Capitolo I

327 4 2
                                    

"Quello che stiamo sostenendo è che la nostra nazione debba occuparsi prima dei suoi figli. Prima di chi è nato in Belgio. Lei darebbe da mangiare ad un orfanello quando suo figlio ha digiunato a cena? Suppongo di no vero? Conviene con me che sarebbe irragionevole vero? Beh è proprio quello che ora fa lo Stato. Si occupa di altri, di altre persone venute qui da chissà dove quando i propri figli patiscono la fame. Noi diciamo prima vengono i nostri. Prima i nostri figli. Perché saranno loro poi un giorno a mandare avanti questo paese esattamente come io e lei stiamo facendo adesso.

Che poi, tutta questa gente che accogliamo, chi è realmente? Lei lo sa? Qualcuno che siede nei bei palazzi di Bruxelles lo sa? Quelli dell'ufficio immigrazione lo sanno? Accogliamo gente su gente. Gente che un giorno, destino non voglia, ci potrebbe pugnalare alle spalle. Gente non appartenente alla nostra cultura, che non si riconosce nei nostri valori e che potrebbe da un momento all'altro compiere chissà quale attentato. Io non voglio che il sangue dei nostri cittadini belgi scorra per le strade. Non voglio che la vita di nessun nostro cittadino possa essere in pericolo".

Il senatore Gallond chiuse così l'intervista con l'Echo Quotidien quando già da qualche minuto il suo assistente personale, Andrè Lumell, non faceva che entrare e uscire dalla stanza con fare nervoso. Era evidente volesse comunicare al suo superiore qualcosa di importante. Non appena il senatore congedò la giornalista, Lumell potè finalmente riferire l'accaduto. Un corpo nei pressi di Chatelet era stato ritrovato e indiscrezioni provenienti da uffici investigativi lasciavano intendere potesse essere collegato ai fatti de la "Bande". Gallond in un misto di agitazione e eccentrica euforia alquanto mascherata chiese immediatamente un'auto per recarsi sul posto.

L'autista personale del senatore, lo stesso e il suo assistente Lumell si recarono sul posto. Durante il viaggio più volte Lumell provò a compiacersi con il senatore.

Lumell- "Finalmente l'hanno trovato. Dobbiamo immediatamente sfruttare l'accaduto. Lei è stato uno dei pochi in commissione criminalità a voler tenere aperto il caso. Questa è anche una sua vittoria e questo genere di cose alle elezioni pagano"

Gallond- "Non esageriamo. Ho solo voluto informarmi sull'accaduto su un fatto che la nostra gente ha ormai dimenticato. La gente dimentica. Dimentica troppo in fretta. E più la cosa è dolorosa più la gente dimentica".

Il viaggio Charleroi Chatelet fu contrassegnato però più da grandi silenzi che non dalla solita eloquenza che contraddistingueva la pungente parlantina del senatore Gallond. Abilità nel parlare che gli aveva permesso di scalare i vertici del Partito Sovranista e di diventarne uno dei leader indiscusso. Ma no, quel viaggio bisognava consumarlo in silenzio. Silenzio e riflessione. Come se si stesse aprendo una ferita ancora troppo dolorosa e tragica e che meritava rispetto.

Per questo gli occhi mesti di Gallond non potevano far altro che guardare attraverso il finestrino le pianure belghe cupe e aggrigite da un giorno di pioggia. L'unica eccezione i suoi occhi la facevano per il suo orologio, un Cromox che portava sempre al polso.

Quando l'auto arrivò sul posto, l'intera campagna si era già riempita di una folla di polizia, giornalisti e curiosi. Oltre le 400 persone rasentavano la zona di 8 metri per 8 con cui la polizia aveva delimitato la buca che era stata scavata e nella quale si trovava il cadavere.

Sceso dall'auto il senatore Gallond cercò subito di interloquire con il commissario Bonnet che dirigeva le operazioni in corso. Questi però non felice all'idea di avere l'intralcio di un politico cercaconsensi venuto solo per mettersi in mostra, lo liquidò celermente concedendo un sottoposto alla sua curiosità.

"Ci abbiamo messo quasi due mesi a scandagliare con il sonar tutta la campagna che vede. Poi finalmente oggi abbiamo rilevato qualcosa. Una piccola placchetta di metallo che l'uomo portava nelle tasche e soprattutto i due proiettili ancora conficcati in corpo"

I fiumi dell'odioUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum