17. Dai sotterranei alla torre Grifondoro.

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CAPITOLO XVII

«Voci di corridoio dicono che tu abbia fatto strage di cuori questo mese ed io non sono più degno di saperlo.» Blaise si introdusse nella stanza di Draco Malfoy senza alcun permesso, infondo sperava ancora di essere il suo migliore amico oppure sarebbe uscito con qualche fattura da lì.

«Non si usa più bussare?» domandò Draco stranamente calmo, seduto sulla sua poltrona con un libro di pozioni tra le mani. La sua calma fece spalancare gli occhi al suo amico tanto che dovette chiedergli se tutto andasse bene. «Certo che tutto va bene, Blaise. Sono appena uscito dalla stanza di una ragazza formidabile.» spiegò richiudendo il libro a cui non stava realmente prestando attenzione.

«Dovresti condividere queste informazioni e non tenertele tutte per te!» ribatté pronto, lasciandosi cadere sul letto del ragazzo. «Anche se io sognavo ancora il diamante che tu tanto custodisci sul dito della Sanguesporco. Vi avrei organizzato io stesso le nozze!» continuò il ragazzo indicando l'anello che Draco custodiva gelosamente nel suo armadio. Era di famiglia, era importante e solo l'idea che una Mezzosangue potesse averlo al dito avrebbe fatto venire i brividi a tutta la sua famiglia, anche ai morti, anche se l'immagine della Granger con il suo anello al dito non fece rabbrividire lui.

«Ad ogni modo, so che non sei qui per costatare l'attività della mia vita sessuale quindi spara Blaise, che intenzioni hai per questa sera?» il tono annoiato di Draco era consuetudine, mai più di questo periodo e Blaise, anche se non voleva ammetterlo ad alta voce, sapeva benissimo perché e quindi si impegnava a tenerlo impegnato il più possibile, cercando di farlo allontanare dai ricordi che spesso sembravano risucchiarlo. 

«Un duello Draco, sono stanco di questa monotonia divisa tra buon sesso e alcol. Voglio un degno sfidante, l'adrenalina nelle vene, l'ansia di poter perdere che si contrappone alla consapevolezza di essere il migliore.» rispose il suo amico stendendosi melodrammaticamente sul letto, con una mano sulla fronte degna del miglior attore. «Il migliore dopo di te, ovviamente.»

«Mi stai chiedendo di essere il tuo avversario? Devi essere davvero annoiato per chiedermi questo.» domandò confuso Draco che portò lo sguardo sul suo amico che scattò in piedi.

«Diamine no, sarebbe una richiesta suicida!» rispose di scatto facendo sorridere il principe delle serpi. Lo sarebbe stato davvero, con la rabbia che reprimeva in corpo il biondo nessuno era riuscito a vincere su di lui quest'anno, ma era anche vero che non sarebbe mai riuscito a colpire il suo migliore amico. «Ora si stanno svolgendo dei duelli, voglio che tu mi faccia da spalla.» continuò il ragazzo e Draco annuì alzandosi dalla poltrona per recuperare il mantello. Senza aggiungere altro i ragazzi uscirono dalla camera e Daphne li guardò con preoccupazione, certa che nessuno dei due sarebbe stato sconfitto ma di sicuro si sarebbero fatti male e lei non riusciva più a gestirli. Ormai la solita frase 'state attenti' era inutile, nessuno dei due avrebbe dichiarato resa nemmeno se pieni di sangue e l'ultimo mese trascorso era diventato troppo frequente anche per i Serpeverde.

In quell'ultimo mese Draco era diventato ingestibile e nessuno capiva perché. Le ragazze con il cuore spezzato per colpa del ragazzo erano numerose e non si era perso una sfida, tornava vincente ma distrutto. Nessuno sapeva cosa fosse successo al ragazzo, Daphne pensava che i ricordi della guerra lo stessero logorando e forse non aveva tanto torto, Blaise difendeva il suo amico spiegando che era solo un hobby, uno sfogo contro la noia dell'anno che stavano vivendo. Nessuno aveva capito che al ragazzo mancava quella ragazza irritante, saccente e maledetta della Granger. Non lo aveva capito nemmeno lui.

