11|Giuramento

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Appena finito di cenare notai gli altri scambiarsi un cenno d'intesa e poi si alzarono dalle sedie.
Li seguii incuriosita fuori dalla mensa e li vidi sedersi su una panchina nel grande corridoio pieno di caloriferi dove vi erano radunati tutti i ragazzi.

«Non startene lì impalata, siediti» disse Bryn.

Non feci in tempo a risponderle che il gruppo 1 si mosse come un gregge fino ad impedirmi il passaggio. Ci rinunciai e mi misi le mani in tasca camminando verso il gruppo 7.

L'unica a notarmi fu Isabelle che mi sorrise caldamente e corse ad abbracciarmi. «Guarda chi si vede! Ti sei ripresa, menomale» Mi osservò attentamente dalla testa ai piedi. «La nuova divisa ti sta bene. Sembra fatta apposta per te»

«Non esagerare...» la zittii arrossendo.

Provai a parlare con Eleonora, ma lei fece di tutto per evitarmi. Era arrabbiata con me perché avevo infranto leggermente la nostra promessa. Saremmo dovute restare insieme, invece eccomi in un altro gruppo.
Non potevo farci nulla, ormai il destino mi aveva deviata sulla giusta strada che dovevo percorrere e tutti sanno quanto sia impossibile uscire da lì.

«Quindi? Cosa ci racconti?» mi chiese Martin con gli occhi che gli brillavano dalla curiosità.

«Nulla di particolarmente avvincente... Ho visto la mia nuova stanza, la mensa per lo staff e il terzo piano dell'altra struttura» risposi appoggiandomi al calorifero.

«Non ti hanno ancora dato le armi? A proposito, quale arma principale sceglierai?» mi domandò Lucas appoggiandosi al muro di fianco a me.

«Me le daranno dopo la mezzanotte. Devo fare... un giuramento. Mi faranno giurare di difendere la vita del direttore a tutti i costi e di non usare le armi, che mi verranno date, contro di lui» spiegai.

Eleonora sobbalzò e mi fulminò con lo sguardo. «Tu... Tu sarai vincolata e non potrai più portarci fuori di qui! Tu... hai infranto la promessa...»

Provai a replicare, ma lei scappò via nella sua stanza. Volevo dirle che nonostante tutto c'era un modo per poter salvare tutti, ma non era il caso. Soprattutto se c'erano degli studenti spioni in ascolto. Ero sicura che al minimo cenno di possibile tradimento avrebbero avvertito il direttore e perdere il mio nuovo titolo era l'ultima cosa che volevo, anche perché significava gettare al vento tutte le fatiche che avevo fatto.

Per capire cosa avrei dovuto fare in futuro sarei andata al Campo dopo il giuramento.
Ero troppo confusa per continuare ad andare avanti senza una guida o un semplice consiglio.

Elisa mise una mano sulla mia spalla cercando di consolarmi. «Dalle il suo tempo. Comunque... questo posto è pieno di persone troppo pericolose per poter anche solo pensare di fuggire. È stato un bene che tu abbia rinunciato a quel piano di cui stavate parlando... È meglio per entrambe che tu non faccia nulla, altrimenti potresti mettere tutti in guai seri»

«Sì...» Mi voltai verso i miei nuovi compagni che stavano chiacchierando allegramente con i ragazzi del gruppo 1 e del gruppo 2. «Scusa se cambio discorso, ma perché quei due gruppi continuano a gironzolare intorno agli Élite?»

Lucas si intromise nella conversazione e rispose al suo posto con una punta di rancore. «Perché sono degli opportunisti. Vanno dove tira il vento, soprattutto Nicholas. Guardalo, è furioso perché ha fallito dopo "tanti sforzi" e quindi sta confabulando qualcosa con Oliver» Mi ammonì con lo sguardo. «Stai attenta a loro due, anzi, stai attenta a tutti quanti. Non sai mai quando una pallottola possa finirti in fronte... Questo posto è spaventoso, non abbassare mai la guardia»

Annuii e mi voltai a guardare gli Élite. Non riuscivo nemmeno a vederli bene talmente c'erano tanti ragazzi accalcati per parlare con loro neanche fossero delle star di Hollywood.

L'AccademiaWhere stories live. Discover now