Il corvo e il suo pulcino

-1-

La scelta del coach era quella giusta, lui stesso aveva spinto Ukai a prendere quella decisione. Mettere in campo Kageyama come alzatore titolare era la cosa migliore per la squadra e lui lo doveva accettare.

L'aria fresca della sera gli rinfrescava gli zigomi arrossati, avrebbe voluto fare di più per la Karasuno nei suoi tre anni al liceo, ma ormai non poteva più. Sugawara alzò il viso, inspirò l'aria salmastra e osservò il sole immergersi nell'acqua del mare. Le luci arancioni e viola disegnavano delle scie sull'acqua e si riflettevano negli occhi tristi del ragazzo.

Quei colori così caldi che anticipavano la notte fredda incantavano spesso il ragazzo dai capelli argentati, ma non quel giorno. In quel momento, avrebbe voluto far trascinare via quei tristi pensieri che lo affliggevano, avrebbe voluto lasciarli tuffare nel profondo mare e perderli nel blu scuro.

La leggera brezza, accompagnata da quei colori ipnotizzanti, gli spostava le ciocche morbide e liberava la fronte, che veniva ricoperta quasi istantaneamente.

Chiuse gli occhi mentre una lacrima, salata come il mare di fronte a lui, gli disegnava il profilo. Quella goccia lasciò una scia umida, che si asciugò da sola contro il vento leggero.

"sosterrò i miei compagni dal bordo campo" sussurrò in direzione del cielo che si faceva piano piano più scuro col passare dei minuti. Il bordo campo, punto più vicino al campo, ma fin troppo distante dai compagni che si mettono in gioco per vincere. Quante volte era dovuto stare lì, dietro quella linea bianca, quante volte aveva sognato di oltrepassarla insieme ai suoi amici. Credeva che il suo terzo anno sarebbe stato quello giusto, sperava di rimanere titolare e di poter portare la squadra alla vittoria, sentiva che l'anno era quello giusto, sì, finché non entrò in squadra un alzatore dalle capacità sensazionali, definibili quasi come un dono.

Tornò a casa con ancora la sensazione di non aver fatto abbastanza e si buttò sul letto senza cenare. Il materasso accolse il suo corpo stanco e fragile, le lenzuola si stropicciarono e il cuscino permise alla sua testa di trovare conforto, anche solo per un attimo. Mentre osservava il soffitto, quel soffitto che conosceva a memoria, rivide tutte le sue azioni da alzatore nella Karasuno.

Aveva alzato tante volte la palla per l'asso della squadra e aveva contribuito a fare i punti. Aveva battuto il cinque tante di quelle volte dopo le azioni andate bene, che non aveva mantenuto il conto, e aveva pianto, chiuso negli spogliatoi, tante altre volte, per una palla caduta nella metà del campo sbagliata, per una schiacciata finita nella rete o una battuta troppo lontana.

I ricordi della Karasuno si mischiarono, riempirono la mente e si fecero pesanti. Tra quelli belli albergavano quelli tristi e nella tristezza c'era anche la scintilla di un sorriso. Aveva una buona memoria e, in quel momento, quella sua caratteristica non lo stava aiutando a stare meglio. Ricordava alla perfezione lo sguardo di Daichi quando si complimentava con lui in silenzio o il sorriso di Asahi quando lo ringraziava per un'alzata, i particolari, che le persone di solito dimenticano, Sugawara li aveva impressi nel retro delle palpebre e li stava osservando in quel momento.

Chiuse gli occhi, gonfi per le troppe lacrime versate in troppo poco tempo e si addormentò con il nodo alla gola. 

Questa piccola follia l'ho scritta tempo fa, oggi mi sono decisa a pubblicarla per celebrare il compleanno di un personaggio che io amo, Sugawara Koushi❤

Spero possa interessarvi^^

Se mi conoscete sapete cosa fare, altrimenti ecco delle brevi farsi che vi accompagneranno in questa follia portata per iscritto...

Se la storia via sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^