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Zack è il classico nerd diciottenne, asociale e riservato, chiuso da sempre nella sua piccola campana di vetro. Il bullo, Will, lo tormenta da quando andavano alle elementari: spinte dalle scale, prese in giro, spintonate per i corridoi...è da dieci anni che gli rende la vita impossibile, ma uno strano evento cambierà radicalmente il loro rapporto

Trama di Theored_

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Provate ad immaginare un ragazzo dai capelli nerissimi e dagli occhioni verde smeraldo. Aggiungete il fatto che sia uno sportivo nato e che tutte le ragazze siano innamorate di lui alla follia. Non dimenticatevi di mettere in conto che è anche molto riservato, ma questo non fa altro che attirare ancora di più l'attenzione su un ragazzo così singolare.

Bene, questo sono io. In una realtà parallela.

Nella realtà in cui mi ritrovo sono ben diverso. L'unica caratteristica che accomuna me e quel ragazzo da sogno sono i miei occhi verdi, identici in ogni sfumatura a quelli di mia madre. Per il resto, vi do solo qualche informazione generale.

Non sono di certo il sogno americano di ogni giovane donzella, ritengo anzi di essere uno dei pochi gentiluomini rimasti sul pianeta Terra. Mi reputo solitario e introverso, forse un po' troppo introverso. Amo trascorrere giornate intere con il mio migliore amico, il mio pianoforte.

È la passione più longeva che ho. I miei genitori mi raccontano sempre che prima di imparare a camminare, ho poggiato le mie piccole dita cicciottelle sui tasti bianchissimi del piano. Ancora ricordo la mia prima melodia, se così si può chiamare. È una parte di me e ricordo indelebile.

Questa era la parte sentimentale, ora arrivano le delucidazioni più rilevanti.

Innanzitutto non vi ho ancora detto come mi chiamo, sì sono anche sbadato oltre ad essere timido ed un po' asociale. Il mio nome completo è Zachary McLane, ma voi potete chiamarmi Zack. Fa molto fico Zack. A dir la verità nessuno oltre a me stesso e ai miei genitori mi chiama in questo modo. A scuola mi attribuiscono tra i più svariati soprannomi, che io odio, come per esempio McPiano, McSfigato, McSolitario. Insomma capitemi, non hanno nemmeno fantasia per inventare degli "insulti" decenti, sono tutti uguali, basta aggiungere a 'Mc-' un aggettivo che renda il nome fastidioso.

Già che ne stiamo parlando, faccio un piccolo accenno all'argomento 'scuola'.

La scuola è un posto magnifico. Mi sento realizzato a pieno quando gli insegnanti si complimentano con me per il duro lavoro che compio ogni singolo giorno e inoltre nel pomeriggio ho le mie lezioni di piano. Quasi nessuno partecipa mai, ma quei pochi fortunati rimangono sempre stupiti dalla mia bravura. Solitamente sono solo adulti che prendono posto su quelle sedie rosse per dedicarmi un po' del loro tempo.

Finora ho elencato solamente gli aspetti positivi della scuola, quelli che amo di più e cerco sempre di mantenere costanti nella mia vita, anche se le note negative battono quelle buone. Vi illustro velocemente di cosa sto parlando.

Ogni mattina devo percorrere sempre strade alternative per evitare di incontrare diverse persone malvagie che vogliono ostacolare la mia esistenza. Se sono fortunato, arrivo in classe senza problemi, ancora con tutti i miei spiccioli e i compiti svolti; altrimenti non è affatto raro che dopo l'incontro tanto temuto io mi trasformi in uno pseudo senzatetto, nelle cui tasche ci sono solo speranze perché i soldi e i quaderni sono stati rubati.

Tutto questo accade nelle migliori delle ipotesi, perché così facendo, essi risultano ai miei occhi ancora carini e gentili. L'anno scorso un gruppetto di ragazzi, guidati dal fatidico Will a cui poi dedicherò un po' del mio tempo, hanno pensato bene di architettare la mia morte, ma eccomi qui, il piano deve aver fallito.

COME QUANDO FUORI PIOVEWhere stories live. Discover now