Capitolo 18 ( seconda parte)

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“Dimmi la verità dannazione.” Continuò la ragazza. “Smettila di chiedermelo. Ok?” chiese quasi in modo supplichevole.

“No, ora tu mi spiegherai perché odi così tanto tua sorella.”

“IO NON LA ODIO.” Le urlò di rimando.

“Ah si, allora perché ha fatto quello prima? Non mi bevo la scusa dell’ubriacatura, non sono stupida.” Andrea non mollava, sarebbe arrivata fino in fondo a quella faccenda.

“E’ così simile a lei.”disse Logan. Le sue difese stavano cedendo, un altro piccolo sforzo e avrebbe capito tutto, o almeno così sperava.

“Simile a chi?” chiese, ma il moro non rispondeva.

“Ho detto simile a chi? Sibilò a denti stretti.

“A Sophie.” Si lasciò scivolare contro il muro”nostra madre.”

“Che cosa c’entra tua madre ora?” non riusciva a capire il nesso, certo Clary assomigliava molto a sua madre, stessi occhi , stessi capelli, stessi tratti somatici.

“IO L’ HO UCCISA !” si portò le mani insanguinate ai capelli tirandoli fino a strapparli.”Quella notte, in macchina io l’ ho fatta arrabbiare, lei mi urlava contro.”si portò le gambe al petto , quasi per proteggersi dai ricordi.

”Poi non ha visto quel fottuto cervo, e per non investirlo, siamo finiti contro un albero al lato della strada!” le urlò con le lacrime agli occhi. Quei bellissimi occhi offuscati dall’ alcool e dalle lacrime,quelle lacrime che mai avrebbe pensato di vedere su quel volto.

Andrea gli andò vicino, e gli domandò con più calma, con dolcezza e asciugandogli le lacrime con i pollici.

“Perché dici che stata colpa tua ? E’ stato solo un incidente.” Logan scostò le mani e le inveì contro.

“Un incidente? Un incidente?? Smettetela di dire tutti questa stronzata! Se non le avessi detto che papà la tradiva, lei non si sarebbe arrabbiata!”

“Ma tu non hai fatto niente, è stato tuo padre a tradirla.”

“Lei lo sapeva, nonostante ciò l’ amava troppo per lasciarlo. Si è infuriata con me per difendere mio padre, l’ uomo che non l’amava! Capisci ora ????”

“No.” Rispose sinceramente lei.

“Se non avessi parlato, se non mi fossi interessato a lei, non si sarebbe distratta e sarebbe ancora viva ! “ fece una pausa” Voi donne siete tutte uguali! Tu non sai come mi guardava, lei mi odiava ! Poi non mi mostrava mai affetto, per lei c’erano solo mio padre e Clary, io non esistevo per lei. E una vera madre non odia il proprio figlio, dovrebbe amarlo. ” Disse rabbioso. “Ed è tutta colpa mia ! Io ho desiderato che morisse e lei è  morta. “ balbettò alla fine. Andrea finalmente comprese. Odiava sua madre , e quindi odiava Clary gliela ricordava. E i suoi sensi di colpa peggioravano tutto quel casino “Tua sorella non ha colpe per questo.”

“Mi odia anche lei ! Tutte le persone che mi stanno accanto mi odiano, anche tu mi odi , ne sono certo.”

“Lei non ti odia, lei ti vuole bene, a Clary importa di te. Con dei piccolo gesti ti dimostra il suo affetto. Sei tu che non li vedi.” Cercò di convincerlo della veridicità delle sue parole.

“A quindi è sempre colpa mia , vero , VERO?” urlò di rimando. Rea aveva capito che sotto quella corazza da ragazzo senza cuore, si nascondeva una parte fragile di lui, come la sua d’altronde.

“No, non sto dicendo questo. Poi io non ti odio.” Disse. Ed era vero, Andrea non lo odiava , l’ odio è un sentimento forte, e l’ aveva provato , e lo provavo ancora solo per una persona. Inoltre era certa che nessuno poteva essere peggio di quel mostro.

“Che ne dici se ti disinfetto le ferite e poi ti metti a nanna?” Cercò di parlare in modo giocoso.

“A nanna? Vuoi cantarmi anche la canzoncina della buonanotte per caso ?” sorrise appena, ma per Rea era già una piccola vittoria.

“Se serve …” fecce spallucce “Andiamo in bagno , forza.”

“Sei così ansiosa di farmi da infermiera?” chiese maliziosamente. La ragazza roteò gli occhi.

“Muoviti prima che cambi idea.” Lo fece sedere sul water e gli si inginocchiò accanto.

“E’ una mia impressione , o si sono invertiti i ruoli?” prese la parola Logan , stava cercando di non pensare al bruciore delle ferite. “Io disinfetto meglio di te.”

“No, no mi stai facendo un male cane ragazzina.”

“Te ne potrei fare di più” premette più forte sulla ferita, ma non tanto. “Bambolina …. Sbrigati.” Disse a denti stretti.

“Finito.” E rimise tutte le cose al loro posto.

“Tu resti qui, vero?” chiese in tono quasi sottomesso e docile, non da lui. “Io …” non sapeva cosa dire,se avrebbe rifiutato forse avrebbe avuto un’altra crisi, e non voleva questo.

“Per favore , non farò niente , ma ti prego resta.” O era un bravo attore o era sincero, sperava la seconda ipotesi.

“Ok”

“Grazie.” Si misero ai lati opposti del grande letto, nonostante ciò, a differenza dell’altra volta,il profumo era più forte perché lui era lì, con lei.

Black#Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora