Capitolo VII: Non parole ma oggetti contundenti

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Dopo i recenti avvenimenti legati alla notte di Halloween gli abitanti del castello avevano avuto parecchio di cui parlare per una settimana buona. Ovviamente giravano tantissime voci sul grave incidente avvenuto a James Sirius Potter, ex studente e capitano dei Grifondoro, durante uno dei suoi allenamenti con i Cannoni di Chudley con cui, a quanto pare, era in trattative per un possibile contratto da giocatore di Quidditch professionistico.

La notte del primo novembre, Ginny Weasley e Harry Potter erano arrivati al castello di Hogwarts e avevano riportato a casa con loro i figli Albus Severus e Lily Luna, tornati due giorni dopo appena in tempo per la ripresa delle lezioni.

A quanto pareva, James Sirius era stato colpito accidentalmente sulla testa da un Bolide Volante ed era precipitato per una quindicina di metri prima di essere miracolosamente ripreso dalla squadra di Medimagi che aveva il compito specifico di presenziare alle partite e agli allenamenti di Quidditch professionistici appunto per questo genere di emergenze.

Il risultato fu che James Potter si ruppe il braccio ed entrambe le costole e rimase privo di sensi per ventidue ore.

Albus, Lily ed entrambi i genitori erano rimasti con lui fino al momento in cui aveva finalmente ripreso conoscenza. Ovviamente, non erano mancate le indiscrezioni della stampa.

«Non posso credere che quelle teste di cazzo della Gazzetta abbiano scritto una cosa del genere» Hugo appallottolò il giornale che teneva in mano e lo scaraventò con forza nella bocca del camino. Sprofondò nel divano e si mise a braccia conserte.

Lily era seduta sul pavimento della Sala Comune, con le spalle rivolte al cugino, le gambe stese davanti a sé e il libro di Difesa Contro le Arti Oscure in grembo. Non poteva far altro che pensare al fratello nel letto del San Mungo, ricoperto di bendaggi e con una squadra di Medimagi attorno.

Scosse la testa per l'ennesima volta. Doveva concentrarsi e mettersi a studiare per il giorno dopo.

La Gazzetta del Profeta aveva dedicato l'ennesimo articolo della settimana a James Sirius Potter e al suo spiacevole incidente. In realtà, il loro era solo un modo per mettere il naso nelle faccende private della famiglia Potter e di speculare sulla carriera sportiva del fratello.

«Non è la Gazzetta il problema, Hugo» commentò Roxanne, seduta accanto al ragazzo «Sappiamo benissimo chi c'è dietro ad articoli del genere» e lanciò un'occhiata alla palla di giornale che si stava lentamente accartocciando su sé stessa al contatto con ciò che restava dei carboni.

Lily poteva leggere ancora il titolo della prima pagina: "Scampata tragedia in casa Potter; il primogenito rischia la pelle sul Campo".

Albus aveva ricevuto una lettera dalla madre la notte tra il trentuno di ottobre e il primo novembre in cui lo avvertiva che lei e Harry stavano arrivando al castello per portarli con loro da James. James aveva avuto un incidente durante un allenamento con la squadra con cui avrebbe avuto un contratto per l'intera stagione. James era incosciente. James era in condizioni disastrose.

Suo padre e sua madre erano arrivati a Hogwarts verso le cinque del mattino e il viaggio verso Londra era stato silenzioso e teso.

La ragazza chiuse il libro di scatto. Era ovvio che lì non sarebbe mai riuscita a studiare, specialmente in un momento simile.

«Possiamo cambiare discorso?»

Hugo e Roxanne interruppero la conversazione che stavano avendo e si girarono contemporaneamente verso Lily. Hugo arrossì leggermente sulle orecchie, «Hai ragione, Lils. Scusa»

Lily abbozzò un sorrisetto. Lei odiava il soprannome che il ragazzo (e tutto il resto della sua famiglia) continuava ad affibbiargli, ma quella volta la risollevò addirittura di morale.

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⏰ Last updated: Apr 09, 2020 ⏰

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