Parte 3: La Casa

30 4 8
                                    

“La mia cameretta la ricordavo più grande” pensai mentre varcai la soglia di essa.
Entrando in questa casa tutti i ricordi tornarono alla mente, e io non potei far altro che farli scorrere come un fiume in piena abbandonandomi ad essi.

Da quando, un anno prima, decisi di andarmene questa casa non era mai stata vandalizzata, o toccata da qualcuno. Era ancora tutto come avevo lasciato io il giorno in cui decisi di andarmene via da qui, il giorno in cui decisi che mi avrebbe fatto bene cambiare aria. Dopo poco che fummo arrivati iniziammo a sistemare e soprattutto spolverare, e dopo qualche ora non ci fu più niente fuori posto, ci buttammo sul vecchio divano distrutti, ma felici.

James mi guardava di nascosto, come se non vedesse che me ne accorgessi. Era un ragazzo molto particolare.

Mi alzai e andai verso il camino, decisa a farlo funzionare. Lui si avvicinò e mi aiutò nell'impresa.
Più lo guardavo e più mi sembrava di conoscerlo da una vita.

James ha sempre vissuto in città; i suoi genitori erano sempre in giro per affari e vendite, vendevano vecchi stereo malandati che dio sa solo come funzionavano.
Quando il Governatore iniziò a fare quelle stupide leggi sul cosa si poteva e cosa non si poteva fare, loro andarono fino da lui per opporsi, per fargli capire che era una cosa abbastanza infantile e immorale.
Da quel giorno James non gli ha più visti; ha aspettato per due settimane a casa da solo prima di capire che non si sarebbero mai più fatti vivi.

Per questo non capisco, è un ragazzo che ha sofferto molto, che ne ha passate molte, eppure crede ancora nell'amore, io non so se riuscirei a farlo.

Luke:«Quel fuoco non si accenderà mai così.» Sobbalzai fuori dai miei pensieri e lo guardai.

Emily:«Perché mai? A me sembra perfetto» guardai il mio ammasso di legnetti sbuffando.

David:«semplice, dovete mettere prima i legni grandi, poi quelli piccoli!» ci guardarono in coppia sorridendo.

James:«Ma voi due girate sempre in coppia?»

L&D:«Da sempre e per sempre!»

Scoppiammo tutti a ridere dopo la loro frase e lasciammo l'incarico di accendere il fuoco a loro. Mentre Olimpia cucinava la cena, io e James eravamo seduti al tavolo, pensando a cosa fare.

James:«Dobbiamo trovare un modo...»

Emily:«Un modo per cosa?»

James:«Abbatterlo. Abbattere il governatore.»

Calò il silenzio. Restammo tutti un attimo allibiti sulla frase appena uscita dalla sua bocca, abbatterlo? E come? Sono anni che RIOT anche più grandi di noi ci provano senza un risultato valido.

James:«Andiamo ragazzi, ci sarà pure un modo! Io sono stanco di non poter cantare quando voglio, di non poter esprireme le mie opinioni! Sono stanco di dovermi nascondere perché rischio di essere rinchiuso solo perché sono il figlio di qualcuno che a loro non andava bene!» Si alzò di scatto uscendo velocemente dalla porta di casa.

Io guardai gli altri un attimo e senza pensarci iniziai a rincorrerlo.

Emily:«James! Aspetta!»

iniziai a correre velocemente cercando di stargli dietro, corremmo fino a quando, nel bosco ormai inoltrato, lui cadde per un dislivello del terreno, e io senza neanche accorgermene mi ritrovai catapultata sopra di lui.

Con il respiro affannoso lo guardai negli occhi, era così bello. Non avevo mai notato le lentiggini sul suo viso e i suoi occhi verde smeraldo. I nostri sguardi si incontrarono, fu un secondo di attesa, e poi senza pensarci mi baciò.

Ci baciammo per quella che parve un eternità, le sue labbra cercavano le mie, le sue mani volevano stringere il mio corpo, e io glielo lasciai fare.
Mi staccai dopo qualche minuto, iniziai a sorridere come una stupida e lo guardai.

Emily:«Ora sei tu che non puoi scappare da noi, che non puoi scappare da me.»

James:«Non ho mai avuto intenzione di scappare da te Emily, non lo farei mai.»

Ci alzammo e mano nella mano tornammo a casa, un po sfiniti dalla corsa. Prima di entrare ci staccammo, era un bene per tutti se quello che era successo lo avessimo tenuto per noi.

La serata passò tranquilla, Luke raccontava storie fantastiche su draghi e lotte, mentre in sottofondo David lo interrompeva dicendo che lui la sapeva meglio, oppure che la storia non faceva così.

Nel momento in cui arrivò l'ora di andare a dormire, tutti presero posto o in una camera, o sul divano. Io mi diressi nella mia stanza, come se fossi stata catapultata un anno nel passato, aprì la porta della stanza e dopo qualche passo mi buttai sul letto pensando alla giornata. Qualcuno bussò alla porta.

Olimpia:«Tesoro, posso entrare?»

Emily:«Certo.»

La porta si aprì e la mia piccola amica mi apparve davanti, con un piccolo broncio sulla faccia. Chiuse la porta alle sue spalle e si sedette accanto a me.

Olimpia:«Posso dormire con te stanotte? Mi sento sola.»

Le diedi un piccolo bacio sulla fronte e le feci spazio tra le lenzuola, lei si accovacciò accanto a me e io la strinsi forte a me.

Olimpia:«Emily, James ha ragione.»

Emily:«mh?»

Olimpia:«Sai che intendo, dobbiamo fare qualcosa se vogliamo ricominciare a vivere.»

Sbuffai al pensiero. Avevano ragione, ma come fare senza un aiuto?

Emily:«lo so tesoro, lo so bene. Ora dormi, ci penseremo domani.»

Si addormentò dopo poco, stretta nelle mie braccia. Io invece non chiusi occhio, sapendo che se avessimo voluto veramente cambiare qualcosa sarebbe dovuta iniziare una guerra.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Oct 15, 2019 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

RIOT Live for MusicWhere stories live. Discover now