Capitolo 17

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Mi sveglio nel letto accanto a Xavier, se possibile mentre dorme è ancora più bello: con gli occhi chiusi, le labbra leggermente dischiuse, i capelli sconvolti dove ho infilato le mani tutta la notte.
Mi alzo per evitare di saltargli di nuovo addosso, vado in bagno a pulire il viso dal trucco sfatto della sera precedente, spazzolo i capelli e lavo i denti.
Quando rientro in camera lui è già sveglio, ha un braccio dietro la testa, l'altro poggiato sul lenzuolo che gli copre i fianchi, peccato! Penso arrossendo mio malgrado, il petto completamente nudo, è da copertina sexy.
"Buongiorno" lo saluto.
"Buongiorno, mi sei mancata".
"Sono andata solo un attimo in bagno."
"Non farlo mai più, se prima non mi hai dato il bacio del buongiorno".
Non se lo fece ripetere due volte, salgo sul letto come una gattina e mi avvicino per baciarlo.
Se sto sognando non svegliatemi!
Il suo gusto sa di uomo, di sesso e di buono, è da infarto. Decisamente potrebbe creare dipendenza.
"Così va meglio," mi dice sorridendo. "Sono felice di averti soddisfatto".
"No, non ancora," mi risponde con voce roca guardandomi i seni, poi mi prese all'improvviso in braccio.
Lancio un grido di sorpresa.
"Andiamo a farci la doccia."
Non facciamo solo la doccia, facciamo anche l'amore, ho la schiena schiacciata contro le mattonelle del bagno e le gambe intrecciate sui suoi fianchi, è la prima volta che faccio l'amore in piedi ed è incredibile.
Da oggi è la mia posizione preferita ma pensandoci anche quelle di questa notte lo sono state... La verità è che tutto quello che faccio con Xavier prende il suo gusto speciale.
Facciamo colazione in camera e ci prepariamo velocemente per goderci le ultime ore ad Amsterdam.
Xavier ha affittato una macchina: "Oggi andiamo a visitare il villaggio di Zaanse Schans. È un tipico villaggio olandese del seicento, ci sono ancora delle case d'epoca e tredici mulini a vento funzionanti. Alcuni tagliano il legno, altri macinano le spezie, la cioccolata..."
"C'è anche un museo e una fabbrica di cioccolata, oltre a diversi negozietti di souvenir."
Quando arriviamo, siamo a circa mezz'ora da Amsterdam, ammiriamo il primo supermercato olandese Albert Heijn, aperto nel 1887 che attualmente è una delle catene più importanti e famose del paese.
"Oltre a fare le foto, tu potresti prendere appunti per l'articolo da mandare in allegato al nostro cliente."
Annuisco, ci aveva già pensato e inizia a trascrivere nelle note del cellulare le informazioni più importanti, per non dimenticare nulla.
Andiamo a vedere come si creano gli zoccoli di legno tradizionali che ormai non indossa più nessuno, come si prepara il famoso formaggio Gouda e infine mangiamo i pannenkoeken, sono simili alle nostre crêpes ma per lo più, servite stese sul pianto e in versione salata con formaggi e salumi.
Compro qualche souvenir da regalare a Candida e qualcosa da portare a casa. Mi vengono in mente i miei genitori, è vero che non ho un rapporto idilliaco con loro ma adesso che siamo lontani, devo mettere che mi mancano.
Troppo presto arriva il momento di tornare indietro e salire sull'aereo che ci riporterà a Barcellona. In volo Xavier si dedica a visionare le foto che abbiamo scattato mentre io sono intenta a scrivere l'articolo.
Siamo in silenzio ma è un silenzio complice, siamo vicini, connessi.
"Appena lo finisco te lo invio così puoi girarlo al cliente."
"Perfetto" mi risponde abbracciandomi e schioccando un bacio sulla guancia.
Chissà come proseguirà la nostra storia una volta tornati a casa e se continuerà, non voglio rovinare la giornata e accantono i pensieri tristi, domani si vedrà.

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