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Qualche giorno dopo

Y/n's POV
Avevamo finito i lavori alla World Music Entertainment e oggi ci sarebbe stata quella specie di conferenza stampa per sponsorizzare l'agenzia.

Mentre dietro le quinte ci sistemavano, spio per vedere il grosso anfiteatro e noto che miliardi di persone sono venute.

Hanno fatto davvero un bel lavoro!

« Tra cinque minuti si va in scena» urla la direttrice.
« Ok» rispondiamo.
« Com'è aderente quest'abito, mi sta risucchiando!» dico.
« Ti delinea le forme» risponde Dafne.
« Embè, allora...» dico.
« Bu!» sento urlare da dietro di me.
« Oddio!! Jimin, mi hai fatto venire un infarto!» dico.
« Sono riuscito nel mio intento... Volevo augurarti buona fortuna» dice baciandomi.
« Grazie, mi servirà» dico.
« Noi saremo nella prima fila, quindi ci vedrai benissimo» dice.
« Ora sono meno in ansia» dico.
« Due minuti ed entrate» ci dicono.
« È meglio che vada, ci vediamo dopo» dice e corre via.

« Pronti?» chiedo.
« Andiamo» rispondono.
Mentre saliamo sul palco la platea applaude. Iniziamo a salutare un po' ovunque finché non arriviamo in mezzo al palco e le luci vengono puntate su di noi.
« Salve a tutti e grazie per essere venuti -comincia la direttrice, ormai CEO- siamo riuniti qui per parlarvi dei progetti futuri sia della World Music Entertainment sia dei City People. Ognuno di loro ha preparato un discorso per introdurvi un po' i nostri programmi... Ragazzi, a voi la scena» dice.

Bam è il primo a parlare.
« Ciao, sono Jihyun o come mi faccio chiamare Bam e come tutti sapete faccio parte dei City People... Ehm... Oggi è un giorno abbastanza importante per noi, non so chi è più ansioso -dice scigliendo un po' il ghiaccio- Posso dirvi solo che noi City People non vi deluderemo mai e che chiunque tra voi voglia far parte di questa nuova grande famiglia è ben accetto. Siamo qui per mandare messaggi, non per la fama o quant'altro... Perciò spero ci supporterete» dice infine. Così a mano a mano che facciamo i nostri discorsi, la conferenza va avanti tra domande e risposte.

* Un mese dopo*
Dal giorno della conferenza molte persone sono venute a fare l'audizione, abbiamo rilasciato il nostro primo album che tratta di chi siamo e della nostra esperienza.
Di lì a due settimane avremmo iniziato il nostro tour, con delle tappe in Corea, Cina, Giappone, America e una in Italia. Per nostra fortuna siamo riusciti a farci conoscere in questi anni all'accademia.

« Devi per forza partire?» mi chiede Jimin steso vicino a me sul letto.
« Bhe, dovevo rimanere solo d'estate e ormai il biglietto è fatto... Stai tranquillo, il tempo di un paio di giorni e sarò di nuovo qui» dico.
« Allora vengo anch'io» dice.
« Ma...» dico.
« Ti ricordo che ci siamo presi una pausa fino ad ottobre, quindi posso venire con te tranquillamente... Così potrò vedere dove vivi e dove sei nata» dice.
« E io ti porterò al mare» dico entusiasta.
« Vada per il mare» dice ridacchiando.

* Il giorno della partenza, sull'aereo*
Finalmente si ritorna a casa, no aspetta, togliamo il finalmente.
Sono seduta con Jimin che mi tiene la mano sull'aereo.
Mi giro e lo sorprendo a guardarmi, mi sorride.

« È bellissimo volare» dice guardando dal finestrino.
« Già, il paesaggio dall'alto è una delle cose più belle» dico poggiando la testa sulla sua spalla.
« Soprattutto se sono con te» continuo.
« Per me è lo stesso» dice.
Dopo ore di viaggio arriviamo. Scendiamo dall'aereo e, dopo aver preso le valigie, saliamo su un taxi.

« Adesso ti porto a casa mia» dico.
« Sicuramente sarà bellissima, come te» dice.
« Come siamo sdolcinati oggi...» dico sorridendo. In risposta ridacchia.

Arriviamo nel mio appartamento.
Entriamo e poggio la valigia nell'ingresso.
« La valigia puoi metterla lì, fai come se fossi a casa tua» gli dico.
Poggia la valigia affianco alla mia e comincia a girovagare in giro.
Intanto lo seguo con lo sguardo e vedo che si sofferma a guardare le foto sul mobile.

« Come sei piccola qui!» esclama indicando la foto.
« Già -dico avvicinandomi a lui- avevo tipo tre anni» dico.
« E questi sono i tuoi genitori» dice indicando le due figure vicino a me.
« Esattamente... A proposito, che ne dici se vieni con me a trovarli?» dico e il volto di Jimin si sbianca.
« Cosa c'è? Ti senti male?» dico preoccupata.
« E-e se non li piacessi?» domanda.
« Impossibile, sanno anche il coreano, quindi non ci sono problemi di comunicazione. E poi... Chi non ti adora?» dico abbracciandolo.
« V-va bene... Tutto pur di farti felice» dice.
« Sono stanchissima» dico.
« Anch'io, andiamo a dormire un po'?» domanda.
« Con molto piacere» dico e così ci sdraiamo sul letto uno accanto all'altra.

* Qualche giorno dopo*
« Jimin, sei pronto?» urlo dall'altra parte della casa.
In questi giorni gli ho fatto fare il giro della città, l'ho portato al mare e per poco non mi veniva un infarto vedendolo in costume.

Stasera dobbiamo andare dai miei genitori per cenare, ma io so che l'hanno organizzata per vedere Jimin.
« Un minuto» urla lui, è più di un quarto d'ora in bagno.
« Finito» dice venendomi incontro.
« E quanto ci hai messo? Cosa stavi facendo, ti stavi preparando psicologicamente?» dico ironica.
Lui diventa tutto rosso.
« Stai scherzando!? Sei incorreggibile, stai tranquillo che sei un fascio di nervi» dico.
« Ho l'ansia!» dice.
« Dai andiamo» dico.
Usciamo e prendiamo la macchina.

« Ma quante macchine hai?» mi chiede Jimin vedendomi aprire lo sportello della 500 bianca.
« Due, una qua e una in Corea» dico.
« Mi piace di più l'altra» afferma.
« Bhe, quella è un'auto sportiva! Dai saliamo che se no facciamo tardi» dico e così partiamo.
Arrivati a casa dei miei genitori, loro ci accolgono portandoci verso la sala pranzo.

« Y/n, quanto ci sei mancata» dice mia madre in italiano.
« Tu devi essere Jimin, vero? Piacere, chiamami pure N/m*» dice mia madre.
« Piacere Jimin, N/p» dice mio padre inchinandosi leggermente e Jimin fa lo stesso.
« Non mi avevi detto che tuo padre è coreano» mi sussurra Jimin.
« Sorpresa!» dico ridendo.
« Adesso voi uomini parlate di politica, lavoro e tutte quelle cose lì, mentre io vado ad aiutare mamma» dico dirigendomi in cucina.
La serata continua serenamente tra chiacchere e risate.

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Che discorsi commoventi che ho scritto... Uno. Poi il viaggio in Italia possiamo anche non commentarlo, parla già da sé.
Sara~

❅𝑃𝑟𝑜𝑚𝑖𝑠𝑒❅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora