10|Il nuovo membro

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Alzai lo sguardo verso i miei compagni di gruppo. Non volevo lasciarli in quel modo, anche se avrei potuto avere molti più privilegi di quanto immaginassi.

Accartocciai la lettera sotto gli occhi stupiti di tutti e la gettai nel cestino. «Come volevasi dimostrare, non sono stata presa. Poco male, resterò con voi. Sarà molto meglio che stare in un gruppo di spocchiosi armati fino ai denti»

I loro sguardi si riempirono di compassione e di affetto. Mi abbracciarono forte e iniziarono a tranquillizzarmi con frasi motivazionali.

Con la coda dell'occhio scorsi Martin avvicinarsi al cestino e prendere la lettera. Provai a fermarlo, ma non ci riuscii. Lui lesse subito la frase finale, quella dell'esito, e mi guardò sconvolto.

«Martin, ascolta...» provai a giustificarmi.

«Perché non vuoi accettare la verità? Tu sei stata ammessa... Sei una di loro adesso...»

Tutti gli occhi si posarono di nuovo su di me facendomi arrossire dalla vergogna. Non volevo lasciare i compagni di gruppo a cui mi ero affezionata troppo e soprattutto non volevo lasciare Eleonora.

«Giulia...» mi chiamò la mia migliore amica. «Perché ci hai mentito? Tu sei stata ammessa nel loro gruppo, perché non sei felice?»

«Non voglio lasciarvi... Saranno passate solo poche settimane, ma... vi voglio troppo bene per rimpiazzarvi con altre persone che nemmeno mi sopportano» risposi con le lacrime agli occhi.

Isabelle prese la lettera dalle mani di Martin e la lesse accuratamente, poi si sedette di fianco a me e mi strinse in un forte abbraccio. «Tu ce l'hai fatta. Hai battuto tutti quei ragazzi arroganti ed egoisti. Dovresti esserne fiera e accettare il posto da Élite. Sei la persona che se lo merita più di tutti...» Mi sorrise passandomi un fazzoletto. «Almeno avremo un'amica nei piani alti che ci aiuterà nel momento del bisogno, no? Staresti molto bene con la divisa da Élite...»

«I-io non posso farlo»

Lucas sbuffò e si mise davanti a me fissandomi attentamente negli occhi. «Smettila di pensare a noi. Sappiamo tutti che hai fatto un patto col direttore per permetterci di avere delle condizioni migliori. Era troppo evidente. Il modo in cui ti comportavi: prima riluttante e poi determinata a vincere; il modo in cui fingevi di non saper nulla quando ci venivano dati del cibo in più, dei materiali scolastici migliori, più minuti di pausa... Pensi che non ce ne siamo accorti?» Sospirò avvicinandosi. «A volte pensare un po' a se stessi non è egoismo ma amor proprio. Prendi quel posto, sii felice, ma non dimenticarti di noi. Sappiamo tutti che il potere dà alla testa, ma tu sei quella che più di tutti riuscirebbe a resistergli. Io credo in te...» Tirò su col naso. «Quindi prendi la lettera che ti sta porgendo Isabelle e vai a ritirare la tua divisa. Sii felice nel tuo nuovo gruppo, ma qualche volta... torna da noi per parlare. Ci farebbe molto piacere»

Presi la lettera e lo strinsi forte tra le mie braccia. Erano tutti degli amici fantastici e avrei voluto rimanere con loro per sempre, ma sapevo che non era quello il mio destino.
Athariel mi aveva ordinato di diventare un membro degli Élite quindi voleva dire che tutto quello che stavo facendo aveva un senso, più o meno.

Sorrisi debolmente, salutai tutti, specialmente la mia carissima Eleonora, e andai in segreteria barcollante.
Non mi ero ancora ripresa del tutto, ma stavo sempre meglio di qualche minuto prima.

Quando arrivai davanti la scrivania della segretaria, ella scattò in piedi e corse a prendermi la divisa senza che le dicessi nulla.
Che strano, possibile che gli Élite, un gruppo di ragazzini, fossero solo un gradino sotto al direttore e cinquanta gradini sopra il personale?

«Guarda guarda chi si vede» disse la voce di Bryn dietro di me.

Mi voltai e la vidi sorridere gentilmente. Era insieme a tutti gli altri membri del mio nuovo gruppo. Ora tutti mi guardavano in modo diverso perché, che lo vogliano o meno, ero una di loro e avrebbero dovuto sopportarmi per molto.

L'AccademiaWhere stories live. Discover now