Capitolo 1

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Uno spiraglio di luce filtra dalla finestra, lasciata accostata, arrivandomi dritto sulla faccia, automaticamente le mani vanno a coprirmi gli occhi. Alzarsi dal letto caldo e morbido è sempre una tortura, ma dopo essermi abituato alla luce mi alzo e mi stiracchio. Un odore di caffè mi arriva al naso riuscendo a dare al mio cervello la lucidità necessaria per trovare gli occhiali appoggiati sul comodino vicino al mio letto così da non incespicare per le scale.

Almeno è così che immagino debba essere un normale risveglio, ma quando si ha un Sirius Black in casa è troppo aspettarsi che qualcosa sia anche lontanamente normale.

*

«James, Sirius caro, alzatevi ho preparato la colazione» urla una voce che ricollego alla signora Potter, madre del mio migliore amico James, e allora mi alzo perché la parola colazione è un motivo più che valido.

James ovviamente non sembra aver nemmeno percepito la voce della madre allora da buon amico che sono mi avvicino al suo letto e senza sforzo lo spingo giù. In tutto questo lui con la mano avvinghiata al cuscino se lo porta con sé e non accenna ad aprire gli occhi; a mali estremi estremi rimedi quindi cerco di architettare uno stratagemma degno di me.

*

Mi ritrovo in una posizione molto strana senza sapere come ci sia effettivamente finito: sento una superficie dura sotto di me, quindi, deduco di essere steso a terra, la mia gamba destra però è sospesa tenuta da delle braccia che identifico come quelle di Sirius.

Non è questa la parte peggiore, Sirius è su una scopa(si è proprio su una scopa e spero per la sua incolumità che non sia la mia) e sta iniziando a salire facendomi levitare a testa in giù muovendosi da una parte all'altra della camera.

É arrivato a casa esattamente un mese fa, a metà estate, ha bussato alla porta e me lo sono ritrovato davanti in un misto di smarrimento e confusione.

Sembrava malconcio e per un momento non ho saputo cosa fare, l'ho fatto entrare in casa e ho iniziato a parlare a vanvera di qualsiasi cosa mi passasse per la testa, facendo finta che fosse tutto perfettamente  normale.

Sirius è rimasto silenzioso per tutto il tempo e io non ho fatto domande, perché se c'è una cosa che ho imparato su Sirius, è che è sempre meglio non fare domande.

Sirius si è stabilito a casa mia ed è tornato tutto come di norma, ma d'altronde, come ho già detto, con Sirius è difficile comprendere il concetto di normalità.

Ogni giorno quando ci svegliamo uno dei due o ha preparato uno scherzo all'altro o ha inventato una sveglia innovativa.

Un giorno per esempio al risveglio, Sirius si è trovato tanti bei disegni sulla faccia, li ho persino disegnato dei bellissimi baffi, qualche giorno fa invece l'ho svegliato buttandoli un bicchiere d'acqua addosso.

Sollevo la testa appena in tempo così da non andare a sbattere contro il baule.

«Sirius, sono sveglio, sono sveglio, lasciami andare oppure ti tiro un calcio con la gamba libera» dico perché il sangue sta iniziando ad arrivarmi alla testa e inizio a sentirmi non  proprio perfettamente in forma.

Per fortuna quel cane pulcioso mi lascia andare ed inizio a vedere il mondo dal lato giusto così come dovrebbe essere.

Scendiamo a fare colazione, con mia madre che mi urla contro, 'mi' perché a Sirius non potrà mai rivolgere qualcosa di diverso da un sorriso a trentadue denti che si dovrebbe rivolgere di solito ai propri figli.

*

Il viaggio in treno è stato rilassante, ho rivisto le mie migliori amiche: Marlene, che ho constatato essere rimasta sempre la stessa dell'anno scorso, e Alice che finalmente dopo anni si è ufficialmente impegnata con Frank.

Malandrini ~ The irony of timeWhere stories live. Discover now