CAPITOLO 4 - IL SILENZIO DEI CORPI

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Difficile dire da quanto tempo fosse morta. Il racconto del Dottor Ghelfi è laconico, procedurale. L'anatomopatologo descrive il corpo parlando al microfono di un Norelco  Continental del Sessantaquattro:

"Dall'analisi radiografica della salma si possono chiaramente notare lembi di cartilagine radiotrasparenti nelle articolazioni degli arti superiori

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"Dall'analisi radiografica della salma si possono chiaramente notare lembi di cartilagine radiotrasparenti nelle articolazioni degli arti superiori.  Dalle dimensioni dei centri epifisari e dalla distanza che separa il nucleo epifisario dalla zona di calcificazione metafisiaria, possiamo escludere che si tratti di un adulto. Inoltre, la conformazione delle ossa pelviche  indica l'appartenenza dei resti ad un soggetto di sesso femminile, probabilmente in età puberale. Pertanto, possiamo presumere con ragionevole certezza che il corpo appartenga ad una giovane donna, di età compresa tra i quattordici ed i vent'anni."

I poliziotti disposti a semicerchio osservano il medico muoversi disinvolto intorno al tavolo autoptico. Ciò che Ghelfi definisce come un'adolescente, a loro sembra più una mummia carbonizzata. Turco prova un profondo disagio mentre cerca di concentrarsi su quei resti tormentati. E' sopratutto il volto a colpirlo: le orbite cave e la bocca spalancata in modo abnorme, innaturalmente dilatata e senza denti. Un urlo fatto di silenzi. Il derma intorno alle ossa è scuro, come se quella poveretta fosse stata buttata in una fornace. Tuttavia la consistenza dei tessuti sembra viscida, simile  alla pelle di un anguilla. Nessuno di loro aveva visto niente di simile. In uno stato quasi ipnotico si dimenticano della presenza del medico, che continua imperterrito:

"Le modificazioni tanatologiche sono evidenti e particolari. Il cadavere è andato incontro ad un lento processo di saponificazione. I depositi di adipocera e la colorazione bruno scuro dell'epidermide suggeriscono una lunga permanenza in un terreno limoso e scarsamente ossigenato, come una torbiera o un acquitrino." 

A questo punto Ghelfi spegne il nastro, rivolgendosi subito agli altri: "Signori, prima di procedere a stabilire le cause del decesso, vorrei mostrarvi alcuni dettagli che mi fanno supporre che si tratti di un omicidio. Il vicequestore Lambruna è della mia stessa opinione, ma in questo momento abbiamo i politici e i funzionari di mezza provincia col fiato sul collo, incluso il sindaco di Mantova, il presidente della provincia ed il prefetto!  Io vi pregherei di non tirarmi in mezzo a queste beghe. Gradirei solo svolgere il mio lavoro in santa pace" - gli occhi bovini del dottore si incollano sul volto ossuto del vicequestore. Lambruna lo fissa quasi inorridito. Turco si schiarisce la gola, emettendo un suono gutturale simile ad un grugnito. Inizia ad aver fame, un istinto impossibile da controllare per lui : "Vicequestore, dal momento che io ed il mio collega vorremmo andare a pranzo sarò molto conciso. Mi dica, c'è qualcosa che io e De Rosa dovremmo sapere? Mi aveva accennato alla spinosa questione dei giornalisti, ma qui sembra che la questione sia ben più complessa. Vicequestore, se vuole la nostra collaborazione deve essere un libro aperto, perdio!"

Lambruna non schioda gli occhi da Ghelfi : "La ringrazio per la sua collaborazione dottore. Certo, la discrezione non è il suo forte! Non serve informare mezzo mondo circa i dettagli tecnici della nostra provincia. Al commissario ed al suo collega certo non interessano questi teatrini paesani!"

L'impero della CrisalideWhere stories live. Discover now