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Sentivo che il mio cervello stava per scoppiare per la gran quantità di informazioni che stavo cercando di elaborare tutte insieme e, per di più, in un solo misero giorno

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Sentivo che il mio cervello stava per scoppiare per la gran quantità di informazioni che stavo cercando di elaborare tutte insieme e, per di più, in un solo misero giorno.

Era da quando mi ero svegliata quel mattino che non facevo altro che leggere noiosissimi libri polverosi in quella maledetta biblioteca del palazzo.

Non potevo più continuare così senza fermarmi neanche per un secondo.

Giuro, che se vedevo anche solo un'altra parola scritta, davo di matto.

«Non distrarti.» disse il principe Aedyon che, con mio grande dispiacere, si era unito a noi e con "noi" intendo la sottoscritta e la principessa Sol.

Lo guardai come se volessi staccargli la testa dal corpo con un solo sguardo fulmineo. Se ne stava seduto comodamente su una poltrona, accanto ad un enorme finestra che illuminava la biblioteca, con un libro in mano dalla copertina verde ghiaia.

I capelli spettinati e ricci, gli ricadevano sulla fronte e, la luce del sole, illuminava i suoi capelli color ebano, creando delle striature blu notte sulle ciocche colpite dai raggi solari. Era assorto nella lettura quindi non potevo non chiedermi come avesse fatto ad accorgersi che mi ero fermata e non stavo più "studiando".

Tirai fuori la lingua e gli feci la linguaccia.

I suoi occhi mi fissarono immediatamente, freddi come il ghiaccio ma allo stesso tempo caldi come il fuoco. Era forse arrabbiato per quel mio gesto infantile?

Scrollai le spalle.

Poco mi importava del suo stato d'animo.

«Non distrarti, Hipnôse.» disse Sol al mio fianco, posando sul tavolo in legno altri libri che aveva trovato nei vari scaffali della biblioteca. «C'è molto lavoro da fare come vedi.»

Lo vedevo eccome.

Avrei voluto essere una non vedente solo per risparmiarmi la fatica e il mal di testa atroce che mi faceva pulsare le tempie.

Sospirai rassegnata. «Devo proprio?»

Sol sorrise, un sorriso divertito. «Credo proprio di si.»

«Uffa, non ce la faccio più...» mi lamentai.

«Una bambina.» disse la voce maschile irritata, proveniente dall'altro lato della stanza.

Evitai in tutti i modi di guardare nella direzione in cui si trovava Aedyon per non dover rovinarmi la giornata più di quanto già lo sia. Non avevo bisogno del suo aiuto se questo era il massimo che poteva offrire.

«Cosa hai imparato fino a questo momento?» chiese cordiale Sol.

Guardai le lunghe pagine del libro scritte in carattere microscopico e dissi: «Per il momento sono ancora alla classifica dettagliata di ogni Dio presente su questa Stella Pianeta.»

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt