Cosa c'era in quella ragazza ad attrarre il suo amico? E perché era così geloso di quel sentimento? Un sentimento che lui non riusciva a provare, nemmeno per i suoi genitori. Quei ricordi ossessivi di come i suoi genitori l'avevano utilizzato come una semplice pedina del loro gioco, gioco che avevano perso considerando le loro condizioni in quel momento. Lucius era ad Azkaban, senza nessuna possibilità di uscire, mentre Narcissa era al San Mungo nella stanza affianco ai Paciock, che ironia la sorte. Narcissa aveva spesso creduto di essere superiore, di non essere toccata da quelle cose ed invece come una donna qualunque aveva perso la testa all'idea di perdere il marito, il patrimonio e forse anche l'unico figlio. Draco andava a trovarla ogni sabato, ma a poco serviva dato che le domande erano poche e sempre le stesse. Per fortuna la notizia non era trapelata a nessuno, nemmeno il suo migliore amico lo sapeva. Blaise era convinto che Narcissa si divertisse nelle varie proprietà dei Malfoy, non sapendo che di proprietà erano rimaste ben poco ed erano solo quelle a nome di Draco. Ginny intanto si muoveva tranquilla mentre parlava con Hermione e Neville, sembravano organizzarsi per il sabato ad Hogsmeade, ma lo sguardo insistente di Draco Malfoy sul loro tavolo aveva fatto insospettire Hermione, che si era voltata più volte a cercare chi la stesse guardando ed era rimasta sorpresa quando aveva notato che Malfoy guardava con insistenza la ragazza al suo fianco, Ginny.

«Perché Malfoy ti fissa?» domandò di scatto Hermione, interrompendo la conversazione tra Neville e Ginny. «Non portare lo sguardo su quel tavolo.» la anticipò, prima che potesse muoversi in quel senso.

«Forse per la partita, non lo so sinceramente.» rispose alzando le spalle, riportando poi l'attenzione su Neville. Hermione si sentì confusa da quelle emozioni e da quella reazione così decise di alzarsi dal tavolo, allontanandosi senza dar retta alla voce di Ginny che la richiamava. Raggiunse la sua camera in fretta e chiuse la porta alle sue spalle, prima di dedicarsi di nuovo ai suoi libri sulla lettura della mente. Voleva riuscirsi, almeno in quello doveva riuscirci. Lasciò le candele accese e iniziò a leggere le varie pagine del libro, cercando di allenarsi come meglio poteva fare.

Intanto Draco l'aveva vista correre via ed era rimasto confuso, poi come sempre aveva scrollato le spalle ed aveva deciso di rinchiudersi nella sua camera per cercare, almeno per quella sera, di dormire per non vagare di nuovo nei corridoi della scuola senza alcun senso. Chiuse gli occhi tenendo la testa poggiata sul cuscino e sospirò, ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva sempre i suoi ricordi. Lui, che per anni aveva disprezzato il sangue dei babbani, in quel momento disprezzava il suo di più, che di puro non aveva assolutamente niente. Quante persone avevano sofferto per colpa sua?
In quanti avevano perso i loro cari solo per quell'idea matta del Signore Oscuro? E lui cosa aveva pensato quando era stato contento di essere stato scelto, senza capire di avere quel compito solo perché era una persona sacrificabile. Senza il doppio gioco del professor Piton sarebbe morto, forse per mano della sua adorabile zia Bellatrix, che non si sarebbe fatta nessun problema a scagliare un crucio verso il nipote.

«Draco, Draco, tu non sei un assassino»

«Come fa a saperlo?» reagì Malfoy. «Lei non sa di che cosa sono capace» insistette Malfoy con più forza, «lei non sa che cosa ho fatto!»

«E invece sì.» rispose Silente in tono mite. «Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l'anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi... così deboli, in verità , che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso...»

«Ma certo!» ribatté Malfoy con veemenza. «È tutto l'anno che ci lavoro, e stanotte...»

«Si, sei riuscito a far entrare Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile...»

«Ho preso anche l'idea di avvelenare l'idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l'ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni...»

«Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me» lo interruppe Silente. Malfoy fece una risata rauca.

«Le importa che io dica 'sporca Mezzosangue' quando sto per ucciderla?»

«Sì» rispose Silente, poi continuò. «Ma quanto a uccidermi, Draco, stai lasciando passare molti lunghi minuti. Siamo soli. Sono indifeso oltre le tue più rosee previsioni, e non hai ancora agito...Resta poco tempo, a ogni modo» riprese Silente. «Quindi consideriamo le tue alternative, Draco».

«Le mie alternative!» gridò Malfoy. «Sono qui con una bacchetta... sto per ucciderla...»

«Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l'avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata.»

«Io non ho alternative!» esclamò Malfoy, all'improvviso bianco come Silente. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!»

«Io posso aiutarti, Draco...»

«Non può, invece» ribatté Malfoy. Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente. «Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta».

Si rigirò nel letto portando lo sguardo sul muro opposto, cercando di addormentarsi ma ormai era troppo tardi, i ricordi avevano preso il sopravvento.

Note:
Buonasera! Non mi sono dimenticata, non mi caricava il capitolo 🥺
Come vi pare la storia? Troppo lenta? Troppo veloce? Fatemi sapere!
Come sempre non dimenticate di commentare!
Spero voi possiate divertirvi a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla. ❤️

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