Prologo

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-"Ehi John. Hello! Sto rientrando ora da Mykonos. Ci vediamo al locale" dico al mio vice, il capo del personale del mio locale, una disco club al centro di Londra. Sono seduta sull'aereo in attesa della partenza che mi riporta nella mia bella città.
-"D'accordo Ava. A dopo" dice riattaccando.
Sospiro felice e rilassata,spengo il telefono e chiudo gli occhi ripercorrendo i quindici giorni di puro relax a Mykonos, dove sono stata da sola per riposarmi dal forte stress lavorativo. Ho passato giorni magnifici tra mare, ottimo cibo e bella gente, alla scoperta di posti nuovi. Ora si torna alla realtà, al duro lavoro al locale, che ho costruito e di cui ne vado fiera, e torno bella abbronzata e rilassata e anche bella carica.

*********

-"No, dai. Serio, non ne ho voglia. Stasera presenzierò al cinema per la prima e poi torno a casa. Lo sai che non mi va di stare in mezzo alla gente  Omar" dico scocciato al mio manager. Sono seduto sul mio divano in soggiorno e sto ascoltando da mezz'ora il mio manager e migliore amico e sono stufo di ascoltare le sue stronzate su feste e gala. Lo sa che odio le feste e che cerco di proteggere la mia privacy il più possibile.
-"Devi caro. È la tua vita, la tua carriera e sai che non puoi rifiutare. Quindi da bravo stasera dopo la prima  vai alla festa insieme a Faith" dice prima di riattaccare. Sbuffo pesantemente e butto il telefono sul divano e metto le braccia dietro la testa guardando il soffitto e cercando un segno di conforto.
Ahhhhh, quanto vorrei tornare in Turchia dai miei e riposarmi per un po'.

**********

-"Ehilà!" urlo entrando nel mio locale vuoto e vedendo i ragazzi  pulire. Entro con la mia valigia e attraverso il locale arrivando fino al bancone dove c'è John. I ragazzi salutano e continuano a lavorare e a correre da una parte all'altra.
-"Oh guardate chi c'è! È tornata la boss!" dice ad alta voce John uscendo da dietro il bancone  e abbracciandomi forte alzandomi da terra.
-"John! Mollami! Mi stai stritolando!" urlo ridendo. Il mio amico mi molla e mi poggia a terra.
-"Allora? Com'è? Ti vedo bella abbronzata e rilassata" dice squadrandomi dalla testa ai piedi. Noto una persona seduta al bancone che è di spalle ed è nella parte opposta a noi visto che il bancone del bar prende tutto un lato del locale, è immenso. John continua a fissarmi in modo malizioso e lo schiaffeggio sul braccio.
-"Smettila di guardarmi così. Ti cavo gli occhi" lo minaccio ridendo.
-"Non è colpa mia se sei più nuda che vestita" dice grattandosi la nuca. In effetti ha ragione, perché indosso solo un pantaloncino di jeans striminzito e una canotta.
-"E non è nemmeno colpa mia se quando sono ripartita ci stavano ottanta gradi. Comunque mi sono rilassata abbastanza e sono bella carica" dico sorridendo. Indico con il mento la persona al bancone, un uomo bello alto, con un fisico da urlo messo in evidenza dalla sua maglietta blu attillata ed i jeans stretti ed ha un tatuaggio familiare sul braccio. John si avvicina al mio orecchio.
-"È Mert Sergin. È qui in incognito. È venuto solo a prendersi un caffè in santa pace anche se siamo chiusi" sussurra al mio orecchio.
-"E come vedo ognuno lavora al posto suo senza dare fastidio alla gente. Che bravi, li ho addestrati bene i ragazzi" dico a bassa voce bella soddisfatta.
Ecco chi era, cosa aveva di familiare. Ho visto qualche suo film e in effetti questa sera c'è la prima del suo nuovo film che andrò a vedere più tardi. Per prendere il biglietto ho dovuto prenotare due mesi prima.
L'uomo si gira lanciando un'occhiata verso di noi. Faccio cenno con la testa e poi prendo la valigia avviandomi.
-"John vado in ufficio. Lascio la valigia in magazzino!" dico ad alta voce mentre mi incammino attraversando tutto il locale, passando vicino all'attore con le gambe che mi tremano e percorro il corridoio che mi porta verso il magazzino. Chiudo la porta alla mie spalle e mi piego poggiando le mani sulle gambe come avessi corso la maratona per quanto va veloce il cuore. Mi tremano le mani e le gambe. Che mi sta succedendo? Ah certo! C'è un famoso attore nel mio locale! Ecco cosa succede.
Mi ha lanciato uno sguardo con quegli occhi scuri che mi ha fatta tremare tutta e poi ha quella barba folta e scura.
Metto la valigia ad un lato, faccio un bel respiro ed esco tornando in sala andando dietro il bancone per farmi una bella tazza di caffè espresso ignorando volutamente l'attore alle mie spalle, trattandolo come un cliente qualsiasi.
-"John?! Per stasera tutto bene? Vi siete organizzati? Ce la farete senza di me?!" domando ad alta voce al mio collega che è dall'altra parte del locale.
Bevo un sorso del mio caffè e controllo il mucchio di fatture poggiate sul bancone. So di avere gli occhi dell'attore addosso  che è proprio di fronte a me ma faccio finta di nulla.
-"Si tutto ok. Ce la faremo. Sempre se mi fai uno dei tuoi cocktail buonissimi prima che vai via" dice poco distante da me dove sta lavando la pezza nel lavandino. Sorrido e scuoto la testa mentre continuo a sfogliare le fatture che mi attendono da mettere apposto.
-"Va bene, va bene. Queste sono tutte?" chiedo alzando il malloppo di fogli e guardandolo.
-"Quelle di questa settimana. Le altre sono sulla tua scrivania che ti attendono" dice ridacchiando.
-"Oh, che pensiero carino. Allora mi devo dare una mossa a sistemarle" dico finendo il caffè e poggiando la tazza nel cestello dentro il lavandino.
-Ti sei sentito con il commercialista?" chiedo lanciando uno sguardo verso l'ingresso a controllare.
-"No. In realtà stavo aspettando te. Dalla banca tutto ok comunque" mi informa. Annuisco in silenzio e guardo per un attimo l'attore davanti a me che beve il caffè e mi guarda per un attimo con i suoi occhi scuri e profondi. Ho un sussulto dentro. Trattengo quasi il respiro.
-"Io vado in ufficio. Non mi disturbate a meno che non muore qualcuno o sta prendendo fuoco il locale" brontolo uscendo dal bancone e avviandomi di nuovo lungo il corridoio ed entrare nel mio ufficio in ordine ma con la scrivania piena di cose da sistemare. Sospiro chiudendo la porta alle mie spalle e vado alla mia scrivania pronta a mettermi sotto con il lavoro prima di andare al cinema.

******

-"Mert!" urla un fotografo.
-"Mert dopo andrà alla festa con Faith? Qual'è il vostro rapporto?" urla un giornalista. Avanzo nella calca insieme al mio manager Omar, circondato dagli uomini della sicurezza che tengono a bada giornalisti e fans. Faith cammina davanti a me e io le sto a pochi passi dietro. Sorrido alla gente e saluto con la mano, stringo qualche mano di qualche fan e procedo con l'entrare nella sala enorme del cinema. Oggi siamo nel più grande cinema di Londra per presentare il mio ultimo film, una commedia d'amore, insieme alla mia collega Faith Morgan. Vengo accompagnato verso il centro della sala, ai posti centrali a noi riservati e gli occhi scorgono in lontananza una figura familiare. Rimango a fissarla per qualche secondo di più prima di accomodarmi accanto a Faith e al regista. È la donna del locale dove mi sono ritrovato oggi pomeriggio per bere un caffè in santa pace, anche se il locale era chiuso al pubblico e funziona solo di sera da come ho capito. È seduta a qualche fila più avanti da dove siamo seduti noi. È una bellissima ragazza, tutta abbronzata, dai capelli lunghi e castani e dagli occhi giada. Ha un corpo magrissimo con le forme al punto giusto ed indossa un jeans attillato ed un top elegante e scollato. Sospiro frustrato e sorrido ai fotografi e alle persone che mi fotografano con i cellulari.
Ripenso alla ragazza che ho visto oggi pomeriggio e a quanto l'ho squadrata per tutto il tempo che è stata dietro il bancone davanti a me, ignorandomi di proposito e devo dire che la ammiro per come si è comportata non mostrando segni di delirio nel vedermi e appiccicandosi addosso come ogni donna. È stata al suo posto e mi ha solo fatto un segno con la testa, come a dirmi "salve, so chi sei ma non ti scoccio perché so che ti darebbe fastidio".  In due volte che sono stato in quel locale non l'ho mai vista. Ci ero stato due settimane prima con amici e ci siamo ritrovati in una serata dove c'era un gruppo che conosco e suonavano lì e mi sono messo a cantare insieme a loro e poi un'altra sera con amici per una serata così, in piena tranquillità. Devo dire che è un ottimo locale, dove puoi bere cose di ottima qualità ed alto livello e la sicurezza funziona benissimo, la clientela non da fastidio e non si avvicinano più di tanto ad infastidirti.  Lancio di nuovo un'occhiata alle file più avanti e vedo la ragazza che sta parlando al telefono e si guarda intorno mentre ride.
-"Chi stai fissando?" sussurra complice il mio amico Omar.
-"Nessuno" dico laconico girandomi a guardarlo.
-"Mmmm...non direi....eri molto interessato a qualcosa..." dice sghignazzando. Mi guardo intorno e dietro e poi lo fisso facendogli l'occhiolino e sorridendo.
-"Ah, ok. Quindi ho ragione" dice soddisfatto. Gli tiro una gomitata e rido. Poi Omar si sposta di poltrona per far sedere di nuovo accanto a me il regista che si era alzato un attimo per scambiare due parole con i giornalisti.
Le luci si spengono e lo schermo si accende all'improvviso iniziando a proiettare le pubblicità degli sponsor. Sul palco sale il direttore del cinema dove è illuminato con due faretti bianchi e annuncia il film e la nostra presenza in sala e poi il film inizia.
Mi fa sempre un certo effetto vedermi sullo schermo, dopo mesi e mesi di sacrifici, di notti insonni, di studio della parte, delle ore assurde di lavoro e vedere alla fine il buon risultato sul grande schermo. Amo il mio lavoro, lo faccio davvero con passione e credo non mi stancherò mai. Lancio un'occhiata a Faith accanto a me e sorridiamo entrambi, con i visi soddisfatti per il lavoro svolto e la complicità sia nel lavoro che nella vita, visto che siamo anche amici al di fuori dello schermo.

MAI DIRE MAI...Where stories live. Discover now