Capitolo 8

39 4 101
                                    


Arianna si sfregò gli occhi. Attorno a lei c'era solo una forte luce arancione che la accecava. Non sapeva dove fosse o se ci fosse qualcuno con lei, oltre la luce. Iniziò ad incamminarsi. Era come se fosse nel nulla. Lì c'era solo Arianna e il vuoto più assoluto.

Camminò per un tempo che le sembrò lunghissimo, fin quando davanti a lei non notò qualcosa muoversi verso la sua direzione.
Non le piaceva. Arianna si aspettava un oggetto, una cosa che le facesse capire dove si trovava, non qualcuno che si muoveva verso di lei.
«Chi... chi sei? Cos'è questo posto?», balbettò Arianna, ancora accecata dalla luce.
«Io sono Ariel», rispose la figura, avvicinandosi sempre di più a lei. «E pensavo che tu fossi morta». Morta era proprio ciò che sarebbe stata già da un bel po' se Laila non l'avesse presa mentre cadeva.
«Io ho già sentito questo nome», rispose Arianna, ripensando alle parole di Oray. La figura ora si trovava proprio davanti a lei, ma ancora non era chiara agli occhi di Arianna, perché quella maledetta luce continuava ad accecarla.
«Sarebbe il colmo se non ti ricordassi il mio nome. Sempre che tu sia davvero chi sembri essere e che questi sogni non siano uno stupido scherzo del mio subconscio». La figura tese la mano verso Arianna, offrendogliela, e la luce accecò ancora di più la ragazza. Fu allora che si rese conto che era la persona di fronte a lei a brillare. 
«Ho bisogno di sapere se questo è reale. Prendimi la mano». Anche Arianna voleva sapere se c'era qualcosa di reale lì. Prese la mano della figura davanti a lei e un calore le pervase il corpo, un senso di familiarità che non riusciva a spiegarsi. Sorrise senza saperne il perché. Guardò le loro mani intrecciate e si rese conto che anche lei stessa stava splendendo di quell'abbagliante luce arancione. 

꒰ঌ ໒꒱

Laila sostenne Arianna, incosciente, per non farla cadere a terra. Alcune persone si voltarono, ma non fecero nulla se non osservare la scena per poi tornare a divertirsi. Laila cercò Oray con lo sguardo, ma non lo trovò. Decise che si sarebbe occupata della ragazza da sola. Attraversò la folla, facendosi strada tra le persone. Solo Zais e Aroth erano capaci di organizzare feste così grandi per un semplice anniversario. Mentre cercava una stanza vuota la vampira incontrò i suoi amici: Ekanta, Eligos e Zoe. La vampira cercò di spiegare la situazione velocemente e tornò alla ricerca di una stanza vuota, con Ekanta al suo fianco e Zoe dietro di lei che sorreggeva Eligos, barcollante per il troppo alcool. Insieme, trovarono una camera vuota, che aveva tutta l'aria di essere riservata gli ospiti, e Laila adagiò Arianna su un letto singolo dalle coperte ordinate. La vampira prese a tormentarsi una ciocca di capelli. Aveva le sopracciglia corrugate per la preoccupazione.
«Un'umana svenuta dovrebbe risvegliarsi da sola dopo un po'», disse Zoe.
«Forse è un-», fece per dire Eligos, ma venne  interrottə da un singhiozzo.
«No, Eligos. Non è un sonnellino», disse Ekanta, leggendogli nella mente con il suo potere.
«Che cosa è successo di preciso?», chiese l'angelo, rivolgendosi a Laila. Ekanta guardò l'amica vampira e spalancò gli occhi, sorpresa da quello che le aveva letto nel pensiero. «Prova a guarirla con il tuo potere», suggerì allora a Zoe. Ma, prima che la ragazza angelo potesse fare qualcosa, una luce riempì la stanza, abbagliando Laila e i suoi amici. Eligos cadde barcollando all'indietro e finì col sedere per terra, Ekanta volse la testa all'indietro, Zoe chiuse gli occhi e Laila se li schermò con una mano, cercando di capire cosa stesse succedendo alla ragazza in quella luce accecante. Il corpo si Arianna si muoveva: era preso dalle convulsioni. Laila si precipitò accanto a lei, tremando per la paura. Arianna non poteva morire in quel momento. Aveva appena iniziato a conoscerla, non aveva ancora capito chi era. Non era giusto. La vampira era nel panico, sentiva di non riuscire a respirare. Strinse forte la mano della ragazza mentre il suo corpo continuava ad agitarsi e a splendere.
«Curala! Adesso!», ordinò Laila parlando a fatica. Zoe annuì e si avvicinò, posando le mani sul corpo di Arianna. Sotto le sue mani c'era un piccolo bagliore azzurro, che quasi non si vedeva con tutta quella luce arancione. Non funzionò. Nulla cambiò. 
«Mi dispiace», disse l'angelo, staccando le mani. Laila non riusciva più a ragionare. Non era possibile. Doveva funzionare. Arianna doveva vivere. Non poteva morire. Non poteva morire. Non poteva morire.
Fu allora che vide qualcosa spuntare dalle spalle della ragazza. La luce si stava affievolendo, le convulsioni erano meno violente. Qualcosa spuntò sulla testa di Arianna e la sua bocca fece uno strano movimento. La luce si spense. Ora la ragazza era immobile, l'unica cosa che si muoveva era il ventre, ad un ritmo regolare che seguiva il suo respiro. Ma qualcosa era cambiato in lei, non aveva più l'aspetto di un'umana.

Arianna aprì gli occhi e vide il soffitto di una stanza sconosciuta. Si sentiva indolenzita: le facevano male le spalle, aveva un mal di testa fortissimo e persino i denti le dolevano. Percepì l'ormai familiare tocco freddo di Laila e si voltò, trovandola al suo fianco, tremante, mentre le stringeva la mano. La vampira la guardò con gli occhi spalancati e la strinse in un abbraccio.
«Stai... stai bene. Tu stai bene. Okay», disse, con una voce tremolante che Arianna non avrebbe mai pensato potesse provenire da lei.
«Laila, cosa... tu stai bene, invece?», chiese Arianna, confusa e preoccupata. Si sentì la bocca strana mentre pronunciava quelle parole. Laila si staccò dall'abbraccio, annuì e diede spazio alla ragazza per tirarsi su. Arianna si sedette sul bordo del letto. Le faceva ancora tutto male. Notò che nella stanza c'erano delle altre persone. Zoe, l'angelo che aveva conosciuto qualche settimana prima, era a poca distanza dal letto e stava guardando la scena con le sopracciglia sollevate e gli occhi sbarrati. C'era un'altra vampira e  la stava fissando. Aveva gli occhi di un verde più scuro di quelli di Laila; una ciocca dei capelli castani e mossi, lunghi fino alle spalle, le andò a finire davanti al viso e se la portò dietro l'orecchio con la mano dal colorito pallido. Un'altra persona era seduta per terra con le labbra leggermente schiuse che mostravano due canini un po' meno lunghi delle altre due vampire e i capelli corti che lə arrivavano poco sopra le spalle lə coprivano gli occhi, mentre si massaggiava il sedere con una mano. Sulla soglia della porta c'era una ragazza dagli occhi viola, che le lanciò uno sguardo indecifrabile prima che Oray la spingesse via, entrando nella stanza. La ragazza lo fulminò con lo sguardo e sparì nel corridoio. 
«Che cosa è succ-», iniziò il diavolo, ma si interruppe, fissando lo sguardo su Arianna. «Ariel», disse in un sussurro e poi chiuse la porta della camera.
«A proposito di Ariel...», fece per dire Arianna, ma il diavolo la prese per un braccio e la trascinò nel piccolo bagno annesso alla stanza, portandola davanti ad uno specchio. Lei guardò il suo riflesso, incredula. Dietro le spalle aveva delle imponenti ali nere e piumate, molto più grandi di qualsiasi altro tipo di ali avesse visto e delle lunghissime corna marmoree le spuntavano dalla testa. Le sue iridi non erano più dei pozzi grigi, ma avevano lo stesso colore della luce che aveva visto nella sua visione. La ragazza spalancò la bocca per la sorpresa e vide che i suoi canini si erano allungati e si erano fatti affilati, anche quelli superavano in misura i denti di qualsiasi vampiro avesse visto fino a quel momento. Laila entrò nel bagno, aveva smesso di tremare.
«Allora, ora ti ricordi il tuo vero nome?», chiese il ragazzo, fissando Arianna attraverso lo specchio.
«Mi... mi chiamo ancora Arianna», balbettò lei, in preda allo shock. Non poteva credere al suo riflesso. 
«Non è possibile».
«Oray, di che stai parlando?», chiese la vampira, la voce ancora leggermente flebile. Riprese la mano di Arianna, continuando a guardarla, come se non potesse staccarle gli occhi di dosso. Arianna si schiarì la gola e volse lo sguardo altrove, evitando lo specchio. Aveva bisogno di riprendersi.
«Però Ariel mi ha parlato», disse. Dopo che quella ragazza le aveva preso la mano avevano avuto poco tempo, ma c'era una cosa che le aveva detto che le sembrava incredibile quasi quanto il suo nuovo aspetto. «È la mia gemella».

___________________________________________
✒️ spazio autore ✒️

hey, scusate per la lunga attesa :( ho avuto un blocco dello scrittore un po' pesante. Ma ora sono tornatə e ho intenzione di impegnarmi più che posso per finire o almeno andare molto avanti con i capitoli quest'anno.

questo capitolo è un po' più breve rispetto ai precedenti, ma spero vi sia piaciuto!!

scriverlo è stata una liberazione, la trama inizia finalmente a farsi più interessante :)

lasciate una stellina☆ e un commento✍ per supportarmi e farmi sapere cosa ne pensate della storia fin'ora <3

al prossimo capitolo :)

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

La Profezia Delle GemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora