Prologo

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Un sussulto.

Fu quello a farmi tornare tra i vivi.

Frastornato, portai la mano destra sulla testa all'altezza della tempia e fu solo in quel momento che ebbi la sensazione che qualcosa non andava. Insieme alla mano destra salì anche la mano sinistra, sbalordito scoprii che ero legato... con la testa pesante e la tempia che pulsava, arrivò un secondo sussulto e mi resi conto subito dopo di essere seduto su di un carro.

Un colpo di tosse arrivò dalla mia sinistra, mi voltai e notai che non ero solo. Sul carro, c'erano altre tre persone, con gli occhi appannati provai a mettere a fuoco per vedere meglio e con sorpresa, notai dal loro aspetto, che erano dei guerrieri. Ma com'ero finito con loro? L'ultima cosa che ricordavo era una battaglia alle mie spalle, urla, il nitrire dei cavalli, clangore di spade, rumore di zoccoli e poi il nulla. Mentre pensavo a tutto questo, uno degli uomini ruppe il silenzio: «Ehi sei sveglio! Grazie agli dei, pensavamo fossi morto! Ho vinto io Einarr».

L'uomo alla sua destra, questo Einarr, era più robusto del primo, aveva una capigliatura bionda e una folta barba. Sulla faccia aveva tatuate delle rune, segno evidente che era un guerriero che aveva combattuto molte battaglie. Dopo una serie di occhiate tra i due si girò verso di me e disse: «Ragazzo! Mi sei appena costato 2 skell d'argento maledizione!», si girò verso il primo uomo, «Però una scommessa è una scommessa, ed io sono un uomo d'onore, perciò Dagfinnr, non appena avrò le mani libere ti darò i tuoi maledetti skell...» accennando un inchino con la testa verso quest'ultimo, rivolse il suo sguardo di nuovo verso di me e aggiunse: «E tu ragazzo sei in debito con me di 2 skell. Te la sei vista veramente brutta, questi cani Rus, sono delle vere belve durante il combattimento. Devi ringraziare Odino se sei ancora tra noi, ma ahimè penso che il nostro tempo sia arrivato... Il Valhalla ci attende». Poco dietro il carro c'erano dei cavalieri che seguivano, erano in due, vestiti con pesanti abiti in nero, pellicce di lupo che scendevano dalle spalle, e sulla loro testa portavano un elmo di cuoio rinforzato, adornato da pennacchi in crine di cavallo, anch'esse di colore nero. Mentre Einarr parlava uno dei due intervenne animatamente: «Silenzio voi tre, o vi spedirò nel vostro maledettissimo Valhalla prima del tempo!», Einarr doveva essere un tipo veramente tosto, da come reagì, anche un uomo abbastanza credente, sputò nella direzione del cavaliere Rus' maledicendolo e minacciandolo di morte invocando gli dei.

Mentre assistevo alla scena, cercavo di ricostruire quanto accaduto, nonostante la tempia che pulsava, i ricordi pian piano iniziavano a riaffiorare. Avevo appena riacquisito la vista quando cercai di capire dove stavamo andando. Nello scrutare i dintorni notai che la foresta lasciava il passo alla pianura. A circa un miglio dal carro s'innalzavano delle mura, un villaggio o un avamposto pensai... nel riportare la mia attenzione su Einarr e Dagfinnr, abbassai lo sguardo e mi girai verso il prigioniero alla mia sinistra. Aveva un aspetto diverso dai due guerrieri di fronte a noi, era possente e avrà avuto una quarantina d'anni, era calvo, con una folta barba castana, anch'egli aveva tatuaggi runici sul viso, ma il dettaglio che attirò la mia attenzione non erano questi ultimi, più accentuati e complessi di quelli di Einarr e Dagfinnr, bensì il bavaglio che aveva sulla bocca, gli impediva di parlare, e lo portava a respirare con fatica, ma c'era altro che attirò la mia attenzione stuzzicando non poco la mia curiosità, lo teneva stretto tra le sue braccia: era un elmo. Non era un elmo qualsiasi, non era in cuoio o in ferro battuto, leghe abbastanza comuni nella fabbricazione di elmi e corazze tra i guerrieri nordici, questi era di un'altra lega, era in bronzo, materiale alquanto inusuale e raramente utilizzato nella fabbricazione di questi ultimi, ma il dettaglio che più stupiva era la sua forma, molto singolare e stupefacente, la base era quella di un qualsiasi elmo a calotta, ma in cima ricordava una corona.

Incuriosito, chiesi chi fosse e perché era imprigionato con noi. Ci fu un'attimo di silenzio, dopo qualche istante fu Einarr a rispondere: «Lui è Jarl Harald Sigurdsson, Jarl di Østlandet (Austlandet) e legittimo Re di Midgard, ragazzo».

MidgardTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon