13|Love is in the air

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Il suo contatto mi fece rabbrividire e infiammare la faccia. Sentivo le guance pungermi, probabilmente ero diventata rossa, e le farfalle nello stomaco avevano ripreso a volare. Dannazione, dovevo seriamente fare una disinfestazione.

«Fiuu» sospirò Thomas nascondendosi con me dietro un muro. «C'è mancato poco che ti spellasse viva. Negli ultimi giorni è molto stressata, lasciala perdere quando ha uno dei suoi "momenti bipolari". Il direttore le sta mettendo molta pressione»

«Mi dispiace per lei. Perché mi hai portata via? Bryn non mi farebbe mai del male»

«Questo lo dici perché non la conosci bene a fondo. Quando è in uno dei suoi "momenti" è capace di tutto, persino di accoltellare qualcuno a cui vuole bene. Lo ha fatto... ma ora è meglio non parlarne» Si toccò istintivamente un punto dietro al braccio sinistro.

Rimasi in silenzio a fissare le mie scarpe nere. Erano scarpe antinfortunistiche in fibra di carbonio e tessuti ignifughi. Una sola scarpa valeva più del mio appartamento in periferia dove vivevo insieme ai miei genitori.
Slave era davvero pazzo a spendere così tanti soldi, ma forse era la persona più ricca del mondo e nessuno se n'era mai accorto, proprio come era successo per quell'accademia.

Fissai Thomas in quegli occhi profondi come l'oceano e mi accorsi di stare sorridendo in modo totalmente idiota.
Non sapete quante maledizioni mi sono tirata addosso da sola... A distanza di anni penso che non avrei mai dovuto pensare tutte quelle cose, non avete idea di cosa mi è successo...

Le sue guance si tinsero di rosso e iniziò a balbettare con una vocina leggermente stridula cercando di non incontrare il mio sguardo.
Sembravamo due stupidi innamorati: troppo ingenui e timidi per dirsi ciò che provavamo.
Nessuno dei due lo fece mai apertamente e posso assicurarvi che me ne pentii molto presto.

«B-Bene, felice di a-averti aiutata» provò a dire allontanandosi lentamente.

«Grazie»

Il tono di voce che usai stupì persino me: era calmo e pieno di gentilezza. Vederlo così agitato mi aveva fatta sentire in dovere di tranquillizzarlo in qualche modo.

Era una scena così assurda che sarebbe potuta benissimo finire in un film. Chissà se mai qualcuno proverà a ricreare la mia storia in uno studio cinematografico. Sarebbe davvero esilarante vedere una ragazzina dal volto perfetto interpretare il mio personaggio. Eppure non ero molto bella all'età di tredici anni, anzi, non lo ero neanche lontanamente.
Mi sono sempre chiesta come potessero le persone innamorarsi o affezionarsi a me nonostante non fossi proprio il massimo...

Ma torniamo al nostro caro Thomas.
Il suo volto era talmente rosso che temetti stesse male. Lo vidi prendere la mia mano e stringerla gentilmente sorridendo incredulo e poi, con un tono di voce molto basso ma pieno di eccitazione, mi disse: «Ti andrebbe qualche giorno di... ecco... di uscire insieme a fare una passeggiata? Sarebbe... carino»

«Mi andrebbe moltissimo. Facciamo stasera?»

«S-Sì! Insomma... mi va benissimo. Grazie per aver accettato»

Mi faceva così tanta tenerezza che avrei voluto abbracciarlo. Mi sembrava un enorme orsetto di peluche con degli occhi più celesti e misteriosi del cielo stesso.
Era bello, molto bello, e simpatico... Sì, simpatico...

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Eleonora era seduta a braccia conserte sul tavolo da pranzo del gruppo 7 a fissare intensamente la sua bistecca.
La rabbia non era ancora svanita, anzi si era rafforzata. Le dava fastidio che stessi con altre persone e che non le parlassi, ma allo stesso tempo mi allontanava quando cercavo di avvicinarmi a lei e darle un po' di attenzioni.
Era testarda e lo sapeva benissimo, ma non poteva farci nulla.

L'AccademiaWhere stories live. Discover now