Jungkook aveva vissuto l'esperienza del pestaggio e ne aveva fatto tesoro per poter arrivare con molto più imbatto al lettore nel momento di una scena sanguinosa. Aveva appuntato delle piccole frasi, pensieri per la sua prossima storia, Macbeth, in cui parte centrale del discorso era la vendetta, il sangue. Aveva vissuto in Inghilterra molto più di quanto aspettasse, la fase della confusione, della meravigliosa, dell'amore, del pentimento, dell'ammirazione e ora era pronto a lasciarla andare: sarebbe scappato via con Taehyung, proprio come aveva detto. Ma quando vide la reggia, stracolma di persone vestite di tutto punto: i guanti, i cappelli, i bastoni lucidi e neri, le gonne ampie e i corpetti stretti, si disse che quello non apparteneva a lui. Lui non aveva bisogno di fare colpo su nessuno, lui sarebbe stato un poeta anche senza il favore degli aristocratici. Lui era quello che era, e gli bastava. La reggia era illuminata, ai tavoli serviva l'antipasto un uomo paffuto con uno strano cappello bianco, le donne fissavano Taehyung nella sua maestosa eleganza e bellezza. Le curve, la postura, gli occhi affilati lo rendevano perfetto, e Jungkook sentiva la voglia di chiuderlo in una teca di vetro e proteggerlo da tutto il male del mondo. Aveva voglia di prendergli la mano e baciarlo, ma sapeva che un passo falso e tutti gli sarebbero stati addosso.
Molti occhi erano posati su di lui, sul poeta, e non capiva perché: indossava l'abito più costoso della sua vita, e sicuramente metteva in mostra il suo corpo, aveva ancora qualche macchia di inchiostro sulle mani ma la gente non le avrebbe potute vedere; la rosa rossa che Taehyung gli aveva messo all'ultimo minuto rendeva ancora più elegante la scarpa che indossava e illuminata la collana che suo padre gli aveva lasciato. Dietro c'era scritto "You are the source of my joy", era la sua fonte di gioia e accarezzando il gioiello poteva ancora vedere il padre con le braccia aperte mentre lo sollevava. Era un bel ricordo. Taehyung si era avvicinato alla Regina, le aveva baciato la mano, aveva lanciato uno sguardo a Yoongi e aveva preso la Vergine sotto braccio. Jungkook si sentiva solo, e in mezzo ai lupi perciò respirò aria di casa quando i tre musicisti iniziarono a suonare e tutti, con sorriso in volto, invitarono a ballare. Yoongi, Jimin e Hoseok erano bravissimi, la loro danza travolgeva come un fiume in piena, ma le dita di Yoongi sembravano volare su quei tasti.
"Loro sono già famosi, altezza, non può acquistarli" ed era questo che il ballo significava: tutti noi avevamo un prezzo, che loro erano disposti a pagare. Quando una mano si unì alla sua e venne trascinato in una stanza temette il peggio, per poi sorridere quando vide il suo principe.
Senza dire una parola Taehyung portò le mani ai suoi vestiti e cominciò a spogliarsi, gli occhi di Jungkook badarono poco all'ambiente elegante e sinuoso e, se solo si fosse concentrato, si sarebbe accorto di trovarsi nella stanza di Elisabetta.
"Taehyung, che stai facendo?" nudo come Afrodite l'aveva dipinto, il principe si avvicinò e sbottonò i suoi vestiti. Nella sala da ballo Elisabetta sedeva sul trono sorridente e vincitrice, vicino a lei le copie di 'Dottor Faustus' venivano acquistate.
Jungkook lo portò così vicino da sentire il suo cuore battere, e quando guardò i suoi occhi rivide in essi la felicità di tutti gli attimi vissuti.
Sotto di loro, nella sala grande, Jin veniva acquistato e Namjoon lo avrebbe seguito; la musica si fece leggermente più forte.

"Quando Yoongi finirà di suonare, inizierà la rappresentazione di Romeo e Giulietta. Dobbiamo muoverci...convincimi del tuo amore" Jungkook lo baciò con tutte le sue forze, i loro corpi si scontrarono e la frizione creò più elettricità. Jungkook lo spinse sul letto, dove molte volte Elisabetta aveva approfittato di Catherine, e dove ora un corpo stava amando un altro.
Nella sala principale tutti ridevano e brindavano, il valzer stava giungendo alla fine.
Jungkook morse e si prese possesso di quel corpo, gli sussurrò tutti i versi più belli da lui scritti; Taehyung lo guardava e sapeva di aver fatto la scelta giusta. Il nero portò le mani tra i suoi capelli e li tirarono quando Jungkook, entrato in lui, gli provocò un piacere così forte che non riusciva a tenere gli occhi aperti.
"K-kook ti amo" sussurrò "tantissimo". E il valzer si concluse.

"Signori e signore, la prima rappresentazione del Romeo e Giulietta, scritto da William Shakespeare" venne recitato il prologo prima che Jungkook arrivò scombussolato dentro la sala grande. Era tutto perfetto, gli attori stavano facendo un lavoro stupendo, tutti erano incantati dalla storia. Taehyung guardava Jungkook, felice del successo che l'atto I produsse, e si rese conto che era lui l'uomo della sua vita. Iniziava l'atto II quando Taehyung venne chiamato da Catherine e, lasciando un bacio a stampo sulle labbra del caramello, intrufolando una mano nella sua tasca della giacca, si alzò.

"È ora, Taehyung"
"Lo so"
"Non lo devi fare" Catherine si mise a piangere, tutta l'angoscia la stava uccidendo.
"Troverai i soldi necessari per andare via, mamma. Trovati qualcuno che ti ami per quello che sei, bada a Jungkook è solo un piccolo innocuo poeta ed io lo amo così tanto. Rendilo felice e trattalo come il tuo primo vero figlio" Taehyung le baciò la fronte.
"Non devi farlo"
"Non posso diventare re, mamma. Tutto questo è un abito troppo stretto, non voglio essere lei, e me ne sono accorto troppo tardi" la campana della fine del II atto spinsero Taehyung e fare uscire la donna dalla camera e chiudere a chiave. Nella sala principale iniziava la fine del Romeo e Giulietta. Tutti avevano il fiato sospeso, anche lo stesso Jungkook che si guardò intorno per vedere il nero...di lui nessuna traccia.

Giulietta si era sacrificata per il loro amore, tutti in sala erano in lacrime ma quando tutti pensavano che la rappresentazione fosse finita qui, ecco Romeo straziato e piangente. Non aveva più nulla per restare vivo perciò, senza pensarci due volte, si trafisse con l'arma che portava con sé: se solo avesse saputo che la sua amata non era morta, se solo avesse aspettato qualche momento in più avrebbe capito che il parroco l'aveva aiutata. Ma Giuletta, risvegliatasi dal coma dovuto alla pozione, accorgendosi del suo amore morto, si trafisse, cadendo finalmente tra le braccia del suo amato. Fischi e applausi accompagnarono Jungkook sul palco, tutti lo guardavano e lo stavano acquistando. Elisabetta lo guardò e decise che, tra tutte le offerte, la sua sarebbe stata ineguagliabile. William Shakespeare, salvo da tutte le colpe, sarebbe rimasto in Inghilterra fino alla fine dei suoi giorni.
"Sono molto felice che questa mia prima tragedia sia stata di vostro gradimento, è una vita che ci lavoro e sono riuscita a portarla al termine grazie ad una persona, il mio mentore"

Taehyung slacciò la sua camicia.

"colui che ho più amato, come amico ma anche come amante"

Taehyung prese il piccolo pugnale tra le mani.

"Sono certo che lui abbia visto tutto ciò, lui sarà molto fiero di me"

Gli tremarono le mani.

"E mi ha lasciato qualcosa nella tasca che pesa" rise Jungkook coinvolgendo tutti. Prese dalla tasca un biglietto stropicciato mentre i tre musicisti gli si avvicinavano, improvvisamente a conoscenza dei piani.
"C'è scritto che mi ama più della sua vita e che, per me, fa a meno del trono".

E si trafisse come la Giulietta, convinto dell'amore di Romeo, aveva lottato contro i Montecchi e i Capuleti e nonostante tutto avrebbe rifatto tutto da capo. Jungkook sarebbe rimasto al sicuro, Elisabetta glielo aveva promesso e, alla morte di William Shakespeare, che avvenne qualche anno dopo, sulla sua tomba regnerà scritto "Il miglior figlio dell'Inghilterra". Peccato che nessuno avrebbe saputo della sua vera storia, del capitolo più tragico della sua tragedia, il libro più macabro mai scritto. Nessuno avrebbe saputo dell'esistenza di Jeon Jungkook, o di Kim Taehyung, il suo amore perduto. Nessuno avrebbe saputo cosa si celi sotto il nome di William Shakespeare.

                            FINE.

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°Shakespeare• TAEKOOKWhere stories live. Discover now