Capitolo II: La Lettera

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Quell'anno, gli studenti avevano avuto la fantastica opportunità di iniziare le lezioni due giorni dopo il rientro del primo settembre. Era uso ad Hogwarts, in caso il rientro del primo settembre cadesse di venerdì o di sabato, ricominciare l'anno appena entrata la settimana, e anche quell'anno era andata così. La maggior parte degli studenti aveva usufruito dei due giorni che dovevano essere di vacanza, per finire i compiti che erano stati accantonati durante l'estate per causa di forza maggiore, o meglio per affannarsi a scopiazzare qualcosa dai compagni che avevano finito tutto da un bel pezzo, o per cercare di salvarsi la pelle per miracolo. Proprio per questo motivo Rose, che ovviamente aveva svolto tutti i suoi compiti durante il mese di giugno, non aveva trovato nemmeno un posto in Biblioteca, stracolma di idioti che cercavano di finire il lavoro di tre mesi in due giorni. Ovviamente era rimasta molto irritata dalla mancanza di responsabilità da parte degli alunni, ma conoscendo anche i suoi cugini, sapeva che era normale. Era stata costretta a rimanere in Sala Comune entrambi i giorni, perché Lily doveva aiutare Hugo a finire i compiti, e lo stesso Molly con Roxanne, mentre Alexandra... be', aveva deciso di lasciarle un po' di tempo per sbollire la rabbia e la tristezza del momento. Era convinta che non passasse tutto il suo tempo a piangere nella sua camera, come avrebbe fatto la maggior parte delle ragazze sul pianeta Terra, dopo aver rotto con il proprio ragazzo, ma Alexandra era più il tipo da sofferenza silenziata. Aveva bisogno solo di tempo per riflettere su come affrontare il nuovo anno senza creare troppo scompiglio nella sua vita quotidiana a causa di quell'imprevisto. Insomma, lei e Lorcan appartenevano anche alla stessa Casa! Era ovvio che non potessero ignorarsi; sarebbe stato da immaturi, e loro non erano di certo due bambini. Rose sapeva che si sarebbero chiariti e sarebbero scesi a compromessi per continuare a convivere in pace tra di loro e con loro.

Comunque, durante tutta la mattinata del loro primo giorno effettivo di scuola, Alexandra non mostrò mai segni di turbamento, e Rose non sapeva se dovesse interpretarlo come un "non voglio parlarne", o un "sto bene, non c'è bisogno". Conosceva quella ragazza da molto tempo, ma era troppo difficile interpretarla.

Dopo il pranzo di quel primo giorno, si erano date un quarto d'ora di pace prima di riprendere con le lezioni pomeridiane, che sarebbero cominciate alle due. Erano sedute sulle scale che davano sul Salone d'Ingresso, appena fuori dalla Sala Grande, e osservavano i ragazzini che correvano da ogni parte, impauriti all'idea di fare tardi, o peggio di non trovare l'aula della prossima lezione, e qua e là qualche Prefetto che cercava di riprenderne alcuni per aiutarli e indicare loro le direzioni, anche se questi non ascoltavano una lettera.

«Ti ricordi quando c'eravamo noi al loro posto? È assurdo che sia già finita» disse Rose, che li osservava attentamente, con una punta di amaro sulla bocca. Alexandra si voltò verso di lei, «Rose, non ci devi pensare così tanto» la rimproverò «Finirai per sprecare il tuo ultimo anno», «Non so più ormai quanta gente mi abbia detto questa frase» rispose Rose, «Non sei l'unica».

Alexandra si rigirò i pollici tra le dita, «Mia madre vuole che io faccia il mio debutto in società, come figlia di una delle ultime famiglie Purosangue in circolazione. È ancora estremamente convinta che io debba continuare la tradizione, ma sinceramente, ho solo diciassette anni. Non mi pare il caso di pensarci ora» disse, «I miei fratelli hanno cercato di convincerla a regalare loro qualche anno per... insomma, trovare il proprio posto nel mondo, da soli senza il loro cognome. Be', gliene ha dati a sufficienza, in realtà. Tra qualche mese Michael compirà vent'anni, e a quel punto non avrà più scelta» rimase a fissare il corridoio, con un riflesso di angoscia incastonato nello sguardo «E anche Cadmus è agli sgoccioli, da troppo tempo, anzi».

«Purtroppo ci sono ancora tradizioni che, per quanto sia diverso ora il nostro mondo, e tutte le sue istituzioni, rimangono e assillano le persone che appartengono alle famiglie di antico stampo. Non possiamo farci praticamente nulla» ribatté Rose, mettendo una mano sulla spalla di Alexandra, che piegò l'angolo della bocca in un mezzo sorriso, «Già, è vero. Comunque, puoi chiedermelo».

The Countdown of the New GenerationTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang