CAPITOLO 3

686 53 0
                                    

In biblioteca l'odore di libri vecchi riempiva l'aria mentre le particelle di pulviscolo in contro luce danzavano lente. Coleen sonnecchiava su una delle poltrone rosse, recuperando il sonno perduto la notte precedente. Tra le ragazze c'era invece chi leggeva e chi mangiava. Eveline, noncurante delle regole e delle Guardie Grigie all'ingresso, sgranocchiava un biscotto sorseggiando di tanto in tanto del tè. Nethel annoiata sfogliava le pagine di una rivista, mentre Awyn era immersa nella lettura di un vecchio volume. Improvvisamente, rompendo il silenzio, Jaliah e May entrarono nella stanza. I loro volti erano indecifrabili, un misto tra sconforto, rabbia ed eccitazione. Coleen, che nel frattempo si era svegliata, le guardò storte. "Era necessario fare tutto questo baccano?" sbiascicò, ma lo sguardo cupo delle ragazze la fece zittire. "Cos'è successo?" chiese Nethel con una voce che, nonostante dovesse suonare sicura, lasciava trasparire la tensione. Jaliah diede un impercettibile colpetto all'amica, spronandola a parlare. "C'è stato un attacco" disse May tutto d'un fiato. Nella biblioteca regnò per un attimo il silenzio. Sembrava che l'argomento interessasse anche alle Guardie, che sembrarono raddrizzarsi. "Dove?" chiese Eveline sottovoce. "Non mi ricordo il nome, so solo che si tratta di un paesino nella regione di Hylra." Disse Jaliah mentre si accasciava su una delle poltrone. "Hanno bruciato tutto, non è rimasto più niente". La pioggia aveva iniziato a cadere fitta e pesante sulle finestre della biblioteca, oscurando ancora di più la stanza. La luce delle lampade era fioca, e illuminava pigramente solo alcuni dei grandi scaffali di legno. Il silenzio ripiombò pesante. Era da ormai più di due anni che Aedairi subiva attacchi dai figli di Irin. Così si facevano chiamare un gruppo armato di demoni, voto a combattere una guerra contro l'unione delle razze. Puntavano a rimettere al potere le creature della notte, i figli dei Grigori, sottomettendo ogni altra specie. Le poche informazioni che Coleen sapeva su di loro erano che provenivano da tutte le parti dei Sette Regni e che erano letali. Dopo alcuni secondi Coleen si alzò, distogliendo lo sguardo dal vuoto in cui si era perso, lisciò le pieghe del vestito e si diresse verso l'uscita. Le Guardie Grigie la affiancarono, rendendo la sua figura ancora più minuta nella semi ombra. Prima di varcare la porta si girò, e guardando May con occhi stanchi le chiese: "Quando è accaduto?" "Una settimana fa" Rispose quella, e non aggiunse altro mentre la principessa usciva dalla biblioteca. Coleen voleva tornare nella sua stanza. No. Doveva scrivere a sua madre. No, non le avrebbe risposto, non era una priorità. Ma doveva fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Erano morte delle persone. Molte. Le ennesime vittime. Ma perché si stupiva? Nessuno si era mai dato il disturbo di avvisarla. Non era suo compito preoccuparsi. Mentre tutti questi pensieri si affollavano nella sua testa, Coleen decise che avrebbe mangiato, e che dopo sarebbe andata a letto, ignorando il senso di impotenza che le bloccava il petto. Non era suo dovere preoccuparsi della sua gente, non lo era mai stato. Quel ruolo era toccato a suo fratello, che per la gioia del Regno era nato sano, sveglio ma soprattutto maschio. In quanto erede della corona, spettava a lui turbarsi per le sorti del suo popolo. Lei era tenuta al silenzio, e nella sua posizione doveva solo preoccuparsi di compiacere gli ordini di suo padre, diventare una donna perbene e sposare un giorno qualche principe straniero. In questo modo avrebbe adempito al suo dovere. Il vento e la pioggia battevano forte contro le finestre, e un rombo assordante la fece sobbalzare. "Principessa" Una guardia apparve davanti a lei, ma al contrario delle due che l'avevano seguita fuori dalla biblioteca, questa portava un'uniforme bianca e il suo volto era scoperto. "Colonnello" rispose Coleen, senza sorprendersi di non averla sentita arrivare. La donna si mise al suo fianco, mentre continuava a dirigersi verso la cucina. "Ho saputo dell'attentato" la anticipò Coleen. Il volto dell'accompagnatrice si oscurò, ma la sua voce rimase ferma. "Vedo che le voci girano molto in fretta, anche in questa parte del regno" L'istituto si trovava ad est della capitale, in una zona poco abitata. La città più vicina si raggiungeva in 30 minuti a cavallo, e il bosco che circondava la tenuta faceva in modo che la vita all'interno fosse protetta da occhi indiscreti e dalle notizie esterne. Le distrazioni del mondo non dovevano importunare le ragazze dell'Istituto, che venivano allevate lì a partire dall'età di 11 anni, e vi rimanevano fino a quando le loro famiglie non trovavano un posto adatto dove potessero essere utili. "Principessa, il re ha disposto che venga assegnato un altro corpo di guardia all'Istituto, visti i recenti avvenimenti. Ho già avvisato Fraya." disse il colonnello, continuando a seguirla. Coleen la guardò di sbieco, sapeva che c'era sotto dell'altro, d'altronde non c'era affatto bisogno che venisse informata dell'aumento della sua scorta, tanto meno dal colonnello. La donna parve afferrare al volo l'inutilità di giri di parole. "Insieme ai soldati ci sono anche i Thamieli". I Thamieli erano le forze armate demoniache, un gruppo di demoni dai poteri straordinari. Dopo la pace di Arthis, che aveva messo fine alla Guerra delle Razze, le due armate nemiche si erano unite a formare un unico grande esercito. Nonostante questo, l'eterogeneità che intercorreva tra le due armate aveva portato l'esercito nazionale a scindersi in due. Da una parte vi erano gli Uomini Grigi, esseri umani che venivano addestrati nella costruzione e nell'utilizzo delle potenti armi che la tecnologia terrestre era riuscita a costruire. Dall'altra i Thamieli, creature delle tenebre, eredi di un'unione tra una donna mortale e un Grigorio, i quali venivano addestrati a controllare ed utilizzare i loro spaventosi poteri. Poche volte Coleen aveva avuto l'occasione di vederli, solitamente venivano stanziati sui confini, a guardia dei Regni. Era insolito incontrarli nelle città, in realtà era proprio strano vederli. Erano creature riservate e pericolose, erano semi-demoni potenti, scelti per diventare grandi soldati. Coleen non mascherò la sorpresa e la preoccupazione. "La situazione è così grave Emeris?" Il colonnello annuii in silenzio, guardando davanti a sé. "Gli attacchi stanno aumentando, sempre più vicini alla capitale. Stanno diventando ogni giorno più forti e sfrontati Coleen. Meglio prevenire che curare" e le rivolse un mezzo sorriso, che però non le sottrasse la morsa che aveva allo stomaco. "Quando arriveranno?" chiese la principessa "Sono già qui". 

Regalia of ruinationWhere stories live. Discover now