L'incontro

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Inutile dire che il tema del razzismo è oggi uno dei più caldi, beh forse proprio oggi oggi no... ma piuttosto diciamo in quest'ultimo periodo  è un tema salito alla ribalta grazie a certi politici desiderosi di creare a tutti i costi la cultura del diverso / nemico, magari senza usare termini diretti, perché non si devono usare più certi termini che sono diventati deprecabili, senza accorgersi però che non sono le parole a determinare il livello di razzismo ma sono i comportamenti e la continua e spasmodica ricerca del nemico a determinare e fomentare il razzismo stesso.

Invece Gaber chiama le persone di colore, <<negri>>, o colorati di nero, ma a prescindere dal contesto colorito (e colorato) li considera come persone, che soprattutto se sono lì pur nel non fare schermo al fastidio naturale che possono arrecare in un momento di relax, sottolinea la vita difficile che conducono e la fatica che deriva dal condurre la loro esistenza normalmente errante.

Quindi attenti a non catalogare chi chiama una persona di colore <<negro>> come razzista. Razzista è colui che vede nel fatto di essere diverso e negro un potenziale <<nemico>> o <<invasore>> che deve essere segregato o trattato necessariamente da "diverso" e non semplicemente una persona diversa perché diversa è comunque a prescindere e non possiamo fare nulla per cancellare la differenza, se non cercare di evitare di amplificare le distanze ghettizzandola, come si è fatto in passato e come, purtroppo, si sta tentando anche ai giorni nostri. 


"Come si fa proprio ad essere sicuri di non essere neanche un po' razzisti ? Se vogliamo essere del tutto sinceri con noi stessi, quasi tutti sentiamo uno strano senso di minaccia di fronte a qualcuno che è diverso da noi. Ammetterlo con un po' di vergogna è forse l'unica strada per arrivare alla totale eliminazione del problema.

Chiedo scusa se parlo di ... GaberWhere stories live. Discover now