Chiara chiuse la telefonata sconvolta dalla notizia. Certo, era una scelta tipica della sua migliore amica, ma, seppur l'avesse nascosto, quella volta sentiva di poterla capire. Paulo le aveva raccontato delle parole di Federico alla ragazza, le aveva raccontato tutto, anche della sua personalissima sfuriata con l'ex procuratrice di Bernardeschi e, riguardo quest'ultima, la ragazza pugliese non aveva mai avuto la fortuna di incontrata, ma era felice che almeno Paulo l'avesse psicologicamente distrutta. O almeno, così credeva.

Sospirò ripensando alle parole di Becca e si portò una mano agli occhi, in quella sua posizione che l'aiutava a pensare con lucidità. <<Ah Becca, Becca...come posso aiutarti adesso?>> sussurrò più a sé stessa che ad una virtuale migliore amica.

Prese di nuovo il telefono fra le mani e, pensierosa, scrisse un messaggio all'unica persona che era davvero rimasta vicino a Rebecca in tutto quel casino.

"Paulo, scusa il disturbo. Becca mi ha detto di aver accettato il tirocinio di tre mesi in Erasmus a Madrid, ho provato a dirle che scappare non serve a nulla ma sembra essere davvero decisa. Non so cosa fare..."

Inviò il messaggio sperando che l'amico argentino potesse davvero darle una mano.

Dall'altra parte dell'Italia, Paulo, proprio in quel preciso momento, fece ritorno agli spogliatoi con Douglas e Mattia, discutendo della prossima partita di serie A che avrebbero dovuto disputare a Napoli con i secondi in classifica. L'attaccante vide Bernardeschi sfrecciare nelle docce, lo sguardo basso, le sopracciglia aggrottate e la mascella serrata. Non era più riuscito a parlargli dopo quelle due volte in cui lo aveva ignorato e, da ciò che aveva capito, stava ignorando persino Andrea. Si sentiva in colpa per non essergli d'aiuto, ma non sapeva davvero cosa fare per cancellare il suo dolore.

Si sedette sulla panca, aspettando che gli altri finissero di occupare le docce. Prese il telefono sbadigliando, notando subito il messaggio di Chiara. Dovette leggere più volte le parole scritte dalla ragazza, non perché non avesse capito il senso del messaggio, ma più che altro perché non riusciva a crederci. Rebecca era decisa ad andarsene e non gli aveva detto ancora nulla! Era davvero convinta di questa sua scelta? Lasciare Torino per quei tre mesi, e poi? Sarebbe tornata o sarebbe rimasta lì dopo la laurea?

Alzò lo sguardo spaventato alla ricerca di Andrea e, non trovandolo nello spogliatoio con loro, senza scarpini e senza maglia, ma con i calzettoni e i pantaloncini firmati Juve, corse nuovamente in campo, trovando il difensore ad allenarsi negli scatti con Giorgio.

<<Andrea>> urlò richiamando la sua attenzione. Il difensore lo vide correre per raggiungerlo e, facendo un cenno a Giorgio, si incamminò vero l'attaccante. <<Rebecca vuole partire in Erasmus a Madrid, creo que Federico se enojarà>> disse tutto d'un fiato.

Vide la fronte di Barzagli corrugarsi <<E che aspetti a dirlo a Federico?! Magari si convince a darle un'altra possibilità>> sentenziò.

<<Yo no>> Paulo scosse vigorosamente la testa <<diglielo tu, el te escucha.>>

Effettivamente, tra i due, Andrea era quello con cui Federico aveva avuto maggior contatto da quando era arrivato a luglio, considerando che giocavano insieme anche in nazionale. Barzagli sospirò <<Se non mi vedi tornare entro un'ora, vuol dire che abbiamo perso un attaccante per colpa mia>> disse rivolgendosi a Paulo e Giorgio, non nascondendo le sue manie omicide nei confronti dell'amico.

Corse verso lo spogliatoio e, senza volerlo, si scontrò proprio con il biondo toscano, che provava ad allontanarsi dal caos dello spogliatoio. Lo prese per la manica della giacca e lo trascinò nella saletta d'entrata del J center, guardandolo dritto negli occhi per captare i suoi pensieri.

<<Rebecca andrà a Madrid, in Erasmus>> disse senza preamboli.

Federico, impassibile, lo guardò senza far trasparire alcun tipo di emozione e Barzagli, che si aspettava occhi sgranati, il volto sconvolto o addirittura lui che cominciava a correre verso la macchina per fermarla, si sorprese nel vederlo lì immobile come un tronco.

<<Hai capito cosa ho detto?>> domandò pensando che avesse perso l'udito <<Rebecca partirà a Madrid nei prossimi giorni, in Erasmus!>> quasi sillabò per fargli arrivare il concetto alle orecchie.

<<E quindi?>> incrociò le braccia al petto <<Dovrei essere triste? Arrabbiato? Sorpreso? Dovrei correre a cercarla, secondo te?>>

Barzagli corrugò le sopracciglia, chiedendosi come fosse diventato il suo amico così dannatamente stronzo. Quasi gli venne voglia di tirargli un pugno, odiava le persone strafottenti. <<Sì>> disse solamente.

Federico rise amaramente. <<È proprio da lei scappare, è una storia che ho già vissuto, non importa più ormai>> fece prendendo il borsone posto ai suoi piedi.

<<Non glielo impedirai, Federì? Se la ami puoi sempre...>>

<<Non la amo, Andrè, basta con questa storia. Lei per me è come se fosse morta.>>

Sputò quelle parole quasi con disprezzo, freddando persino il difensore, il quale si accorse solo allora dell'odio intrinseco nei suoi occhi sofferenti. Non era il vero Federico quello lì, era una sua copia piena di rabbia e dolore.

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Certo che Federico è di coccio, eh! Piccolo capitolo di transizione, che annuncia qualcosina, o no? Voi che dite? 🤔

Ormai mancano pochissimi capitoli alla fine e già piango al solo pensiero di dover abbandonare questi due amori miei 😔 motivo per il quale pensavo di scrivere dei missing moment aggiuntivi, così da colmare i momenti in cui ne sentiremo la mancanza. Vi piacerebbe come idea? Fatemi sapere🙈
A presto💗

OVUNQUE // Federico Bernardeschi.Where stories live. Discover now