Frederick I - l'ala ovest di Holker Hall

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Frederick William Holbrook Cavendish, marchese di Hartington, quarto figlio del settimo duca di Cavendish, ma primo in successione a causa della prematura morte dei fratelli, era un uomo d'altri tempi. Tale affermazione ingannerebbe chiunque, facendo subito pensare a una persona con una personalità e un atteggiamento simile a quello di un uomo vissuto in un'epoca precedente alla sua, ma in realtà, trattandosi proprio di lui, ciò non potrebbe essere più fuorviante.

Frederick era, sì, diverso dagli uomini suoi coetanei, ma non perché ricordasse i modi e gli atteggiamenti degli suoi predecessori, bensì tutto il contrario e quanto di più inimmaginabile: nessuno, per questo, poteva azzardare quella visione futuristica su di lui. Al massimo, avrebbero potuto considerarlo fuori dalla norma, atipico, di mentalità diversa dall'uomo "vittoriano" - benché quest'ultima caratteristica avrebbero potuto utilizzarla soltanto nel momento in cui ci fossero state pagine della sua storia da poter leggere. Cosa lo rendeva diverso? Sul matrimonio, ad esempio. Qualunque uomo di sua conoscenza e della sua stessa età era già sposato. Coloro i quali erano ancora celibi, avrebbero donato la propria anima al diavolo pur di trovar moglie. La vita di ogni uomo della sua età o più giovane, addirittura, girava attorno alla ricerca di una consorte per proseguire la propria stirpe. Frederick, invece, non ne aveva avuto la benché minima intenzione. Graziato dalla tardiva e inaspettata ascesa a duca di Devonshire del padre, ereditata dal cugino morto senza eredi, nel 1858, e anche dal fatto che fosse il quarto fra i figli avuti con la prima moglie, la duchessa Georgiana Blanche Howard, Frederick non era mai stato forzato al matrimonio. Il settimo duca di Devonshire, in questo, era stato molto inadempiente. Così lui, all'età di trent'anni, se immaginava un'ipotetica strada da percorrere verso il futuro, ne vedeva una soltanto, senza la compagnia di alcuna donna in particolare, bensì di molte per brevi e intensi momenti. Non si prendeva in giro, illudendosi e sognando una famiglia, perché la sua, numerosa e complicata, gli era sempre bastata. Lo accontentava tutto ciò che già possedeva, tutto ciò che non garantiva affatto un futuro, un avvenire, un amore per la vita.

Alla morte di suo fratello, William, aveva preso atto dell'importante fardello che per successione cronologica aveva ereditato, ma non aveva subito pensato al suo fato in maniera così pessimistica.

Tuttavia, alle parole del padre, seppe immediatamente che le cose non sarebbero mai andate secondo le sue frivole aspettative. Era l'erede dei Cavendish, ogni illusione che si era fatto fino ad allora doveva velocemente svanire nel nulla e lasciarla andare senza aggrapparsi a esse. L'unica possibilità che aveva era quella di abdicare, lasciare la propria eredità al prossimo dei suoi fratelli in lista di successione, ma questo significava anche essere diseredato dal padre e, subito dopo, senza un briciolo di compassione, allontanato per sempre da tutta la famiglia, da Holker Hall, da ciò che più contava per lui. E a questo tipo di amore, l'unico in cui credeva davvero, Frederick sapeva coscientemente di non saper rinunciare.

Dovette, per questo, sentirlo con le proprie orecchie e fare quelle domande al padre che avrebbero spazzato via ogni sua più futile tentazione. «E se mi rifiutassi, padre? Quali sarebbero le conseguenze?»

Il duca si voltò per gelarlo con una occhiataccia austera. «In che senso "se ti rifiutassi?"».

Frederick avanzò le prime ipotesi che potessero quantomeno rendere obiettiva la sua protesta. «E se volessi sposare qualcun altro? Se il mio cuore avesse già scelto una persona e questa non fosse Lady Angelica? Cosa succederebbe?»

Senza considerare che il padre, e chiunque altro in quella casa, lo conoscesse fin troppo bene per credere che quella eventualità potesse essere vera, Fred si stupì comunque di sentirlo ridere. «Insomma, Frederick, non dire sciocchezze. Nel tuo cuore ci sono innumerevoli passioni, tutte puerili e senza ambizioni future. Non c'è alcuna donna in cuor tuo che possa averti fatto anche solo per un attimo vacillare ogni più fervida convinzione, come rinunciare al tuo peggior vezzo di donnaiolo. L'unione con Angelica salverà entrambi dall'opinione che la gente si è fatta di voi. Se ti rifiutassi di sposarla, sai benissimo cosa potrebbe attenderti».

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