Capitolo 2

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C'era un tempo in cui Astra dormiva serenamente: quando era bambina. Ma crescendo, conobbe l'oscurità del mondo ed essa entrò nel suo cuore. Astra si svegliò improvvisamente, era tutta sudata e le coperte erano arrotolate al suo corpo come i rovi attorno ad un albero. Nessuno l'aveva sentita. Tutti dormivano profondamente nella casa undici di Hermes dove, per ora, aveva trovato alloggio visto che nessuno sapeva quale era il suo genitore divino. Astra era sicura che il suo sangue non apparteneva a nessuno degli dei dell'Olimpo, almeno di questo ne era certa poiché nella sua mente regnava il "caos". La maggior parte dei ricordi della sua vita prima dell'arrivo al campo erano confusi, sapeva che aveva vissuto per molto tempo da sola in una casa sperduta tra i boschi. Viveva felice, in armonia con la natura e con le sue creature ma un giorno accade qualcosa. Quel giorno perse il controllo di se stessa e aveva distrutto tutto. Lei si sentiva un mostro, un essere fatto di tenebra, avrebbe desiderato morire piuttosto che condurre una vita raminga per paura di far male alle persone a cui teneva. Per questo lei cercava di reprimere i suoi sentimenti, per non affezionarsi a persone che per colpa sua avrebbe perso per sempre. Come tutti gli altri d'altronde. Ma sapeva che se fosse successo un'altra volta sarebbe stata l'ultima. Invidiava gli amici che aveva al campo perché a modo loro, chi più chi meno, avrebbero vissuto felicemente con le persone che amavano. Si alzò pesantemente dal letto ed uscì per respirare l'aria della mattina, quando non è sorto ancora il sole e c'è quell'aria pungente della notte. Andò a passeggiare sulle rive del laghetto. Avvolta nei suoi pensieri non si accorse di Nico che anche lui aveva deciso di starsene seduto in riva al lago forse per calmarsi dopo un incubo. Nico, al contrario di Astra, si accorse di lei. La ragazza aveva i capelli sciolti e un pigiama nero che risaltava i suoi capelli d'argento. Lei improvvisamente si illuminò e cambiò forma. Astra nei suoi pensieri non si accorse di mostrare la sua vera forma, la sua forma divina. Aveva una lunga veste bianca ricamata di stelle e soli con uno spacco dietro la schiena. Quello spacco era lì per un motivo: dalla sua schiena spuntavano delle grandi ali d'argento. Anche se sapeva che non era possibile, Nico pensò che era un angelo, una creatura divina e pura. Se solo anche Astra la pensasse così. Invece lei si odiava, nel suo cuore pensava che fosse un mostro. Accorgendosi di Nico e del suo aspetto, tornò normale e corse via ma Nico prontamente la seguì, raggiungendola. Si era fermata in mezzo ad una radura e il figlio di Ade pensò che fosse una cretina visto che avrebbe potuto nascondersi nel bosco ma pensò vanitosamente che l'avrebbe comunque trovata. Astra era in ginocchio e fissava il terreno. Nico fece per avvicinarsi ma lei urlò:- Non farlo, ti prego, potrei farti del male!- ma Nico non la ascoltò, sapeva fin troppo bene come fosse sentirsi una creatura oscura. Le mise una mano sulla spalla e disse:- Stupida, perché dovrei temerti? Dovrebbe essere il contrario invece.- lei lo guardò.
-Sono un mostro, una creatura maledetta, vattene prima che uccida anche te.- disse lei:- Ti prego.
-Io non penso che tu sia uno mostro, penso che tu sia una stupida, una stupenda stupida. Ed ora guardami.- Lei alzò lo sguardo e Nico vide che delle fredde lacrime di luce scendevano dal volto di lei, perdendo il loro luccichio cadendo sull'erba.
-Beh,- disse lui- torniamo al campo prima di diventare la colazione di quelle arpie puzzolenti ma prima asciugati quelle lucciole. - Astra rise e pensò che fosse stupenda quando lo faceva. Si obbligò a ricomporsi ed ad assumere il suo aspetto scontroso di sempre. Accompagnò la ragazza alla sua casa. La guardò entrare, prima di chiudere la porta la vide sorridere. Sorrise anche lui e tornò alla sua dimora. Astra si obbligò a reprimere i suoi sentimenti. Non poteva permettersi il privilegio di amare. Quell'attimo di felicità fu spezzato dalla malinconia, che si rimpossessò del suo cuore. Si addormentò e i suoi incubi la sommersero, come sempre, solo che il soggetto era cambiato: Nico.

La nuova deaWhere stories live. Discover now