Capitolo 1

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La sveglia che ho sul comodino indica le sei e mezza precise del mattino.

Ovviamente non ho chiuso occhio in previsione del primo giorno dell'ultimo anno di scuola, ogni anno è la stessa storia che si ripete, preparo tutto il necessario la sera prima e poi non chiudo occhio lo stesso.

Lasciate che mi presenti sono Victoria Young, per gli amici Vicky.

Sono una studentessa universitaria di 18 anni, amo la letteratura e inoltre sono quella che spesso viene definita "topo di biblioteca".

Vivo con mio padre in Tennese, più precisamente a Nashville e che dire la mia non si può certamente definire una vita movimentata, amo avere la mia routine e adoro quando tutto procede secondo i miei piani.

Sono alta un metro e settanta ho i capelli castani e lunghi, ho gli occhi color nocciola e sono decisamente magra, il mio soprannome di fatto è "stecchino".

Stufa di guardare il soffitto decido di alzarmi e di farmi una doccia veloce, mi soffermo sullo specchio che ho appeso alla parete, sono molto simile a mia madre, quasi identica, togliendo l'enorme cespuglio che ho in testa e le stupende borse sotto gli occhi, una donna come lei non si sognerebbe mai di uscire in queste condizioni, lei deve sempre essere perfetta in tutto e con tutti, mi ricordo che da bambina spesso mi faceva fare lezioni di etichetta e di portamento, il risultato è stato fallimentare ovviamente, non credo possa esistere una ragazza più sbadata di me.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo e mi dirigo nel bagno.

Dopo aver fatto la doccia mi preparo asciugandomi i capelli e facendomi una crocchia disordinata, metto un filo di correttore proprio per non spaventare nessuno con le mie occhiaie e un filo di mascara.

Infilo un paio di jeans neri strappati aderenti, una canotta bianca con le spalline sottili e copro il tutto con la mia felpa oversize della mia università, mi fisso allo specchio mentre mi infilo le converse e direi che potrei essere presentabile, non che mi importi ovviamente.

Scendo in cucina afferrando una mela al volo e mentre recupero le chiavi dell'auto mi preparo mentalmente per il "discorso di inizio anno" di mio padre.

-Oh la mia piccola Vicky, abbraccia il tuo vecchio almeno prima di partire-

-Papà sto andando all'università, come ogni anno, e ci tengo a precisare che questo è l'ultimo, non parto per il Vietnam santo cielo.-

-Si, Si, lo so, ma mi fa effetto vederti partire ogni volta, mi raccomando..-

-..Niente droga, alcool, o ragazzi con la fedina penale sporca, lo so papà.. non ti preoccupare, ora devo andare, ti chiamo appena arrivo promesso.-

Lo abbraccio con decisione e esco prima che ricominci con i suoi discorsi interminabili.

Entro in macchina e non appena parto alla radio danno "No Angels" dei Bastille, alzo di poco il volume e mi metto a canticchiarla.. il cielo pian piano si sta schiarendo, mi accendo una sigaretta non staccando gli occhi dalla strada, ovviamente questo e un mio piccolo segreto, fumo da quando ho 17 anni, solo ogni tanto, mi aiuta a rilassarmi.

Dopo un ora e mezza di viaggio finalmente raggiungo il campus, assaporo gli ultimi momenti di calma prima di affrontare un altro anno intenso di studio e di notti insonni, tiro un lungo sospiro e scendo dalla macchina recuperando le mie valigie e mi dirigo all'ingresso dell'edificio.

La mia stanza è esattamente come l'ho lasciata, e spoglia, sulle mensole ci sono solo alcuni dei miei libri, e anonima proprio come me, poso la valigia sul letto e inizio a sistemare i miei vestiti nell'armadio.

-Oh eccola qui mister nessuno- Una voce squillante mi riporta alla realtà.

-Ciao Maya, è un piacere rivederti anche quest'anno.- La mia ironia la potrebbe cogliere anche un idiota.

Maya Scott , alta, bionda,  capo cheerleader della squadra di football della scuola per ben tre anni consecutivi, dannatamente odiosa, non che la mia compagna di stanza.  

-Senti Young, facciamo come tutti gli altri anni, non mettermi i bastoni fra le ruote e tutto andrà bene.-

-I bastoni tra le ruote?-

-si cretina, se ti becco che spifferi in giro che la sera faccio entrare i miei amici qui dopo il copri fuoco, ti renderò l'anno un inferno!-

La guardo e mimo il chiudersi di una cerniera sulle mie labbra, non ci tengo a peggiorare la mia permanenza qui,inoltre non mi cambia il fatto che faccia entrare i suoi "amici" la sera, per fortuna ho il sonno pesante.

-Bene. Vedo che ci siamo capite.- termina il discorso con la sua irritante voce squillante.

Termino di sistemare le mie cose ed esco dirigendomi al caffè del campus, necessito di caffeina, sono qui da poco più di tre ore e già vorrei sbattere la testa contro al muro, bell'inizio direi.

Appena arrivata ordino un cappuccino e mi siedo all'ultimo tavolo scaldandomi le mani con la tazza, osservo fuori dalla finestra, è appena finita l'estate ma sembra che qui sia autunno inoltrato, giro lo sguardo e noto la combricola di Maya, o come li definisco io i belli senza cervello, svio lo sguardo e mi rimetto ad osservare fuori  finche un getto bollente non mi arriva addosso macchiandomi la felpa, mi alzo di scatto.

-Oh scusami tanto stecchino, mi è scivolato!-  alzo lo sguardo e noto che Maya se la sta ridendo alla grande insieme agli altri, il ragazzo che mi ha buttato addosso il caffè mi guarda con aria divertita.

E' Luke il ragazzo di Maya, non che capitano della squadra di football, se in questo momento il mio sguardo potesse uccidere sarebbe già morto.

-Chiedigli scusa coglione.- mi giro di scatto attratta dalla voce ed è li che lo vedo, un ragazzo con una giacca di pelle nera, biondo e con un piercing sul labbro, mi fissa e i suoi occhi sembrano vuoti, bui, cupi, un brivido mi percorre la spina dorsare, non riesco a interrompere il contatto visivo, ma lo fa lui la mio posto girando lo sguardo su quello di Luke.

-A chi hai dato del coglione Scott?- 

-A te.- Dice lui avvicinandosi pericolosamente al moro con la maglia della squadra.

Ormai sono faccia a faccia, un minimo movimento sbagliato e so per certo che partirebbe una rissa, allontano lo sguardo e recupero le mie cose nel tentativo di andarmene al più presto possibile ma il mio tentativo fallisce miseramente perchè Maya mi si para davanti.

-Ora resti qui a guardare che cosa hai fatto.-

-Ma che.. ma non ho fatto nulla, fammi uscire adesso!-

-Niente da fare stecchino.- Dice con un ghigno sulla faccia.

Mi volto e tutto succede in un attimo, Scott tira un pugno sul naso di Luke, e posso giurarvi di aver sentito il suo naso rompersi, un conato di vomito mi sale per la gola e spostando Maya con una spallata esco dal caffè di corsa.

Con la felpa sporca di caffè e il morale sotto ai piedi noto che tra poco inizierà a piovere, bhè che posso dire.. che bell'inizio anno di merda.

Faded L'amore spesso uccideKde žijí příběhy. Začni objevovat