Prologo

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Jonathan's pov.

Come ogni mattina mi affaccio dalla finestra della mia camera da letto, sperando di vederla.

Non so molto di lei, per questo la spio in continuazione.

Non sono abituato a queste cose. Di solito le ragazze fanno a gara per farsi notare dal sottoscritto, ma non lei. Se ne sta sempre con un altra ragazza e con Andrea. Che quest'ultimo sia o no il suo ragazzo è un mistero. Stanno sempre insieme ma non li ho mai visti scambiarsi alcun genere di effusioni. Per quanto riguarda la sua amica invece, conosco solo il suo soprannome, Cat, solo perché la sento nominare spesso da Nicola, il mio migliore amico.

Ma non mi interessa questo adesso. la ragazza che ossessiona la mia mente è un tipo sfuggente. Quando la incrocio per i corridoi della scuola non mi nota, sempre a pensare a dio solo sa cosa. Forse è questo che mi attrae di lei, o forse sono i suoi occhi, oltre al fatto che sia veramente bellissima. A gli occhi più belli che io abbia mai visto. Verdi, come le foglie degli alberi in primavera. Ma sono sempre offuscati da qualcosa che non riesco a decifrare. Preoccupazione? Dolore? Angoscia? Dio quanto vorrei vedere quegli occhi da vicino e capire cos'è che la turba in questo modo.

E' la figlia della cuoca del campus, una chef stellata che mio padre non ha potuto fare a meno di assumere. E si merita tutta la sua fama.

Non so altro di lei, tranne che voglio conoscerla. Devo conoscerla.

Finalmente la vedo passare.

Indossa dei pantaloncini neri, una canotta beige e le sue immancabili cuffie dell'mp3 alle orecchie. E' troppo lontana per riuscire a vederla bene, ma capisco subito che c'è qualcosa che non va. Corre come se stesse scappando da qualcosa. Lo fa spesso. Probabilmente, come me, cerca di scappare dai suoi problemi. Anche io corro dando il massimo quando qualcosa non va, corro per svuotarmi da ogni pensiero, finché anche l'ultimo briciolo di energia lascia il mio corpo.

La osservo correre tutte le mattine, di nascosto, è l'unico modo che ho per cercare di conoscerla. A scuola non è possibile. Non abbiamo nessun corso in comune e quando non c'è lezione sono sempre circondato da persone delle quali non mi frega niente.

Sta per uscire dalla mia visuale, ma so già dove sta andando. Passa quasi tutte le sue giornate nella scuderia, da una cavalla in particolare. Credo sia la sua preferita. Anche questa è una cosa che mi incuriosisce di lei. Sta dietro a quella puledra da quando è arrivata al campus, come se le appartenesse.

La cavalla in questione è una puledra grigia, incrociata con un purosangue spagnolo. E' diffidente, schiva e non permette a nessuno di avvicinarla. Proprio come la ragazza che sto guardando in questo momento.

"Smettila di fare lo stalker" mi dice la mia voce interiore.

"Non riesco a farne a meno".

"Allora scopatela e vedi di fartela passare, non hai tempo per queste sciocchezze".

Annuisco a me stesso. Forse è l'unico modo per togliermela dalla testa.

Si, lo so che può sembrare strano, parlo con me stesso parecchie volte al giorno. D'altra parte sono l'unico che conosco abbastanza intelligente da capirmi. Anche se non sempre mi sono d'aiuto.

Tutto Per Colpa TuaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon