Le luci appese al gazebo esterno si accesero ad un tratto ed io le fissavo ammaliata, ero sempre stata attratta dalle lucine soprattutto quelle decorative, non per altro il Natale era il mio periodo preferito dell'anno.

A quindici anni riempii la mia camera di lucine gialle, le misi ovunque: sui muri, sulle mensole dove tenevo i miei libri e sulla mensola che avevo sul letto, quella colma di dischi e dvd. Mia madre era sconvolta da quello che avevo fatto la sua preoccupazione era che il muro si annerisse a causa del calore, ma dopo mille preghiere decise di farmele tenere.

Anche con la poca luce del sole lui era lì, lo riconobbi, aveva gli stessi occhiali da sole della sua foto profilo di Whatsapp e quella giacca di jeans azzurra che usava sempre, o almeno credo dato che l'aveva in quasi tutte le foto di instagram, il suo outfit era completato da un paio di jeans scuri e delle sneakers simili alle mie, sorrisi e accelerai il passo fino a trovarmelo a pochi centimetri da me.

-Flavio?- Chiesi conferma io

-Greta?- Rispose lui

Entrambi avemmo la conferma nel momento in cui annuimmo e ci porgemmo la mano a vicenda, ci avvicinammo e ci scoccammo due baci sulle guance in modo affettivo come se ci conoscessimo da sempre

- Bhe siediti, ho preso questo posto per noi due, ho pensato che avresti preferito stare qui all'esterno o almeno a me piace di più - Continuò lui facendomi strada ed indicandomi il tavolo dove poco prima era seduto

- Oh si, certo! Stavo pensando che adoro queste lucine da esterni - Mi affrettai a dire

Sorrise - Fumi? - Chiese prendendo una sigaretta dal pacchetto che aveva uscito dalla tasca che aveva sulla giacca, in alto, sul petto

- No no, grazie, ma se vuoi tu fuma pure, non mi dà fastidio - Risposi sorridendo anche io

Così fece, accese una sigaretta e aspirò avido, per poi soffiare fuori tutto il fumo che aveva preso.

- Perché gli occhiali da sole?- Ripresi

- Bhe lo trovo un modo per essere me stesso -

- Ah pensavo fossi un maniaco sessuale e che non volessi mostrarmi i tuoi occhi, in caso avrei voluto denunciarti - Risi ripensando al suo messaggio

- Ma dai! -

Tolse gli occhiali, forse per accontentarmi o forse per guardarmi meglio, ed io lo fissai intensamente, Era lui.

Non aveva solo lo stesso nome del mio compagno di classe, era proprio lui, in carne ed ossa, quando era alle medie portava i capelli più lunghi e sulla fronte una specie di frangetta, poi a periodi erano biondi, ora invece erano corti, molto corti, e marroni, un marrone così scuro che si avvicinava al nero.

Sorrisi realizzando chi fosse Gazzelle, Flavio Pardini, quel Flavio che tanto mi piaceva quando ero in classe con lui alle medie, quel Flavio che prendeva per il culo tutti, tutti coloro che gli parlavano, ma per me lo faceva con stile, mi piaceva il suo essere strafottente.

- Ma sei tu? Proprio tu? Io lo sapevo! - Sorrisi indicandolo, pronunciai quelle parole quasi in modo stridulo

-Scusami? Non urlare! - Chiese lui portandosi un dito davanti alle labbra

- Flavio Pardini: hai frequentato le medie con me, non ti ricordi della Greta pazza di te? Quella ragazza cicciottella con gli occhiali e i brufoli?- Continuai abbassando la voce rendendomi conto di essere in pubblico

Realizzò anche lui dato che sgranò gli occhi indicandomi

- Tu? Greta? Quella Greta? A volte la pubertà fa miracoli! - Sorrise e pronunciando l'ultima frase mi guardò più intensamente

-Ehi!- Sorrisi io

Allora arrivò un ragazzo, aveva più o meno la nostra età, indossava un pantalone nero ed una camicia bianca, entrambi coperti da un grembiule marrone, era un dipendente del bar. Ordinammo quello che volevamo e continuammo la nostra chiacchierata finché non arrivò il momento di andare via

- Andiamo? Dove vuoi andare Grè?- Chiese lui ridendo

- A pagare? - Chiesi ironica

- Tranquilla, ho già fatto io! Dove vuoi che ti porti?- Chiese ancora una volta alzandosi in piedi e porgendomi la mano

L'afferrai al volo e - Avevo intenzione di girare Roma! Adoro questa città e ammetto che mi era mancata tanto, anzi tantissimo! - Ripeto questa frase da questa mattina quando sono arrivata

- Okay, giuro di non essere un maniaco, vieni con me! Facciamo un giro panoramico di Roma in macchina, nella mia, se non ti dispiace! Poi ci fermiamo da qualche parte a bere se non ti va, oggi è venerdì ed io il venerdì bevo- sorrise ed io accettai, non riuscivo a dire di no a quegli occhi sinceri, uguali ma diversi da quelli che aveva quando era alle medie con me.

Spazio me:

La scuola è cominciata da una settimana e già sono nella merda, nel senso che sono piena di compiti e impegni fino sopra i capelli.

Anche se in ritardo eccovi il capitolo di oggi e buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate

Stella 😊

Una canzone che non so | GazzelleWhere stories live. Discover now