Capitolo 15

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Arrivati a casa iniziai a preparare la cena, decisi di cucinare la pasta al forno, che era il piatto preferito di mio papà, e l'arrosto con le patate e per concludere il tiramisù dolce preferito di Cosimo. Finita la doccia arrivò in cucina per darmi una mano, non era molto ferrato nella cucina però così avevo una mano in più ad aiutarmi. Sentii il cellulare vibrare "Cosimo mi passi il cell che magari mi ha scritto papà", mi passò il telefono dove mio papà scriveva che sarebbe arrivato tra pochi minuti. "Cosimo inizia ad apparecchiare mio papà dovrebbe essere qui tra poco"; "Va bene tesoro". Suonò il campanello giusto in tempo per finire di sistemare la tavola andammo ad aprire a mio papà Franco. "Ciao pa' è bello vederti" dissi io abbracciandolo, mi staccai dall'abbraccio, "Ti presento Cosimo il mio ragazzo, Cosimo mio papà Franco". Il mio ragazzo gli tese la mano e si presentò "Buonasera signore io sono Cosimo è un piacere conoscerla!", mio papà gli strinse la mano "Il piacere è mio di conoscerti dammi pure del tu che se no mi fai sentire vecchio". Ci porse una bottiglia di vino "Papà non dovevi disturbarti vieni accomodati pure" i due uomini si accomodarono a tavola era strano vedere mio papà con il mio ragazzo era il secondo che gli presentavo, il primo non era stata una vera e propria presentazione perché Stefano era il miglior amico di mio fratello e di conseguenza lo conosceva già. Tirai fuori la pasta e la servii ai miei due uomini avrei voluto che ci fosse anche il terzo uomo della mia vita. "Spero che vi piaccia la pasta","Ma sì tesoro non ti preoccupare sarà buonissima" disse mio papà "Allora come vi siete conosciuti voi due?" da lì io e Cosimo iniziammo a raccontare la nostra conoscenza evitando di raccontargli l'episodio dell'Alcatraz. Spiegammo anche il lavoro che faceva Cosimo mentre mangiavamo il secondo. " Tesoro ti è venuto benissimo l'arrosto brava" disse mio papà e anche Cosimo si complimentò con me. "Grazie a tutti e due comunque papà noi ti abbiamo chiamato qui oggi perché dobbiamo dirti una cosa" dissi io "Va bene tesoro sentiamo";" Vedi papà io e Cosimo aspettiamo un bambino". Mio papà era di stucco ma allo stesso tempo mi sembrava contento "Che bello ragazzi, sono contento per voi, mi raccomando a te Cosimo prenditi cura di mia figlia è l'unica figlia femmina che ho"; " Non si preoccupi signore io la  amo molto mi prenderò cura di lei e del bambino meglio che posso"disse Cosimo. "Lo so mi fido di te e lo hai già detto a tua madre?". Ecco che toccò il mio tasto dolente se mio fratello non parlava con mio papà io non parlavo con mia mamma da anni. Da quando ero partita per l'America per inseguire il mio sogno che lei non approvava, avrebbe voluto che diventassi avvocato come lei, la sentivo solo a Natale a Pasqua e per i compleanni, ma le chiamate duravano si e no qualche minuto. Sapevo che ora lavorava ancora qua a Milano e viva ancora con quello stronzo del suo compagno.  "No, non gli ho detto ancora nulla"  dissi io un po' scazzata "Vedrai che sarà contenta di questa notizia come lo sono io"; "Se come no". Mio padre mi guardò male "Victoria piantala di fare così e di provare rancore nei confronti della mamma voleva solo il tuo bene";" Si va bene la smetto". Cosimo ci guardava un po' stranito non gli avevo mai parlato di quest'odio nei confronti di mia mamma. "Oggi ho visto Marco" esordì io, "Ecco l'altro permaloso che non vuole l'aiuto di nessuno e si caccia sempre nei guai" alzai gli occhi al cielo "Guarda che non è in nessun guaio si sta comportando bene, lavora e ha una ragazza" gli parai il culo come quando eravamo piccoli. Mio padre mi guardò sorpreso e non disse nulla, continuammo a parlare del più e del meno fino a quando mio padre si congedò. "Ciao ragazzi grazie per la cena e tu Cosimo occupati di mia figlia"; "Non si preoccupi ci penso io". Ci salutò di nuovo per poi andarsene, ero esausta dalla giornata troppe emozioni in un giorno solo volevo solo andare a letto con Guè a farci le coccole. Finì di sistemare la cucina mentre Cosimo giocava ai videogiochi. "Andiamo a letto amò sono morta"; "Certo piccola andiamo". Ci sdraiammo a letto e mi accoccolai a lui che mi chiese "Come mai hai questo brutto rapporto con tua mamma?". Ero pronta a raccontargli quello che non gli avevo ancora detto.

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