ventina di metri di diamentro al massimo, i ciotoli che venivano sommersi lentamente dalle onde sulla riva.

Il corvino parcheggiò qui, togliendosi il casco, e Taehyung fece altrettanto, guardandosi intorno con espressione meravigliata; non c'era nessuno e gli alberi tutto attorno creavano una piacevole frescura ed era una vera gioia per il suo corpo accaldato dal sole.

Mai era stato in quel posto e trovò la scelta del minore di portarlo lì non solo perfetta, ma anche estremamente gentile siccome Taehyung preferiva da sempre i posti tranquilli.

Mentre il rosso ancora non distoglieva lo sguardo dallo specchio d'acqua, Jungkook aprì lo zaino che aveva portato con sé, avvicinandosi alla riva per posizionare un grande telo all'ombra degli alberi, prendendo anche la protezione solare e gli occhiali da sole.

"Vieni qui Taehyung!"

Si voltò e nel vedere il corvino seduto sull'asciugamano un piccolo sorriso nervoso gli inarcò le labbra: era il momento di parlare.

Gli si mise accando, le braccia attorno alle ginocchia e lo sguardo lontano, senza abbastanza coraggio per guardarlo negli occhi.

Improvvisamente tutto il desiderio di discutere con Jungkook scomparì nel giro di un battito di ciglia, soffocato dalla paura nel caso non fosse finita come Taehyung sperava.

Rimase in silenzio, congelato dall'ansia mentre il corvino si spalmava la crema solare sulle braccia e sul viso.

Non che stesse ignorando il rosso, voleva semplicemente fare le cose senza fretta, anche per tranquillizzare il maggiore che in effetti, dopo essersi reso conto di non avere alcuna pressione addosso da parte sua, sentì il peso sullo stomaco alleggerirsi un poco.

Jungkook gli allungò il flacone e Taehyung, dopo un attimo di stupore, sorrise appena, accettandolo e versandosene un po' sul palmo della mano.

"Come stai?"

Chiese il corvino poco dopo e l'altro sentì il proprio cuore accelerare, sorpreso da quella domanda che non si aspettava proprio.

"Meglio, ho parlato sia con Jimin che com Yoongi e questa cosa mi ha aiutato molto..."

Annuì, sollevato dalla cosa: era stato in ansia tutto il giorno precedente, il dubbio di aver sbagliato a lasciare Taehyung da solo nel proprio appartamento che lo divorava, e sentire quelle parole lo rincuorarono parecchio.

"Ne sono felice."

Un silenzio imbarazzato calò di nuovo su di loro e smisero di guardarsi in faccia, Jungkook che giocherellava con dei ciotoli fra le dita e Taehyung che guardava le foglie degli alberi sopra di loro.

Dirty Dreams [KOOKTAE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora