Atterrò sulle quattro zampe e corse a perdifiato nella notte, correndo per chilometri e chilometri per sbollire quel mix di sensazioni che lo stava annientando. 

E solo quando fu sicuro di essere lontano abbastanza dal quartieri generale ululò alla luna, l'unica sua compagna della notte senza stelle che era diventata la sua vita senza Taehyung. 


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«Jungkook...non credo sia possibile» tentò di convincerlo Namjoon, utilizzando un tono calmo e pacato. Da circa tre quarti d'ora stavano discutendo nell'ufficio dell'alpha su quanto potesse essere stato anomalo ciò che era successo.

Da quel dolore infernale alla voce di Taehyung, tutto lasciava presagire che Jungkook stesse impazzendo del tutto, che il suo cervello iniziava a fargli scherzi di cattivo gusto replicando la voce della sua metà.

Namjoon era lì che cercava di rendere chiaro il concetto all'alpha che continuava ad insistere su quel punto, sul fatto che l'aveva davvero sentita quella voce, e che l'aveva sentita anche quella notte, proprio mentre cercava di prendere sonno -sonno inesistente, tra l'altro.

«Namjoon, io l'ho sentito! Taehyung mi ha chiamato, io so che era davvero lui. Non sono impazzito, devi credermi» insistette l'alpha, cercando di non passare per il matto di turno. Si passò una mano sul viso con fare stanco e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, gli occhi chiusi e le labbra strette in una linea dura.

Lui aveva sentito la voce di Taehyung per davvero, l'aveva sentita, era stato lui a chiamarlo e non sembrava stesse troppo bene, tra l'altro.

Poteva giurarlo perfino sull'anima di sua madre.

«Jungkook, io non credo possa essere possibile. Yoongi non sente la voce di Jimin, così come io non sento la voce di Jin quando sono in ricognizione. Due metà possono comunicare solo se sono vicine e noi non sappiamo nemmeno dove siano» sospirò pesantemente Namjoon, guardandolo dispiaciuto, e Jungkook strinse la mascella.

Lui non era pazzo.

Su quella verità ci avrebbe scommesso la vita, e lo avrebbe dimostrato!

Se solo avesse saputo come fare, ovviamente.

«Io. L'ho. Sentita» ringhiò allora Jungkook, stringendo i pugni e abbassando la voce di almeno due ottave, diventando quasi irriconoscibile.

Namjoon fece un passo indietro, preso in contropiede dal tono utilizzato dal suo amico, il volto coperto da un'espressione confusa. Stentava quasi a riconoscerlo.

Jungkook era terribilmente serio, gli occhi gli si erano scuriti, la mascella era contratta e le spalle erano di nuovo dritte, e sembrava anche molto più...autorevole di quanto ricordasse.

Però era pur sempre il suo amico, e stava attraversando un periodo difficile, quindi probabilmente non doveva prendersela troppo per come stava reagendo alla lontananza forzata.

«Jungkook, la lontananza è difficile e io lo capisco, ma p—»

«Smettetela di prendermi per pazzo» gli urlò l'alpha, scattando in piedi mostrandogli i denti. Il nervosismo divampò nelle sue vene e si irradiò nel suo animo, quella sensazione di bruciante irascibilità lo incendiò completamente, neanche lo avesse appena preso a schiaffi.

Era una reazione anomala per un tipo come lui, ma era troppo incazzato per poter fare dietrofront, quindi strinse i denti e puntò gli occhi in quelli di Namjoon che, se possibile, sbiancò completamente facendo un altro passo indietro.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now