Capitolo 3

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MIAMI 2 OTTOBRE 2019

Ehi mamma,

Come va? Stai bene? Sei andata al cimitero oggi? Io sono stata in chiesa alla funzione e ho passato tutta la giornata a piangere in camera mia. Mi manca papà. Non riesco ancora a credere che se ne sia andato da ormai tre anni. Mi manca cenare tutti insieme con la tua strepitosa pizza fatta in casa o quando, non avendo voglia di cucinare, ordinavamo il sushi del giapponese di fianco casa. Ma adesso basta parlare di tutti questi ricordi, dimmi come stai tu. Avete fatto il pranzo commemorativo anche quest'anno? Siete riusciti a far combaciare gli impegni di tutti e come è andata? Qui, nonostante tutto, procede nella norma. Sono solo un po' in ansia per l'inizio di questo nuovo anno scolastico, ho paura di riniziare dopo l'anno scorso dato che ogni volta che ci penso mi fa ancora terrore come tutto si é interrotto bruscamente . Vorrei tanto che tu fossi qui con me a tranquillizzarmi e a cantarmi la nostra canzone, quella bellissima in italiano che ami tanto. Sai, l'ho sentita giusto prima perché le mie due coinquiline sono italiane e ascoltano solo radio Italia! Presto sarà il primo giorno di università e spero proprio di socializzare e di costruirsi nuove amicizie. Tu hai sentito i genitori di Alessia e Giulia? Io non ho ancora detto niente a loro e ti prego di non dire nulla, devo essere io a dire cosa é successo e come mai me ne sono andata cosí all'improvviso.
Mi manchi tantissimo mamma.
Ci vediamo a Natale.
Tanti baci a te e a tutti gli zii.

La tua figlia estera!!!!!

Odio, odio quel 2 ottobre 2016 quando quel camion ha portato via il mio papà. Ma soprattutto odio me stessa per essere uscita di nascosto quella sera. Se non fossi andata via mio padre non sarebbe dovuto venire a cercarmi e adesso sarebbe ancora qui con me a fantasticare sulla nuova vita che sto iniziando. Mi manca, mi manca parlare con lui e mi manca cucinare con lui. Ma gli ho promesso, quando era in ospedale, che sarei stata forte, che avrei sostenuto la mamma e che avrei continuato la mia vita con la poca forza che mi restava e che avrei pensato a lui non con dolore o rimpianto, ma cercando di pensare con felicità e gioia ai ricordi creati insieme, e mi disse anche che ci avrebbe pensato lui a darmi la forza di continuare. Subito dopo emise l'ultimo respiro. E io voglio mantenere queste promesse, anche se so già che sarà veramente tanto difficile, soprattutto quando arriva il 2 ottobre e tutti i ricordi di quella serata riaffiorano nella mia mente. Avevo deciso di non dire niente a Francesca e Giada, perché non volevo che mi guardassero con pietà e mi trattassero come se non riuscissi a fare più niente come era successo a Handerson per l'intero anno dopo la morte di papà, ma vedendomi piangere per tutto il giorno alla fine si sono insospettite e mi continuavano a chiedere insistentemente il perché di quel pianto incessante cosicché alla fine ho dovuto raccontare tutto, tralasciando però dei particolari che riguardavano il prima e il dopo di quel terribile giorno. Per fortuna però non mi trattarono come pensavo, avevo già immaginato i loro sguardi pieni di compassione e tristezza perché la loro coinquilina aveva perso il padre, e quindi mi meravigliò moltissimo quando invece di provare pena per me come tutti avevano fatto mi abbracciarono e mi imposero di smettere di piangere e per aiutarmi mi fecero preparare per poi portarmi al sushi all you can eat. Siamo tornate a casa verso le 22, distrutte dalla giornata e dalle intense emozioni che avevano caratterizzato quel giorno cosí strano e diverso, e abbiamo deciso di andare a letto subito. Io però non ho la minima intenzione di dormire e quindi mi metto a leggere con le cuffie nel letto. Quasi subito, però, smetto di leggere perché, come in quel periodo capitava spesso, mi ritrovo ad avere troppi pensieri per la testa che non riesco a mettere in ordine a elaborare. Torno a pensare a tutto il periodo che precedette quella notte di 3 anni fa, a tutte quelle persone che mi avevano rovinato la vita. Penso se veramente esiste quel Dio che tanti dicono e a come mai possa avercela con me tanto da togliermi tutto quello a cui tengo di piú.
Mi mancano quei momenti con la mia famiglia, le mie migliori amiche, quelle giornate intense piene di emozioni sempre diverse, che mi avevano fatto crescere tanto, ma mi mancano soprattutto le serate fuori con gli amici. Mi manca la sensazione che provavo quando stavo male e veniva papà a dirmi che andava tutto bene e che lui non se ne sarebbe mai andato, che non mi avrebbe mai lasciata sola, ed invece, quel 2 ottobre 2016 per colpa mia, se n'è andato; non mi perdonerò mai per ciò che è successo. Per tutto il periodo successivo la mamma continuava a dirmi che non era stata colpa mia, che evidentemente doveva succedere cosí, ma no, non è vero, non doveva succedere cosí presto e cosí all'improvviso, non era proprio giusto. E poi mi viene in mente quando al suo funerale non volevo parlare con nessuno, l'unica cosa che volevo era riabbracciare il mio dolce papà. Mi ricordo persino che tutti erano vestiti non di nero come pensavo, ma colori scuri per non mettere ancora piú tristezza ai famigliari, come se un funerale non fosse di per sé una cosa triste. Proprio su quel ricordo cosí triste decido di smetterla o avrei svegliato le mie coinquiline con le mie lacrime e i miei gemiti, e che é meglio dormire, dato che l'indomani sarà un'altra giornata molto intensa. Prendo cosí le coperte e me le porto fino al mento e tra gli ultimi pensieri finalmente riesco a prendere sonno.
Sono le 7:30 di mattina quando decido che è inutile rigirarmi ancora nel letto e quindi penso di andare a fare colazione in quel bar in cui il giorno prima avevo chiesto informazioni. Dopo essermi preparata arrivo in quel piccolo locale che mi aveva salvato la sera precedente e devo dire che è un bar bello accogliente. All'esterno sembra un solito bar, ma all'interno c'é di tutto e di più, facendo sentire a casa chiunque, anche me. Vado quindi al bancone e arriva subito il ragazzo carino a cui avevo chiesto informazioni ed ordino un cappuccino con un cornetto. Dopo 10 minuti mi porta la mia ordinazione e mentre bevo il mio cappuccino e mangio il mio buon cornetto, penso a quanto Miami sia bella, e che, a parere mio, è il posto più bello dell'America in cui veramente mi sento a 'casa'. Qualcosa però mi distrae dai miei pensieri, vedo entrare qualcosa, o meglio, qualcuno dalla porta. Non ci posso credere, è Fabio....

L'anno che mi cambiò la vitaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum