Capitolo quattordici ❄️

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<<Allora io vado a lavoro. Ci vediamo questa sera>> disse mia madre circa un'ora e mezza dopo, sparendo oltre la porta d'ingresso.
Eravamo tutti reduci da un abbondante pasto, quasi del tutto tipicamente canadese, passato tra le risate e tra le chiacchiere.
Perfino mia madre era riuscita a rilassarsi dopo un po', riuscendo a parlare in maniera più sciolta con Victor, senza fare altre brutte o strane figure e soprattutto senza balbettare.
Darle l'opportunità, seppur non programmata, di conoscerlo mi aveva resa immensamente felice.
Victor era davvero speciale ai miei occhi e avevo sempre avuto dentro di me il desiderio sopito di portarlo a casa mia anche solo una volta, così da dare una chance ai miei genitori di ritrovare in lui la stessa persona meravigliosa che aveva conquistato senza fatica me per prima.
Era da sempre un mio sogno nascosto.

Qualche secondo dopo sentii il delicato tocco della mano dell'uomo sopra la mia, forse per richiamare in qualche modo la mia attenzione.
Lo accontentai subito, tornando a rivolgermi nella sua direzione.
Lo trovai immensamente rilassato e con un sorriso meraviglioso sul viso, lo stesso che per tanti mesi avevo avuto il privilegio di ammirare da vicino.
In quel Victor non c'era più traccia della malinconia che lo aveva macchiato nelle settimane precedenti, ma la stessa serenità di una volta.
Sembrava felice. Sembrava a suo agio.
Gli sorrisi a mia volta, prima di assecondare il suo desiderio di intrecciare dolcemente le sue dita chiare e affusolate con le mie.
<<Siamo rimasti da soli. Cosa ti va di fare?>> chiesi, stringendo più forte la sua mano.
Lui sorrise ancora una volta, prima di afferrare il mio mento tra le sue dita, per poi posare le sue labbra sulle mie in una risposta decisamente eloquente.
Baciare Victor era come immergersi nel migliore dei sogni. Uno di quelli dove sembrava quasi di affondare, desiderando nel mentre di non riemergere mai da quel tepore.
Le sue labbra erano dolci e le muoveva seguendo attentamente la forma delle mie, come a volerle studiare per bene, ma ogni tanto diventavano anche più aggressive; strappandomi vari versi di apprezzamento.
Mi lasciai trasportare dal suo tocco ben più esperto del mio, godendo nel mentre delle sue morbide carezze in senso circolare sulla mia schiena.
Era molto diverso dalla prima volta che mi aveva baciata, perché quella volta avevo sentito solamente tanto desiderio da parte sua e un sentimento non definibile; mentre in quel salotto mi stava comunicando qualcosa di completamente diverso e di decisamente più profondo.
Il desiderio infatti c'era comunque, ma era presente qualcosa che la prima volta mancava: amore.
Riuscii a staccarmi solo qualche minuto dopo. Non per chissà quale motivo... ma semplicemente per fare quella domanda che fin dal primo momento aveva premuto dal fondo della mia gola per uscire fuori.
<<Victor, mi prometti che questa volta non te ne andrai? Mi prometti che non mi lascerai di nuovo mezza nuda e confusa? Che non ti pentirai di quello che stiamo facendo?>> chiesi quindi, lasciando emergere tutte le mie ansie e le mie preoccupazioni.
Non avrei sopportato nuovamente un suo abbandono, non quella volta, non con la mia fragile precarietà attuale.
<<Secondo te ho fatto più di seimila chilometri per andarmene di nuovo?>> mi chiese lui retorico, accarezzando dolcemente i miei zigomi con la punta delle dita, come per paura di rompermi con un contatto troppo forte.
Effettivamente rischiavo davvero di andare in mille pezzi con poco, ma sentivo di potermi affidare nelle sue mani.
Ne ebbi la certezza scovando un sincero coinvolgimento nei suoi occhi, in quel momento ancora più luminosi del solito.
<<E tu che mi dici? Scapperai ancora da me, non lasciandomi altro che un biglietto infilato sotto la porta?>> chiese lui a sua volta.
Incassai il colpo. In fondo me lo meritavo ed era anche il mio turno di dare certezze a lui.
<<Mai più fughe e biglietti, giuro>> promisi.
Lui annuì, prima di tornare a baciarmi con ancora più trasporto delle volte precedenti.
Non era un bacio tanto per fare, ma il bacio di due persone desiderose di continuare e di guardare oltre.

