Capitolo 31 - Il ritorno del Patriota -

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Dopo aver detto questo si sedette e aspettò da buon diplomatico la reazione favorevole dell'intera assemblea che votò immediatamente la proposta: si utilizzò per la prima volta in Francia il voto censuale. Il problema più grosso da eliminare restava quello economico: per risolverlo fu adottato il regime liberista del 'laissez faire', ossia la autogestione e regolazione dell'economia senza alcun intervento umano.

Le casse dello Stato restavano ancora vuote, così dopo aver sistemato gli aristocratici, si puntò lo sguardo verso la Chiesa e i suoi immensi beni che per secoli non erano mai stati toccati o tassati, poiché l'autorità del pontefice a Roma era stata molto forte sulla vita politica francese fino ad allora: con l'Illuminismo molti uomini si allontanarono dal Dio cristiano.

Sebbene timorosi per le reazioni del Vaticano, i membri dell'Assemblée decisero di andare fino in fondo, anche a costo di essere circondati da nemici e malvisti dalle altre potenze europee. Così, per prima cosa, vennero abolite le odiose decime e poi, su proposta del vescovo di Autun, Charles Mauriche Talleyrand, di confiscare tutti i beni clericali per poi rivenderli e con il ricavato colmare il deficit finanziario.

Per evitare di perdere i guadagni a causa dei lunghi tempi si decise di sfruttare il valore di questi beni emettendo per la prima volta nella storia europea una cartamoneta, l'assegnato: a differenza delle monete metalliche non basava il suo valore sulla lega con la quale erano prodotte, poichè era semplice carta, ma su quello dei beni.

Quest'esperimento, tuttavia, si rivelò un vero fallimento in quanto emettendo più cartamoneta dei beni disponibili si generò un'inflazione paurosa che avrebbe accompagnato la Francia fino alla fine della sua esperienza rivoluzionaria.

12 luglio

Il cammino verso la rottura con il passato, in particolar modo con la Chiesa, non era ancora concluso infatti l'Assemblèe dopo aver abolito tutti gli ordini monastici, prese una decisione che avrebbe scosso l'intero continente e che avrebbe aperto le ostilità: la Costituzione civile del Clero. La progressiva nazionalizzazione della classe ecclesiastica doveva rendere tutti gli ecclesiastici fedeli alla Rivoluzione, per continuare ad esercitare il loro compito e per poterlo essere, dovevano semplicemente giurare sulla Costituzione civile che li avrebbe resi degli stipendiati dello Stato, al servizio dello Stato.

Le diocesi furono ridotte al minimo, vescovi e parroci sarebbero stati eletti democraticamente dai dipartimenti. Da molti questa mossa fu considerata un oltraggio al potere papale e della Chiesa che veniva da Dio; chi decise di non giurare, e in particolare vescovi, furono denominati refrattari.

Ajaccio, 20 luglio

Altri invece era davvero lieti di questa notizia perché finalmente si stava assistendo al lento crollo del potere temporale della Chiesa, tra questi vi erano i fratelli Buonaparte, anticlericali specialmente Napoleone, non credente. Quest'ultimo approvò in maniera così ardente la Costituzione Civile del Clero, in un libello, da rischiare il linciaggio, insieme al povero Giuseppe, mentre passavano accanto ad una processione religiosa. Si salvarono grazie ad un bandito di nome Trenta Coste che li aveva fatti rifugiare nel suo covo.

- Ebbene zio, qual è questa notizia che vuoi riferirci? - chiese Luciano.

Quel giorno a pranzo c'era anche lo zio Giuseppe Fesch che annunciò a tutti una notizia che li avrebbe soddisfatti. - Be' ecco... - iniziò un po' imbarazzato.

Da quell'atteggiamento Napoleone iniziò a capire a cosa volesse alludere. Non disse nulla né compì alcun gesto che potesse tradirlo.

- Non tenerci sulle spine, zio - lo incoraggiò il capofamiglia al suo fianco con un ampio sorriso.

- Ho giurato fedeltà alla Costituzione civile del Clero - rispose tutto d'un fiato e leggermente rosso in volto.

"Ho fatto centro" si disse Napoleone sogghignando e fissandolo con orgoglio "Sapevo che non mi avrebbe deluso"

L'Uomo Fatale [In revisione]Where stories live. Discover now