«Lo so» risponde dopo un po', appoggia la sua testa sulla mia e rilascia un sospiro sconsolato. Lo sa perché anche lui ne aveva bisogno. Per quanto diversi in questo momento siamo terribilmente simili.

Improvvisiamo ogni giorno, sorridiamo e ridiamo in modo inaspettato, per motivi inattesi e diversi. Il problema sorge quando ciò di spontaneo non ha più nulla, quando fingiamo per non preoccupare chi ci sta a cuore. Due comportamenti sono sbagliati in principio, per ogni umano: nascondere i propri sentimenti e tenere eccessivamente al proprio orgoglio.

Per questo non considero totalmente un danno la mia impulsività, di certo in ovvie occasioni dovrei trattenermi, ma mai ho nascosto i miei sentimenti. Che sia rabbia, tristezza o felicità io non indosso mai una maschera di finzione, con nessuno. Non fa parte della mia natura, e semplicemente non ci riesco.

Ma fin troppo spesso ho peccato d'orgoglio. In questo momento, almeno voglio provare a non farlo. Per una volta posso darla vinta ad Allen e raccontargli i miei problemi, come mi ha sempre pregato di fare.

«Oggi sono andata a trovare un mio amico-»

«Il bambino?». Il tono sorpreso del ragazzo non mi è passato inosservato ma ci ho sorvolato. Se mi fermo ora non parlerò mai più.

«Si», gli rispondo scostandomi dalla sua spalla per guardarlo negli occhi. «Pensavo avesse dei problemi, ed in effetti è così, penso...» riprendo il discorso, gli occhi di Allen sono confusi quanto i miei ma non m'interrompe. «É una bambino tanto buono Allen, ma oggi l'ho visto mentre se la prendeva con una bambina... era circondato da altri ragazzini e la, la stavano prendendo in giro». Il mio tono disgustato esprime poco del disappunto che ho provato solo poche ore fa.

«Quando se ne sono andati lui e la bambina sembravano amici... gli ho chiesto spiegazioni ma mi ha solo detto di fidarmi», abbasso lo sguardo su Rex e passo una mano fra il suo pelo in cerca di conforto.

«Io non capisco. É responsabile ma non voglio che si comporti così»

«Perché non ne parli con i suoi genitori?» Allen sembra sicuro della sua proposta ma scuoto la testa.

Se Kim e Dominic ne venissero a conoscenza non penso che la situazione di Tommy possa migliorare in qualche modo. Ha qualcosa in mente e deve risolverlo da solo. Mi ha chiesto di fidarmi perciò non dirò nulla a loro ma andrò di nuovo a trovarlo e questa volta pretenderò delle spiegazioni.

Il flusso di pensieri in cui ero caduta, s'interrompe quando la stoffa ruvida della scarpa destra di Allen, entra in contatto con il mio polpaccio destro e compie in modo regolare movimenti verticali.

Non riesco a trattenere un sospiro di beatitudine, ignorando completamente il suo sguardo in tempesta che brucia sulla mia pelle. Per la sorpresa, Allen allenta la presa su Rex e questo scappa via come un razzo.

Ridendo partiamo alla sua rincorsa. Magari Cross utilizzasse sempre quel metodo per riportare i miei pensieri sulla terra. Forse sto gradendo un po' troppo la sua presenza.

«Ehi, tu stai bene?» Dopo aver riacciuffato il cane mi faccio coraggio e pongo ad Allen una delle tante domande che dal pomeriggio nel bosco mi tormentano.

Evita il mio sguardo per alcuni secondi, gli occhi persi nel vuoto e il fiato trattenuto. Appoggio una mano sulla sua schiena e strofino leggermente per incitarlo a parlare, si gira di scatto verso di me e spalanca gli occhi. Si ricompone velocemente e ghignando annuisce.

«Certo che sto bene sciocca, sei tu quella problematica». Alza una mano in segno di saluto e correndo scappa via, è spaventato dai suoi sentimenti? O forse non si fida ancora di me? Mi sento totalmente inutile, sta male ed io non posso farci nulla.

Come il cielo a mezzanotte Where stories live. Discover now