Oltre tutti i problemi passati.
Oltre limiti da noi stessi imposti.
Oltre ogni cosa.

Ogni volta che la sua lingua toccava la mia mi innamoravo maggiormente di lui, sempre di più, diventando entrambi sempre più coinvolti.
Iniziammo subito dopo un lento pellegrinaggio in direzione della mia cameretta, senza risparmiarci vari baci e anche qualche tocco decisamente intimo.
Lo privai del maglione chiaro ed elegante appena dopo la soglia della porta, lanciandolo con un gesto teatrale sopra la mia scrivania, senza nemmeno preoccuparmi di prendere la mira.
Lui mi imitò immediatamente, correndo subito dopo sul bottone dei miei pantaloni, mostrando una rara fretta.
La sua pelle era bella come nessun'altra cosa al mondo e sembrava fatta appositamente per essere accarezzata e baciata.
I suoi respiri erano dolci e leggermente affannati, specie quando succhiavo con maggiore intensità il suo collo.
Le sue mani erano gentili sul mio corpo, ma ogni tanto mi stringevano con un profondo desiderio di possedermi completamente.
I suoi occhi erano bellissimi, ancora più del solito, e mi guardavano con un'intensità tale da mandarmi in pappa il cervello.
Victor in quel momento mi stava baciando pieno di amore e di premura, così da farmi capire che quella volta sarebbe andata diversamente e che era deciso ad andare fino in fondo con me. Quindi io mi aggrappai forte contro il suo corpo, così da fargli capire a mia volta che era ormai finito il tempo di scappare con le ultime ombre di una notte ormai morente a coprire le mie tracce.
Persi in quel vortice di forti sentimenti reciproci ci spogliammo a vicenda, entrambi restando semplicemente in intimo, prima di sdraiarci lentamente sul mio letto, decisi ad assaporare ogni momento.
Non c'era fretta, ma solo tanto desiderio di scoprirci a vicenda e di apprezzare ogni singola nuova emozione. Alcune nuove, alcune ricorrenti.
<<Fa strano farlo con tutti questi poster di me stesso che mi fissano>> commentò lui, iniziando a dedicare le sue attenzioni al mio collo <<sei sempre stata ossessionata da me quindi.>>
<<Chiudi il becco>> risposi io, spingendolo contro di me, così da convincerlo a continuare col suo lavoro niente male.
Lui sorrise divertito contro la mia pelle, prima di riprendere con baci leggeri come carezze.
Decisi di godermi ogni suo bacio, ogni sensazione trasmessa dalla sua pelle liscia che si sfiorava ripetutamente contro la mia, ogni suo tocco, ogni suo sguardo carico di dolcezza a me rivolto.
Le nostre labbra si posarono ovunque sul corpo dell'altro ed io per prima mi presi tutto il tempo necessario per studiare il suo corpo, reso tonico e perfetto da innumerevoli ore di allenamento svolte nel corso degli anni.
Lo desideravo tantissimo.
Volevo fondermi con lui e sentirmi per la prima volta davvero unita a lui.
Non più solo come un allenatore con la sua allieva, ma come due adulti desiderosi di amarsi e di possedersi completamente.
<<Victor, cosa succederà dopo?>> chiesi improvvisamente, accarezzando i suoi ciuffi argentati.
L'uomo si staccò dolcemente dal lobo del mio orecchio, prima di tornare con il viso davanti al mio, pieno di dolcezza negli occhi azzurri.
<<Vieni via con me... torna in Russia con me...>> sussurrò lui contro le mie labbra, guardandomi pieno di aspettativa <<ma non solo come mia allieva...>>
Victor mi baciò a stampo, prima di aggiungere: << Vieni via con me... per sempre.>>
Mi stava chiedendo di restare insieme a lui.
Mi stava chiedendo di riprendere la nostra vecchia e bellissima vita insieme nel suo appartamento, con lui come mio allenatore e compagno di vita.
<<Seriamente stai aspettando una mia risposta? Io non desidero altro...>> risposi, senza nemmeno sentire il bisogno di pensarci su.
In fondo non volevo che Victor nella mia vita. Nessun altro, se non lui.
Lui sorrise, prima di tornare sulle mie labbra con maggiore coinvolgimento e passione.
Non smise per un secondo di accarezzarmi.
Non smise per un secondo di baciarmi, mentre mi toglieva lentamente gli ultimi indumenti, pronto per fondersi completamente con me.

Per un momento il mio sguardo cadde sulla corona di rose blu posata accanto a me, riportandomi brevemente con la mente al loro significato.
Non erano semplicemente fiori, ma una metafora che si prestava perfettamente per descrivere tutte le vicende degli ultimi mesi.
Victor era infatti la mia personale rosa blu, quella che per tanto avevo desiderato di tenere tra le mani, senza riuscire a raggiungerla per tanto di quel tempo... nemmeno insistendo con tutte le mie forze.
Victor era la mia bellissima e dannata rosa blu, quella che finalmente avevo avuto l'opportunità di annusare, fino ad inebriarmi col suo profumo.

Nonostante ciò Victor non era perfetto, come molte persone al mondo credevano. Sul piano fisico non potevo dare torto a quella linea di pensiero, ma per il resto Victor era imperfetto.
Lo era con il suo carattere pressoché bizzarro e fuori dal comune.
Lo era per i suoi comportamenti spesso incomprensibili ai più.
Lo era per la perfezione maniacale che metteva in alcune questioni, in primis sul pattinaggio.
Lo era per tutte le sue piccole manie.
D'altro canto però era stata proprio quella sua imperfezione non convenzionale a farmi innamorare di lui.
In fondo tutti al mondo vivevano nella propria imperfezione, chi più e chi meno, io per prima. L'importante per me era riuscire a trarre da quell'imperfezione la bellezza in essa nascosta, quella più vera e pura.

Victor si prese qualche secondo per guardarmi un'ultima volta, accarezzando dolcemente le mie guance.
Si stava mostrando estremamente preso da me e premuroso, esattamente come nelle mie pregresse fantasie.
<<Ti amo, Victor, tantissimo>> sussurrai contro le sue labbra, sentendolo entrare lentamente dentro di me, fino a diventare come un unico corpo.
Chiusi gli occhi, lasciandomi travolgere da quella meravigliosa sensazione e da una felicità mai assaporata prima di quel momento, nemmeno dopo la vittoria della medaglia d'oro al Grand Prix.
Sentirlo dentro di me era infatti il premio migliore in assoluto e il coronamento di un sogno. Un lusso dedicato a pochi.
Stavo facendo l'amore con Victor.
Non potevo desiderare nulla di più bello al mondo, non più della sensazione del suo respiro caldo contro il mio collo, mentre spingeva pieno di desiderio dentro il mio corpo, non più delle sue dita intrecciate contro le mie e dei suoi occhi pieni di amore per me, non più della consapevolezza di aver avuto il raro privilegio di realizzare i miei desideri.

Molte persone infatti perdevano parte della propria vita o addirittura tutta dietro alla folle corsa per riuscire ad agguantare la propria rosa blu personale. Spesso fallendo.

A volte senza nemmeno riuscire a sfiorarla.
A volte senza nemmeno riuscire a vederla sbocciare.

Io invece ero stata estremamente fortunata: ero infatti riuscita ad afferrare la mia rosa blu.

Ed ero decisa a proteggerla per sempre, fino all'ultimo petalo.

Ringrazio tutte le persone che hanno letto tutta la storia fino a qui

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Ringrazio tutte le persone che hanno letto tutta la storia fino a qui.
Non sono state molte, ma non è importante.
Questa è una storia nata senza troppe pretese e che in realtà ho scritto più per me stessa, piuttosto che per altro. Forse semplicemente perché non ho trovato nulla in più capitoli su Victor Nikiforov e ho fatto da me.

In ogni caso grazie a chi ha speso il proprio tempo per leggere e talvolta per darmi un parere. Ho apprezzato ogni piccola cosa.

Sono felice di riuscire a mettere "completato" su un'altra storia. Mi dà un senso di soddisfazione immenso, ma anche un po' di vuoto, come salutare un amico.
In fondo però tutto deve avere una fine, quindi vi saluto calorosamente e con gioia.

Un bacio a tutti i lettori~

ᏒᎾᏚᎬ ᏴᏞᏌ || Victor Nikiforov x ReaderOnde histórias criam vida. Descubra agora