4. Battuta di caccia

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Il robusto orco era in piedi davanti al vano di carico di un imponente pickup, impegnato a esaminare il suo minaccioso coltellaccio. La spessa lama era dotata di innumerevoli dentelli che sembravano fatti apposta per strappare la carne e spezzare le ossa. Dopo essersi assicurato che ogni punta era ben affilata, passò a controllare la sua mitragliatrice leggera. Si trattava di una AS11, un'arma dalla potenza notevole e dal rinculo non indifferente, dotata di componenti esclusivamente meccanici e molto affidabili.

«Capo, è arrivata quella nuova» lo informò un demone, che come l'orco indossava abiti dalla foggia mimetica. Non erano vere divise, e questo li faceva sembrare più dei guerriglieri che dei veri soldati.

L'altro appoggiò la mitragliatrice leggera e andò ad accogliere la nuova arrivata.

«Sono Frida Vollan» si presentò Freyja, ormai abituata alla sua falsa identità. «Mowatalji mi ha detto che vi può servire una mano.»

«Sono Luca Pricolici, ma qui mi chiamano il Mastino» si presentò lui stringendole la mano. Era alto almeno due metri e dieci, ma questo non stupì la poliziotta: per i maschi della loro specie era un'altezza abbastanza comune. «Il Capitano mi ha detto che te la cavi bene con le armi, sono sicuro che ti godrai la caccia. Hai mai cacciato un suskera[4] di Niflheim?»

«A essere sincera, non so nemmeno cosa sia. Mi hanno detto solo che sono simili a cinghiali.»

Luca si concesse un mezzo sorriso. «Diciamo di sì: è un cinghiale da una tonnellata abbondante. Oggi ci faremo tutti una bella grigliata.» Si rivolse agli altri cacciatori. «Giusto ragazzi? E si fottano quegli stronzi del Branco!»

Un convinto coro di imprecazioni si sollevò unanime, al punto che Freyja si domandò cosa fosse questo "Branco".

L'orco doveva aver intuito il suo interrogativo, perché cominciò a spiegare: «Sai, ci sono vari gruppi di cacciatori che lavorano per il Sindaco, ma quelli del Branco si credono superiori a tutti gli altri solo perché sono stati i primi a unirsi alla sua organizzazione.» Mentre parlava chiuse il vano di carico del suo pickup e le fece strada verso la portiera accanto al guidatore. «Ma non farti ingannare: sono solo dei figli di puttana pieni di sé. Quelle mezze seghe non riuscirebbero a seguire nemmeno un mammuth in calore.»

«Allora direi che sono stata fortunata a lavorare con voi» commentò la poliziotta con un sorriso affabile.

Lui le sorrise di rimando. «Puoi dirlo forte.»

Chiuse la portiera e raggiunse il posto di guida, ignorando completamente un suo compagno lì fermo con aria seccata: probabilmente Freyja gli aveva appena rubato il posto, costringendolo a sedersi dietro con altri due uomini.

I due veicoli dei cacciatori partirono a tutta velocità e in breve si lasciarono alle spalle la colonia e la sua confortevole cupola per immergersi nella fredda nebbia di Niflheim.

Il viaggio non fu molto lungo e in una manciata di minuti avvistarono una grande piantagione. Era circondata da un'alta recinzione, ma evidentemente non era abbastanza per tenere alla larga dei suskera affamati.

Prima di indossare il suo casco, Freyja passò le mani sulle sue treccine e le spinse all'indietro. Quando abbassò le mani, le treccine rimasero aderenti al capo grazie ai pendenti metallici posti alle loro estremità, la cui funzione non era esclusivamente estetica.

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaWhere stories live. Discover now