Ti fidi di me?

Magsimula sa umpisa
                                    

"Pronta?" mi chiede sorridendo ancora.
Annuisco e basta, ancora un po' incerta.

Dopo la mia risposta mette in moto e parte.
Scruto una Bologna ancora addormentata dal finestrino.
C'è qualche persona solitaria a portare a spasso il cane, qualcuno che fa jogging, qualche altra automobile che come noi vaga per le strade ancora deserte.

"Oh quasi dimenticavo, sui sedili posteriori ho la tua borsa e il giubbottino." esclama mantenendo gli occhi sulla strada.
Mi giro e recupero le mie cose.
Che figura.

"Oh, grazie. Ma Dario.. Dove andiamo?" dico cercando il suo sguardo.
Mi rivolge solo un'occhiata di sfuggita, e mi fa un sorrisetto di sbieco.

"Sorpresa." risponde sfoggiando un tono ironico.

"Daii.." esclamo in un misto tra spaventata e supplicante.
"Non te lo dirò, abbi pazienza e lo vedrai da sola." replica con la voce pacata, come se fosse un papà che risponde alla bimba impaziente, che tutto sommato ho dato la prova di essere con la mia ultima esclamazione.

In realtà non sono impaziente, ho paura, sento come un macigno sul petto che mi impedisce di respirare normalmente.
Quando vedo la strada che imbocca, sono stupita e altrettanto rassicurata.

Ci stiamo dirigendo in un posto in cui non metto piede da tanto, forse troppo tempo.
Parcheggia nei pressi dell'Istituto Rizzoli. Da qui andremo a piedi verso il monastero di San Michele in Bosco.
È incredibile come questo piccolo angolo di paradiso disti solo pochi minuti dal centro storico.

"Ma è aperto il parco a quest'ora?" gli chiedo stringendomi nel giacchetta, meno male che me lo ha riportato perché fa davvero fresco quassù.

"Sì, apre alle 5:30, ho controllato sul sito del Comune." replica con le mani affondate nelle tasche.

"Ah, cavolo, ti eri organizzato bene..." esclamo con tono che è a metà tra lo stupito e l'ironico.

"Già." dice lasciandosi sfuggire una risatina.

Camminiamo immersi in un silenzio austero sulla salita per arrivare al parco.
Si sentono solamente gli uccellini che cinguettano, anche loro appena svegli proprio come noi.

Finalmente arriviamo al belvedere e ci mettiamo a guardare Bologna, che è tanto vicina in realtà ma sembra lontana vista da questa prospettiva.

"Mi vuoi spiegare come mai sei scappata così?" mi chiede, rompendo il silenzio e voltandosi per guardandomi dritto negli occhi, in cerca di una risposta.
Distolgo immediatamente lo sguardo.

"Nulla, Dario." mormoro io.

"Questa scusa con me non regge.. in primis perché quando voi ragazze dite nulla non è mai 'nulla'.. e poi ti conosco, non saresti sparita così per niente.. senza salutare, né prendere le tue cose.." inizia a gesticolare per spiegarmi il suo punto di vista.
Lo sapevo che lo avrebbe capito, oramai posso nascondergli veramente poco di me.

"Se non vuoi dirlo a me, dillo a lei." dice indicandomi con un dito Bologna.
È astuto a giocarsi questa carta, sa che ho un debole per la nostra città, proprio come lui.

"Dicci..." inizia sorridendo, dato che usa il plurale per parlare di lui e la città "Te la sei presa per la battuta di Tonno?" ora mi fa un sorrisetto beffardo e appoggia una mano sotto al mento, attendendo risposta. Sbatte le ciglia in modo ammiccante per prendermi in giro.

"Forse sì, Dario, un po'.. non chiedermi il perché." replico a bassa voce.
Sento gli occhi pizzicare, le lacrime mi appannano la vista, ma non posso ora.
Non ora, cazzo.

"Sara.." dice posandomi una mano sulla spalla.

Ed ecco la prima lacrima solitaria che solca il mio viso. Dando il via così, inesorabilmente, a una cascata che sembra inarrestabile.

"Sara.." dice mestamente "Ti prego, non piangere.. Tonno è un po' un infame a volte, è vero, ma noi lo sappiamo che scherza! Tu non hai forse ancora sperimentato questi aspetti del suo carattere, ma lui non lo fa con cattiveria.. è solo fatto un po' male, sotto questo punto di vista."

Mi allontano dal punto in cui si ha la vista completa di tutta la città per andarmi a sedere sotto ad un albero, a pochi metri di distanza.

Rimango come una stupida, seduta con la testa rintanata tra il mio petto e le gambe.
Non voglio dirglielo, e se lascio che si avvicini, che mi guardi con quei suoi occhi che sono una delle mie più grande debolezze, glielo dirò.
Ne sono consapevole, e ne sono terrorizzata al solo pensiero.

Mi sento proprio una bambina in questo momento, sono patetica.
Mi sento ancora più umiliata che dopo l'affermazione di Tonno davanti tutti, se possibile, ed è ancora peggio perché ora sto facendo tutto da sola.

Faccio un respiro pesante e mi tiro in piedi, sventolandomi il viso cercando invano di asciugare le lacrime che continuano a percorrerlo.
Non trovo una posizione in cui riesco a darmi pace.

Mentre mi accingo ad allontanarmi da lui, la sua mano afferra la mia.
Mi fa voltare e sento il cuore salirmi in gola.

"Aspetta." dice con gli occhi abbassati.







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Good morning everyone! 🥰
Vi devo fare un ringraziamento speciale perché questa storia ha raggiunto le 20 MILA letture, non so veramente cosa dire.. siete meraviglios*, davvero GRAZIE GRAZIE GRAZIE un MILIONE di volte! ❤️❤️❤️

Il titolo di questo capitolo forse è un po' fuorviante, e ogni volta che penso a quella frase mi viene in mente la scena di Aladdin in cui lui lo dice alla principessa Jasmine! 😂
Vabbè, miei divagamenti a parte, che ne pensate di questo capitolo? Cosa vi aspettate dal prossimo, più che altro?😏😌

How would you feel? Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon