Capitolo 16.2

5.2K 130 135
                                    

Un'ora, un minuto, un semplice secondo. Incuranti di noi, giravano.

Avrei voluto staccare le lancette del nostro orologio, rompere con la forza il meccanismo, liberarci da quella che sentivo come una schiavitù.

Il tempo ci avrebbe condannati. A ogni tic tac rosicchiava qualcosa in più di noi, come un ratto nei bassifondi della nostra esistenza.

Ne eravamo succubi, obbligati a ruotare con lui nei suoi quadranti.

L'unico modo che avevamo per contrastarlo, la sola reazione al suo giogo, era...

Essere più veloci di lui.

Mi mossi sul letto, impulsiva, come se fossimo in stato di emergenza, e una scossa di elevata magnitudo stesse minando le fondamenta su cui eravamo.

Arrivai sulle ginocchia fino al ragazzo, le coperte che si disfacevano per la mia intrepidezza, e i suoi occhi iridescenti che fissavano i miei seni oscillare.

Più veloci.

Gli gettai le braccia attorno al collo, una mano che affondava tra i suoi capelli, che si ancorava alla sua nuca, come ad assicurarsi che fosse vera.

«Viviamo, Zeno!» esclamai, aggrappata a lui con un trasporto che mi faceva inumidire gli occhi, e scalciare contro la brevità di quello che poteva essere il nostro tempo insieme.

I miei capezzoli turgidi erano sui suoi, in quell'abbraccio improvviso, femmina su maschio in un contatto primordiale che era un miracolo dell'universo, e un tripudio dei sensi.

«A dispetto dei giorni che passano.» iniziò lui, mentre io mi drogavo del profumo della sua pelle, esotico, iniziatico, all'attaccatura dei suoi capelli, proprio dietro al suo orecchio. «Questa è e sarà sempre una nostra scelta.»

«Viviamo!» ripetei.

Il tempo era nostro nemico, ci avrebbe privati della nostra dignità, ma non avrebbe potuto fare niente contro la nostra voglia di vivere.

Noi, insieme, eravamo stella...

Ma soprattutto vita.

                                                                      ✴

Le mani di Zeno entrarono sotto le mie calze dai fianchi, calde mi accarezzarono le natiche attraverso le mutande, movimenti decisi, mentre io mi sedevo sopra di lui.

A sentire la sua erezione tra le mie gambe, credetti che non ce l'avrei fatta, che non sarei riuscita a reggerla tutta, la potenza di quel ragazzo, benedizione e maledizione di una stella.

Mi ritrassi per guardarlo negli occhi, ma sbagliai a farlo, perché erano spaventosi e bellissimi allo stesso momento, come quelli di una fenice di fuoco che si stava finalmente rialzando dalle ceneri con il solo scopo di prendermi.

E bruciare.

«Puoi non credermi, Ester, ma io ti ho sempre guardata.» disse, la voce ferma che esprimeva solidità. «Fin dalla mia caduta su questo pianeta, quindici anni fa, io non ho fatto altro che guardarti di nascosto. Anche quando pensavi di essere sola, mentre piangevi per la morte di tuo nonno, non lo eri. Non sei mai stata veramente sola, nemmeno una singola volta, perché io trovavo sempre il modo di essere con te.»

«Zeno, cosa...?»

«Sono stato legato a te dai desideri che tu hai rivolto a Saiph, è vero.» proseguì, per niente in imbarazzo nel mostrare un lato di sé che era rimasto celato a lungo. «Ma quello non è il vero legame che sento con te. Ce n'è un altro più...significativo

Mi sentii mancare il letto sotto i piedi, avrei potuto essere sul punto di svenire per la sua confessione, invece, seduta a gambe aperte su di lui, mi accorsi che stavo bene, e sotto di noi c'era solo aria.

Ci stavamo librando.

Il ragazzo mi portò in alto, le fiamme delle candele illuminavano i nostri corpi abbracciati, un quadro dove il nero e il rosa pallido erano intrecciati in un rito tanto antico quanto nuovo per noi.

«Io non voglio vivere solo perché so che sto per diventare nero.» continuò, mentre con le mani mi piegava insieme calze e mutande, tirandole giù fino alla metà delle mie cosce, lasciandomi scoperta per lui. «Io voglio vivere perché è ciò che ho voluto fin dal principio grazie a te.»

Intorno a noi si accesero polveri dorate, minuscole e brillanti, che poco alla volta piovvero fino al letto, insieme alle mutande di Zeno.

Ammutolii a vederle metri più in basso, decorarsi di oro, mentre il ragazzo mi aveva preso una mano per tastargli la sua pienezza.

Era dentro il mio palmo, ma non ci stava, era così lungo e duro che sembrava una roccia estratta proprio da Saiph, un frammento esplosivo di stella.

Feci pressione con le dita, stringendolo di più, mentre lo massaggiavo dalla cappella in su e viceversa, e Zeno buttava la testa indietro, gemendo il mio nome.

Nessun ragazzo mi aveva mai chiamata con quella sua stessa sfumatura di presagio nella voce, un eco di cielo carico, il rombo di un tuono che avvisava di un temporale da cui non ci si poteva riparare.

Da lui avrei avuto le sue migliori scintille in quella notte di festa e gaudio, io lontana chilometri da casa mia, lui addirittura anni luce, ma questo non avrebbe cambiato il fatto che...

Il tempo ci teneva sotto scacco.

                                                                    ✴


Mi alzò ancora di più in volo, fino a farmi scontrare il muro di una parete, e mi inchiodò lì, sorreggendomi solo con la forza dei suoi quadricipiti e bicipiti, mentre si impegnava a far srotolare le mie calze e mutande giù fino alle mie caviglie.

Il suo viso, sotto le luci delle candele, luccicava dell'oro delle sue polveri, era eccezionale, una visione che nemmeno i miei sogni più arditi potevano pareggiare. E quegli occhi dalle ciglia bionde...

Ebbi tremiti lungo il corpo, senza preavviso, due sue dita mi erano entrate dentro. Ritmicamente uscirono per poi rientrare, e la sua lingua si leccò le labbra alla vista di quanto mi piaceva.

«Sospesa in alto al muro, nessun altro ragazzo potrà mai soddisfarti come me.»

La pressione dei suoi gesti aumentò, e così anche il calore che avvertii tra le gambe, si sollevò come l'onda di un maremoto che partiva da lontano.

Ansimai forte, muovendomi sulle sue dita, come se già non toccassero quel punto segreto con le loro spinte, il punto che amplificava ogni sensazione e la liquefaceva.

«Zen...oh.»

Sembra che stia per succedere

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Sembra che stia per succedere... :-O ;-) Avrei voluto mettere molto di più in questa parte, ma cerco di rispettare una lunghezza media in modo da dare uniformità alle parti pubblicate. Il nostro ragazzo ha dimostrato di avere un cuore che batte per Ester, pur non avendolo davvero. Spero vi sia piaciuto. Scrivetemi le vostre impressioni! Il prossimo aggiornamento sarà domenica prossima. A presto!

Saiph - La mia stellaWhere stories live. Discover now