Capitolo 7

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Arianna stava camminando in mezzo al buio, seguendo lo scintillio di una luce lontana. Tirava un forte vento nell'oscurità, che la spingeva dal lato opposto, lontana da quel barlume. Il suo corpo lottava contro il getto d'aria e lei proseguiva lentamente verso la luce. Nella luce vide Laila, con il suo dolce sorriso che le tendeva la mano. Era quasi arrivata, l'aveva quasi raggiunta, ma delle mani l'afferrarono da dietro. Due mani: sua madre. Quattro mani: suo padre. La stavano trascinando sempre di più verso l'oscurità, la stavano allontanando dalla vampira e dalla sua luce. Arianna lottò contro la loro presa, trascinandosi in avanti. Avanti, avanti, avanti. Ce la stava facendo. Ma altre due mani l'afferrarono: quelle di se stessa. E lei rimase in bilico tra la luce e l'oscurità. E poi, la scena cambiò. Arianna si trovava in una stanza vuota, priva di finestre, mobili e qualsiasi tipo di decorazione. C'era solo uno specchio al centro della stanza. Lei vi si avvicinò, ma il suo riflesso era sfocato e ondeggiante, non riusciva a distinguere nulla della sua figura.
«Chi sei?» domandò una voce. Arianna non riuscì a capire da dove proveniva.
«Sono Arianna» rispose lei. L'immagine nello specchio era ancora confusa.
«Chi sei, Arianna?» chiese nuovamente la misteriosa voce.
«L'ho già detto. Sono... sono Arianna» balbettò lei, confusa. Lo specchio vibrò, il suo riflesso si fece più chiaro: lunghi capelli castano chiaro, occhi grigi, guance rigate dalle lacrime, polsi scoperti, pieni di ferite e macchiati di sangue. I suoi genitori dietro di lei che le sussurravano cattiverie.
«Sei questa Arianna?» la incitò la voce.
Lei fissò il suo riflesso: l'immagine di una ragazza persa nel dolore. Scacciò i sussurri, ma non andarono via. Si tappò le orecchie, ma continuava a sentirli e il suo riflesso continuava a fissarla con occhi spenti.
«Sei questa Arianna?» insisté la voce.
«Basta! Basta!» disse Arianna, accovacciandosi a terra. Ma i malvagi sussurri aumentarono di volume e il suo riflesso rimase in piedi a fissarla.
«Sei così, Arianna?» domandò nuovamente la voce.
«B-basta! L-Laila, a-aiutami...» disse con un filo di voce.
«Non c'è nessuna Laila qui. Ci sei solo tu. Chi sei tu, Arianna?» continuò la voce.
«Ho... ho detto...» iniziò lei, ma i sussurri diventarono urla.
«Basta! Smettetela!» urlò allora lei. Si alzò in piedi e tirò un pugno allo specchio, riducendolo in frantumi. Le voci dei suoi genitori scomparirono e una porta si materializzò davanti a lei. Arianna abbassò la maniglia per aprirla, ma era chiusa a chiave. Allora guardò attraverso il buco della serratura e notò un occhio dall'iride arancione fissarla. Arianna balzò all'indietro, ma poi si avvicinò nuovamente e, stavolta, al posto dell'occhio vide delle labbra muoversi e la voce disse: «Chi sei tu, Arianna?».
Successivamente, la porta si spalancò e due bambine dall'aspetto simile la fissarono, senza muoversi e senza parlare. Avevano delle ali piumate e nere, delle lunghe corna bianche e dei canini uguali a quelli dei vampiri. Poi, una luce arancione riempì lo spazio intorno a loro e Arianna si svegliò in un bagno di sudore freddo nella camera di Laila, con un terribile dolore alle spalle e la testa che le scoppiava

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La ragazza si svegliò di soprassalto. Le ali le facevano male e la testa le doleva, ma ignorò il dolore e afferrò immediatamente il taccuino e la penna che si trovavano sul comodino accanto al suo letto, trascrivendo in fretta il sogno per paura di dimenticarne i dettagli: si trovava con sua sorella, erano bambine e sua sorella stava facendo delle domande strane a una ragazza adolescente che aveva l'aspetto di un'umana e un nome fin troppo familiare. Poi una porta si era aperta e la ragazza le aveva fissate terrorizzata. E quando aveva sentito lo sguardo di quella ragazza puntato su di loro, le era sembrato così reale. Quel sogno doveva avere per forza un significato e doveva esserci anche una ragione per cui continuava a sognare la sua defunta sorella. E lei era determinata a scoprirlo.

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Arianna pensò a quel terribile incubo per tutto il resto della giornata e non poté fare a meno di chiedersi se fosse collegato allo strano sogno che aveva avuto precedentemente. I giorni passarono e quelle immagini continuarono a tormentarla. Continuava a sognare bambine dalle iridi arancioni ogni volta che si addormentava. Chi erano? Che cosa avevano a che fare con lei? Stava forse impazzendo? Più ci pensava, più la confusione la assaliva.

La Profezia Delle GemelleWhere stories live. Discover now