Dopo quella mattina in quella classe vuota dove si erano detti addio non si erano più parlati, in sala grande entrambi si davano le spalle, le ronde erano in giorni diversi, le lezioni facevano si che non ci fosse più il modo per incontrarsi, alle partite di quiddich Hermione era assente, la biblioteca non aveva più visto la figura elegante e fredda di Draco Malfoy, muoversi era diventato un qualcosa di calcolato. Si evitavano con ogni tipo di forza ed era stancante, soprattutto dover combattere con la voglia di rivedersi ed affogare uno negli occhi dell'altro.

L'idea che potesse esserci stato qualcosa tra Draco e la Mezzosangue aveva più volte sfiorato Daphne che aveva fatto attenzione all'atteggiamento dei due. Il loro evitarsi aveva fatto parlare la scuola, si odiavano sin dall'inizio questo era vero ma evitarsi mai. Passarsi di fianco senza battute pungenti non era da loro e dopo il periodo di negazione aveva dovuto accettare la realtà: la maledetta serpe che quella sera nominava la rossa mentre stringeva il corpo tremante della Mezzosangue era proprio Draco Malfoy. E l'unica idea che le venne in mente in quel momento fu chiamare proprio la mora per fermare il duello semisuicida di quei due idioti a cui infondo voleva fin troppo bene, tanto da correre dai sotterranei alla torre di Grifondoro.

«I sotterranei sono un paio di piani in giù, se ti sei persa.» le rispose una ragazza della casata ma Daphne non aveva voglia di litigare e afferrò il colletto della camicia della ragazza, spingendola contro il muro. Certo, stava chiedendo aiuto ai grifondoro ma non si poteva far trattare come una stupida da una bambina del primo anno. 

«Chiama la Granger e la Wesley oppure ti trasformo in un mucchio di cenere. Adesso.» la minacciò come meglio le aveva insegnato Malfoy e la ragazza annuì spaventata correndo all'interno del dormitorio. Intanto le due ragazze in questione erano stese sul letto della rossa a parlare dell'indecente relazione che c'era tra il bambino sopravvissuto e la rossa, cosa ormai altamente scontata e superata. 

«Non capisco perché non vi dichiarate l'uno all'altro. Ron ha accettato la vostra relazione in passato, lo farà anche adesso.» disse di nuovo la mora mentre era seduta comodamente su una pila di cuscini ed accarezzava il suo gatto che accettava con piacere le carezze, mentre con una mano libera scartava dei cioccolatini.

«È solo sesso.» ammise la ragazza con un cuscino premuto sul viso e le gambe a penzoloni sul letto. «Meraviglioso sesso, per precisare.» continuò come se stesse ricordando i momenti intimi che trascorreva con Harry. Dopo il piccolo piano messo in atto da Ginny per farlo ingelosire le cose si erano riscaldate di molto, facendo diventare Harry anche abbastanza possessivo. 

«Ew, che schifo.» sussurrò Hermione all'immagine dei sue due migliori amici a letto insieme. «Lo sai meglio di me che non è solo sesso!» commentò lanciandole una pallina di carta dei cioccolatini ormai vuota, colpendola in pieno sulla schiena. 

«Smettila di rimproverarmi, okay? Domani c'è una partita importante contro Serpeverde, non mi stressare.» la riprese la ragazza che fece rabbrividire Hermione al nome della casata che riportò i suoi pensieri a quell'idiota biondo. Quanto tempo che non lo vedeva? Aveva pure perso il conto, forse settimane. Era riuscita ad evitarlo anche con una lezione in comune, questa era vera determinazione. 

«Ginny! Ginny!» urlava la ragazza da fuori la porta della camera ed entrambe si alzarono preoccupate dai loro posti. «Daphne Greengrass è qui fuori, vi vuole entrambe oppure mi ucciderà. Vi prego!» supplicò una ragazza del primo anno con gli occhi terrorizzati. 

«Cosa diamine vuole quella da noi?» domandò Ginny sorpassando la ragazza senza prestarle attenzione mentre Hermione rimase ferma per pochi secondi pensando al peggio, pensando all'unico motivo che avrebbe portato Daphne in quella torre: Draco Malfoy.

Amantes amentes; Dramione. Where stories live. Discover now