I suoi occhi azzurri erano spenti e protestavano per il sonno. Era come se non avesse dormito per niente. Vederlo a pochi metri da me, quando pensiero di lui mi aveva torturato da ore, mi diede il coraggio avvicinarmi a lui e stringergli le braccia intorno al collo con un sorriso incerto. Lui mi costrinse a guardarlo in faccia e mi baciò ancora. Smettila, smettila, smettila.

Nonostante non volessi arrivare di nuovo a trovarci in quella posizione, risposi al bacio come se non fossi in possesso del mio stesso corpo, spinto da un istinto primordiale di sentire il piacere che mi provocava. Aveva le labbra dolci, avevano un retrogusto di BigBubble. Lo immaginai subito mentre masticava una gomma, la mascella che si contraeva ogni volta che masticava e sentii le farfalle nello stomaco. Non mi sembrano pensieri molto etero da fare.

Si staccò prima che potessi rendermene conto e mi guardò con fare indagatore. Vidi gli occhi spostarsi dalla mia bocca ai miei occhi, viaggiare sul mio viso.

"Come mai questa dimostrazione d'affetto?", alzò un sopracciglio come faceva sempre e piegò le labbra in un piccolo ghigno con coinvolgendo i denti. Questa espressione...

"Dove sei stato tutto questo tempo?", ero piuttosto nervoso. Dovevo metterlo al corrente sulla mia avversione riguardo la piega che il nostro rapporto stava prendendo ma era davvero imbarazzante per me affrontare il discorso. Feci cadere le mie braccia lungo il busto mentre mi rispondeva.

"Ero a fare delle... commissioni. Qualcosa non va?", adesso il suo tono di voce era preoccupato e il suo sguardo confuso. Si passò una mano tra i capelli e non potei fare a meno di osservare le vene evidenti sulle sue mani. Le decoravano come fossero rami di in albero, si intrecciavano tra di loro e correvano lungo quei polsi sottili che avrei voluto stringere e baciare per ore ed ore. Cazzo. Non è per niente semplice.

"Beh io... oggi hai detto una cosa quando mi hai lasciato in corridoio.", inziai mordendomi il labbro. Svegliati, Harry, concentrati.

Lui mi guardava con sincera confusione e spavento negli occhi, probabilmente cercava di ricordare cosa avesse detto.

"Cosa? Ti ho offeso?", infatti disse dopo un po', lo spavento ebbe il sopravvento sulla confusione nei suoi occhi stupendi. Le sue sopracciglia erano sottili ed eleganti, non avevo mai conosciuto nessuno con un volto così elegantemente espressivo. In quel momento le stesse sopracciglia che stavo apprezzando in modo poco eterosessuale erano schizzate quanto più vicine all'attaccatura dei capelli fosse umanamente possibile.

Davvero gli interessa se mi sono offeso oppure no? Forse non ci tiene solo come terrebbe ad uno scopamico. Forse possiamo essere amici. Pure se fossi gay, cosa significa? Le persone gay non possono avere amici gay? Sono tutti fidanzati?

"No, no. Hai solo detto che ti erano mancate le mie labbra e io... mi hai cercato nel bel mezzo della giornata scolastica e ho avuto l'impressione che il nostro rapporto stia un pochino degenerando. Ci conosciamo così poco, non voglio che prenda una brutta piega.", ero imbarazzato oltre ogni dire. Non sapevo davvero come spiegarmi bene senza offenderlo.

Sul suo volto era ricomparsa la sua espressione rilassata ma sembrava serio e non intenzionato a deridermi.

"Harry, io... Mi dispiace se ti ho disturbato durante le lezioni, non ho alcuna intenzione di rendere il nostro rapporto inappropriato.", si stava sforzando e io in cuor mio mi stavo chiedendo perché mi interessasse tanto mettere le cose in chiaro. I suoi occhi erano fermi e stranamente eccitanti, non pensavo potesse essere così serio, non l'avevo mai visto così.

"Non sono bravo in queste cose ma, Harry, è che mi piaci proprio. Sei bellissimo.", la sua figura rilassata e la sua voce risoluta mentre mi faceva i complimenti erano la combinazione più seducente in assoluto. I capelli gli ricadevano in modo impeccabile sulla fronte, i suoi piccoli pizzichi nervosi tradivano la sua apparente calma. Lui si stava scusando, mi stava rassicurando ed io mi stavo eccitando! Miseriaccia, ho toccato il fondo.

"Bene... ed è normale a tuo parere tutto ciò?",domandai nervoso. Ero sempre nervoso vicino a lui.

"Non c'è niente di più normale di me e te.", mi sentii sciogliere. Forse era proprio quello che dovevo sentirmi dire

"Insieme, senza coinvolgere i sentimenti?", propose tendendomi la mano.

"Che?" feci confuso. Ma come? È proprio quello che ti ho detto, che non voglio essere il tuo scopamico! Questo è scemo.

"Non voglio coinvolgere i sentimenti. Non sono un tipo sentimentale e non voglio avere delusioni, però mi piaci e quindi ti propongo questo. Ci stai?", io sussultai perchè mi resi conto, come se quella realizzazzione fosse stata una doccia gelida. Io volevo esattamente quello. Volevo baciarlo, mi faceva toccare il cielo con un dito. La mia reputazione poteva ripulirsi in altri modi, potevo concedermi un piccolo strappo alla regola. Non è vero?

A me bastava stargli vicino perché in questa cosa c'ero troppo dentro. Stai decisamente ragionando senza usare il cervello, mi dissi, ma ignorai il pensiero.

"Ci sto.", acconsentii. Le parole uscirono dalla mia bocca prima che potessi elaborsre i miei stessi pensieri.

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Grazie di tutto.

-Mary.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now