Klimt lo fissò, conoscendo già l'esito di quella conversazione.

- E' fuori città per il weekend, è già partito e ha con se le chiavi ... - mormorò amaramente.

A quel punto il rosso gli passò una forchetta – direi che possiamo mangiare la nostra ultima cena

Jules afferrò la forchetta indignato – se credi che io mi arrenda tanto facilmente ... - poi un lampo attraversò i suoi occhi – il cassetto dei risparmi!

Il moro si sollevò fiero mentre Klimt si godeva la scena mangiando la torta soffice, dal cassetto Jules estrasse una boccia con banconote stropicciate di vario taglio. Li contò ma il suo volto non recuperò colore, sfilò nuovamente al suo posto, ficcando un pezzo di torta in bocca.

- Quaranta dollari ... tutto quello che ho sono solo quaranta dollari – disse affranto.

- E io cinque, perfetto. Vedrai che andremo lontano con questi – commentò l'amico – possiamo vendere un po' della roba che non possiamo portare con noi. In strada si vive con poco

- Smettila! Non ci vado a dormire sotto un ponte! – continuò disperato - e non vendo proprio un cazzo! O forse dovrei iniziare a vendere il mio ...

- Meeeoow – proruppe una voce, il gatto rosso e rotondo balzò dentro l'appartamento dalla finestra.

- Ecco, vedi? – disse Jules incrociando le braccia -nemmeno Captain Kirk vuole diventare una gatto senza tetto

- Beh, allora sarà il caso che cominci a cagare biglietti da cento – commentò ironico Klimt.

Avrebbe deriso ancora Jules se entrambi non fossero rimasti ammutoliti da un suono. Passi stentati e un lieve strisciare provenivano dal corridoio del pianerottolo, entrambi i ragazzi conoscevano bene quella camminata.

Klimt sollevò un dito lentamente, portandolo sulla bocca, in un gesto molto eloquente rivolto ad un Jules già nel panico. Non fiatare, urlavano gli occhi verdi di Klimt mentre due bussate feroci per poco non buttarono giù la porta.

-EHI! – urlò la voce bassa e rauca del padrone di casa – voi lì dentro, sono qui per l'affitto!

I due ragazzi non si mossero, non un fiato, persino il gatto si era nascosto sotto le coperte, tutto taceva e questo innervosì parecchio l'uomo in corridoio.

- Tanto vi becco! Lo so che siete lì! Datemi i miei soldi – riprese a bussare un altro paio di volte.

Poi sembrò desistere e i due ragazzi sentirono i passi che lasciavano il pianerottolo.

- Dobbiamo evitarlo finchè non avremo i soldi! – esclamò Jules.

- Credi sul serio che potremo averli così presto? Ci starà addosso – gli ricordò Klimit – non ti daranno altri anticipi al locale, il mio stipendio è andato, persino quello stronzo con cui stavo è andato. 

Così è la vita, ormai era abituato a quello.

Poi pronunciò una frase parecchio dolorosa – se vuoi posso impegnare la mia macchina fotografica, al banco dei pegni mi faranno un buon prezzo, non so se basterà a pagare l'affitto ma magari ci farà guadagnare tempo

Quella frase gettò Jules nella disperazione – no! Klimt assolutamente no! Questo sudicio appartamento non metterà fine al tuo talento! Tutto questo si risolverà, ci serve solo ...

- Sfuggire al signor Torres per un mese – concluse il rosso con tono scettico – dai, aiutami con la spazzatura e poi andiamo a chiedere alla pizzeria di fronte se hanno bisogno di fattorini extra

Con la rassegnazione nel cuore Jules seguì l'amico fuori dall'appartamento, verso la strada. Entrambi i ragazzi si mossero in maniera circospetta, facendo attenzione che il proprietario non fosse nei paraggi. Gettarono via i sacchi e si voltarono, pronti ad elemosinare qualsiasi opportunità fosse disponibile ma dovettero smorzare quel minimo di entusiasmo che era rimasto.

Pacific Heights 11Where stories live. Discover now