«E dove dovrei essere, Sanguesporco?» domandò poi, 'dovresti essere nella tua camera ed io dovrei essere con te'. Era l'unica risposta che avrebbe voluto sentire in quel momento. Hermione sospirò sentendo quel soprannome che non le era mai mancato e gli intimò che ne avrebbero parlato. Draco la guardò disgustato per poi allontanarsi ed uscire dalla stanza. Hermione sospirò di nuovo e cercò di eliminare quei sentimenti di rancore, ne avrebbe parlato poi con lui quella sera.

«Finiamo la ronda e-»

«Cos'era quello?» interruppe bruscamente indicando la porta appena chiusa da Malfoy, lasciando nella stanza solo il ricordo di ciò che aveva detto.

«Era Malfoy, Harry.» rispose ironica avvicinandosi alla porta, ma Harry la bloccò di nuovo ripetendo la domanda. «Ma che intendi? Sei strano, riprenditi.»

«Degli sguardi. Non sono stupido, vi ho visto bene adesso. E poi non hai detto niente, da quando non rispondi a Malfoy?!» domandò quasi furioso. Li aveva studiati durante tutti i lunghi minuti in cui si erano guardati con attenzione. Si erano addirittura toccati e lui non l'aveva allontanata con nessun commento sul suo sangue. Aveva utilizzato il suo tipico soprannome, ma per solo un instante Harry vide qualcosa di diverso in quelle parole. Avrebbe potuto dire Sanguesporco come avrebbe potuto dire qualsiasi altra parola, non gli dava più il peso di disgusto che lo aveva accompagnato in quegli anni.

«Dopo sei anni ancora dovrei rispondergli? Perderei tempo, finiamo il giro che poi devo studiare.» riprese lei aprendo la porta per uscire. Continuò a camminare tranquilla e guardò annoiata le stanze solo per avere la coscienza pulita, ma sapeva che tutti erano nella stanza delle necessità per la festa. Nella sua mente intanto pensava a lui, chissà cosa stesse pensando in quel momento.

«Hermione.» la richiamò ancora ed Hermione si voltò verso di lui chiedendo cosa volesse. Harry la guardò attentamente anche se erano a qualche passo di distanza, poi si avvicinò e chiese. «Di che colore sono gli occhi del ragazzo di cui richiedi attenzioni?»

«Che domande sono? Harry dai, devo finire. Veramente.» rispose ironica riprendendo a camminare, ma Harry non la stava più seguendo così si voltò di nuovo verso di lui. «Vai alla festa, continuo io qui. Forse Ginny e lì e ti vuole parlare.» propose prima di aprire un'altra porta e controllare. Harry però rimase fermo sul suo posto, li aveva visti bene quei due poco prima, nella torre. Erano davanti a lui e avrebbe riconosciuto quel tipo di sguardo ovunque. Era uno sguardo così puro, un qualcosa che si dedica ad una persona speciale..

«È lui, vero?» chiese interrompendo il silenzio del corridoio. Hermione si immobilizzò sul suo posto e sospirò, poi ricordò che i sentimenti che provava erano solo da parte sua, lui non sentiva assolutamente niente. Quel soprannome poi..

«Harry, ma di cosa parli?» urlò stanca sbattendo la porta dell'aula prima di avvicinarsi di nuovo a lui. Il ragazzo la guardò sconvolto, come se davanti a se ci fosse una creatura strana. «Non c'è nulla.»

«Non c'è nulla di più chiaro.» corresse lui, sconvolto. Le accarezzò la guancia lentamente comprendendo che il cuore non sempre faceva ciò che gli si richiedeva e lui lo sapeva bene. Harry riprese «Di che colore sono gli occhi?»

«Sono azzurri.» rispose semplicemente guardando gli occhi del suo migliore amico, verdi. Bellissimi, un colore che non si trovava spesso in giro. Era un verde raro, accompagnato da macchie più chiare e macchie più scure. «E grigi. Dipende..»

«Che io sia maledetto per quello che sto per dire, forse sono ancora sconvolto per Ginny ma... va da lui. Non era tanto contento poco fa..» sussurrò combattendo con se stesso. Stava spingendo la sua migliore amica tra le braccia dell'unico ragazzo che non avrebbe mai più voluto vedere sulla faccia della terra. In un momento, gli tornò in mente il primo anno quando lo aveva incontrato al negozio per comprare i vestiti.. da lì aveva capito che era solo un bambino presuntuoso. Ma forse c'era altro di nascosto in lui, che Hermione era riuscita a vedere.

«Harry, no. Ho il giro e poi tra me e lui non c'è nient-»

«Hermione, sarò pure sbadato certe volte e non vedo molte cose, ma quello l'ho visto bene e se tu non ti fossi messa in mezzo me le avrebbe date anche alla babbana, tutto per togliermi dalla faccia della terra. Ho notato qualcosa in questi giorni, prima allo stadio, poi la mattina in sala, le tue continue assenze ma non volevo ammetterlo.. lo ritenevo impossibile. Ora me lo sono trovato davanti e non posso più negarlo.. Vai e non farmene pentire.» disse incitandola ad allontanarsi. Hermione sorrise dolcemente e gli lasciò un bacio sulla guancia. «Promettimi che mi darai l'onore di picchiarlo se dovesse succedere qualcosa.»

«Sarò anche una ragazzina innamorata ma so ancora picchiare qualcuno! Ricordati che gli ho dato un pugno!» disse puntandogli il dito contro prima di correre via verso l'unico posto in cui voleva stare. Prima di raggiungere i sotterranei indossò il mantello dell'Invisibilità che aveva precedentemente messo nella sua borsa poco prima, poi riprese il suo percorso. Arrivò davanti la porta del dormitorio e si rese conto che nessuno avrebbe aperto la porta, dato che tutti erano alla festa quindi corse verso la stanza delle necessità e cercò Daphne.

«Seguimi fuori.» le sussurrò trovandola vicino al banco delle bibite. Daphne si guardò intorno e non trovò nessuno, poi ricordò del mantello di Hermione ed uscì dalla stanza delle necessità. «Mi serve la parola d'ordine della sala comune.»

«Draco non te l'ha detto?»

«No.. vuoi accompagnarmi?»

«Perché? È purosangue, ci saresti dovuta arrivare.» rispose ironica alzando il cappuccio di Hermione sul suo capo, poi tornò alla festa.

The truth about monsters; Dramione.Where stories live. Discover now