Capitolo 4 (parte 2)

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Astra e Nico si precipitarono fuori. Il cielo, che al campo Mezzosangue era sempre sereno, era coperto da nuvole minacciose. Un dio si stava avvicinando a loro, senza fretta. Astra e Nico si tenevano la mano, nessuno li avrebbe divisi, mai. Il dio si fermò davanti alla ragazza: i suoi occhi color cielo tempestoso la osservavano minuziosamente. Zeus parlò per primo.

-Ebbene, è un piacere conoscerti Astra. Ho visto tua madre, o meglio, il suo spirito…mi ha pregato di lascarti vivere ma vedi…non posso. Saresti un pericolo.

-Non ho mai fatto nulla che possa avervi messo in pericolo. La prego mi lasci andare. Le prometto che non vi darò fastidio, né entrerò nei vostri affari.

-Vedo che ti sei già dimenticata di quella volta. Non ricordi? Hai ucciso migliaia di persone, non avevi controllo di te stessa…hai mostrato la tua vera natura, la tua parte fredda, senza cuore ed oscura. Sei un mostro. Hai ucciso tua madre, per lei eri solo un peso.

-Astra?-disse Nico alla ragazza-Hai fatto veramente quello che ha detto Zeus?

-Si.

-Come hai potuto…no quella non sei tu, tu…

-Nico…-rispose Astra-…posso spiegarvi tutto…

-Cosa?-si intromise Zeus- che sei un mostro?

Alla dea venne in mente la filastrocca di sua madre, e la mormorò a bassa voce:- Il pulito sporco è già e lo sporco si pulirà, troppo bene il male è ed il male ha il bene in sé, vivere e morire fa e morir la vita dà…

-Sei pronta per andare incontro al tuo destino? Sei solo un errore e gli errori non possono vivere.

Astra si voltò pe guardare Nico un ultima volta." Forse è giusto così, è giusto che io muoia...sono un pericolo per tutti e per Nico" pensava la ragazza. Parlò rivolgendosi ad entrambi, parlò con l'amarezza di chi non potrà mai avere una cosa, di chi non potrà mai vedere un suo desiderio esaudirsi:

-Forse è veramente giusto così, non potrò mai essere felice. Non ho potrò mai provare felicità perché forse sono malvagia dentro…- detto ciò si rivolse a Nico:- Amore mio, ti amo e amerò sempre, anche dopo la morte…io ti amerò anche allora.- Zeus non lasciò parlare Nico, sapeva che lui l'amava e le avrebbe fatto cambiare idea, così prese la sua folgore e trafisse Astra dalla schiena. L'arma la trapassò da parte a parte.

-Noooo!- urlò Nico ma era troppo tardi.

 Astrà sollevò il capò, i suoi occhi dorati erano spalancati, fissi verso il cielo. Cadde a in ginocchio ed esausta rivelò la sua vera forma. Prima di cadere a bocconi sull'erba umida macchiata di sangue dorato, Nico la sostenne e la fece sdraiare con il suo capo sulle ginocchia del ragazzo. La dea guardava Nico e una lacrima luminosa scivolò dalla sua guancia ormai pallida e fredda.

-Prima di andarmene voglio farti vedere una cosa…-mormorò lei sputando sangue. Sollevò un braccio e con un dito tocco la fronte del semidio. Improvvisamente una luce bianca li investì e il paesaggio cambiò. Si trovavano su un'Isola: Atlantide.

-Siamo nel passato…-disse Astra-…adesso ti mostrerò cosa accade.

L'Astra del passato si alzò dal letto e guardò l'orologio: le tre in punto. Doveva prepararsi in meno di dieci minuti poiché alle 3 e 15 aveva un appuntamento con Nicolaos. Mentre si vestiva pensava alle settimane addietro e ai bei momenti passati insieme al suo ragazzo. Sua madre non ha potuto fare niente per fermarla e alla fine si convinse anche lei sulla forza del loro amore. Ricordò a quando Nicolaos le dette una collana con inciso e le loro iniziale. Prese il ciondolo di oro a forma di cuore e lo strinse forte nella sua mano. Era pronta. Si precipitò giù dalle scale ma non fece in tempo a scendere dall'ultimo gradino che un rombo di tuoni fermò la sua corsa. Corse fuori ed alzò lo sguardo. Trattene un grido. Gli dei avevano scoperto Atlantide e la sua esistenza. Un uomo dai capelli neri brizzolati di grigio ordinò agli altri dei di attaccare la città e di trovare la ragazza e sua madre. Astra sentì qualcuno prenderle la mano: era Nicloaos. I due si sorrisero.

La nuova deaWhere stories live. Discover now