Capitolo 7

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Nel pomeriggio, dopo l'università vado allo studio di Xavier piena di aspettative, non vedo l'ora di cominciare ad imparare a fare fotografie come le fa lui.
All'inizio facciamo un po' di teoria, mi spiega come catturare la luce giusta, come cambiare l'obiettivo della Reflex che mi presta per fare le fotografie e il modo di utilizzare l'otturatore.
Infine mi fa vedere la griglia a nove quadrati in cui dividere idealmente la fotografia e come posizionare l'oggetto nella foto, l'angolazione giusta da cui fare la fotografia.
Ogni volta che Xavier mi tocca la spalla o la mano, per mettermi nel modo giusto sussulto.
Non sono mai stata così a stretto contatto con un uomo tanto affascinante, mi sento ancora più imbarazzata del solito, già con i maschi in genere non è che sono chissà quanto spigliata.
Sospiro, non sarà facile lavorare con lui se sto tutto il tempo a pensare a quanto è bello e a fantasticare sulle sue mani, a come deve essere sentirle non in modo professionale... La mia fantasia sta partendo a briglia sciolta ed è decisamente il momento di smetterla.
"Fai tante prove fotografiche per lo stesso soggetto, abbassati oppure alzati non fare la solita foto piatta frontale." mi sta istruendo Xavier.
Seguo diligentemente le sue istruzioni.
"Bene adesso siamo pronti per uscire fuori", siccome è già trascorsa più di un'ora andiamo nelle vicinanze, superiamo La Rambla e ci avviamo verso il Porto Vecchio.
Comincio a fare foto alle barche, al mare e poi alle persone sedute ai tavoli, a un vecchio che guarda l'orizzonte, ai bambini che corrono dietro gli uccelli... Capisco che mi piace fotografare più le persone che le cose.
Sono così affascinata da tutto quello che vedo attraverso la macchina fotografica che perdo la cognizione del tempo, di nuovo, finché Xavier non mi tocca una spalla abbassandosi vicino a me per dirmi: "dobbiamo andare."
Guardo l'orologio che ho al polso: "Cavoli si è fatto tardissimo! Devo correre al lavoro."
Sono trascorse più di due ore, quindi gli devo più di cento euro ma Xavier rifiuta.
"Abbiamo detto cinquanta euro, va bene così."
Lo ringrazio e corro al ristorante, Riccardo per fortuna non si arrabbia per i venti minuti di ritardo che ho fatto, mi metto subito al lavoro.
A metà serata ho una spiacevole sorpresa, ad un tavolo del ristorante , si stanno sedendo: Xavier ancora più bello del solito con i capelli tirati all'indietro dalla gelatina, una camicia nera con i primi due bottoni aperti e un jeans nero slim fit, così sexy da far perdere la lingua e la vista.
Peccato che non è solo, vicino a lui c'è una ragazza magra, altissima quasi quanto lui, con i tacchi a spillo, un fazzoletto nero addosso che lei probabilmente pensa sia un vestito, lunghi capelli lisci e biondi, occhi azzurri e la pelle chiarissima quasi trasparente.
Avverto il morso della gelosia, e mi sento sciatta con i miei semplici jeans e la t-shirt, chissà se è la sua fidanzata... Mi riscuoto dai miei pensieri, lui è solo il mio insegnante ed io sono qui per lavorare. Mi avvicino con un sorriso alla coppia, cercando di essere il più professionale possibile. "Buonasera" dico porgendo i menù.
Xaviera riconosce la mia voce, alza gli occhi e sorpreso mi dice: "Allora tu lavori qui?"
"Sì lavoro da Riccardo's & Friends, cosa volete mangiare stasera?"
"Io prendo un insalata mista" dice la ragazza, storco un po' la bocca, ecco come si fa ad essere così magre, basta mangiare solo insalata, cosa che io non potrei mai fare, a me piace mangiare e di gusto.
Xavier ordina una bistecca al sangue con contorno di patate fritte e vino rosso.
Li guardo con la coda dell'occhio, tutto il tempo della cena, non posso farne a meno, mi dico mentendomi che sono solo curiosa, per fortuna il lavoro mi distrae e la smetto di rimuginare.
Sembrano molto affiatati, rilassati, scherzano e parlano per tutto il tempo, ogni tanto lei gli stringe la mano che lui tiene poggiata sul tavolo, ed io avverto una stupida stretta allo stomaco. Non fanno altre effusioni, e penso che se hanno una storia, alla fine non ci deve essere tutta questa grande passione tra loro.
Quando  stanno per andarsene Xavier mi viene a salutare dicendo: "Domani mattina è sabato e tu non devi andare all'università, vengo a prenderti alle sei così faremo qualche fotografia dell'alba."
Accetto con entusiasmo, forse con un po' troppo entusiasmo penso accigliandomi e continuo a lavorare con più lena di prima.

Non sarò mai tua.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora