3 dicembre 1963

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Martedì 3 dicembre 1963
Ore 10:00
Un raggio di sole è penetrato da quel poco di finestra che ingenuamente avevo dimenticato di chiudere e giustamente questo misero sbaglio mi ha svegliato.
Entro in bagno, mi lavo la faccia, acqua fredda poi acqua calda, per ricevere quella piacevole sensazione di rilassatezza.
Ore 15:00
Oggi ho lezione dal professor Marcus, finalmente.
Eccomi qui, davanti al tanto grande quanto vecchio portone in legno, casa sua è avvolta dal silenzio. Mentre attendo che lui mi apra la porta, addirittura penso che non ci sia nessuno visto il tempo che sto passando qui fuori ad attenderlo e anche che lui si sia dimenticato di me, ma così non è.
Come da manuale, mi siedo in soggiorno e prendo i libri. Lui è lì, seduto a capotavola, senza avere assolutamente l'aria da capo, anzi, possiede l'aria di un depresso dipendente. È molto serio, più serio del solito, offuscato, quasi terrorizzato da i suoi stessi pensieri, il volto della persona che ha sempre tutto sotto controllo, ma nella sua meticolosità dimentica l'essenziale, essenziale a me attualmente sconosciuto.
Parliamo e studiamo per delle ore, io cerco di capire il suo stato d'animo, ma soprattutto la causa del suo malessere, ma quello che trasmette è solo quello che decide di trasmettere.
Ore 18:00
Uscendo dall'abitazione del professor Marcus noto con uno sguardo fugace, ma meticolosamente accurato, che quella mistica valigetta bianca era socchiusa sulla scrivania del suo ufficio e di fianco ad esso vi era anche uno strano camice bianco, simile a quello che indossa la polizia scientifica nei film in televisione. <<niente di strano.>>
Ore 21:00
Mi sto perdendo nei tratti del soffitto della mia camera, sono preoccupato per il professor Marcus, è sempre stata una persona molto sincera con me e me medesimo con lui. Mi ha parlato molto di lui, anche di cose piuttosto private, come di quando sua moglie è morta. È morta la notte di Natale di 8 anni fa, non so per quale motivo sia morta, ma penso che in queste circostanze sia scortese chiederlo. Dopo poco tempo i suoi figli sono andati all'estero per lavoro e di conseguenza lui è rimasto solo in questo misero paese di periferia, forse in questo periodo è funereo proprio per il ricordo di questa grave perdita, posso comprendere come ci si senta in questi così drammatici momenti.
Ore 23.00
Mi metto a dormire...

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2020 ⏰

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