St. James Park

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Crowley era sempre stato un grande fan del St. James Park. Normalmente si sedeva su una panchina, lanciava il pane alle anatre come una vecchietta e leggeva il giornale, ascoltando la musica con il proprio Mp3. Erano i rari momenti di calma che si concedeva. Ogni tanto si portava dietro anche il telescopio, che usava per guardare le stelle quando il sole calava e quando la sera non doveva "lavorare".

Quel giorno era uno di quelli liberi, in cui poteva farsi i fatti suoi senza l'ansia di dover arrivare a fine serata pensando di dover fare cose come rapinare delle chiese. Il suo capo aveva una leggera fissa per quel genere di cose, vecchie reliquie da rivendere e dalle quali ottenere poche monete.

Il problema di Crowley era che non gli piaceva un granché essere un ladro, ma ci era abituato. Era stato assoldato da Beelzebub insieme ad Hastur e Ligur da quando non era ancora maggiorenne e aveva problemi di soldi, ma non avendo studiato dopo la fine del liceo non era riuscito a trovare altro che lavori part time che gli permettevano a fatica di convivere con degli sconosciuti in appartamenti semidecadenti. Aveva provato a evitare di tornare a lavorare per Beelzebub ma la cosa si era rivelata impossibile.

In ogni caso, Crowley quella sera non prevedeva nessuna rapina e si era portato dietro il telescopio, da bravo segreto nerd dello spazio. Nessuno sapeva che era interessato all'universo o alle stelle, non lo andava a dire in giro, sembrava una cosa abbastanza da sfigati.

Dato che si stava avvicinando il tramonto presto si sarebbe occupato di allontanarsi, trovare uno spazio aperto e osservare le stelle. Stava giusto pensando di alzarsi in piedi quando vide passargli davanti un uomo biondo che ricordava bene, con l'aria di avere la testa tra le nuvole.

"Aziraphale! - disse, riconoscendolo immediatamente - Il destino ci ha fatti incontrare di nuovo!"

Aziraphale era senza dubbio un tipo particolare. Al sushi era sembrato terribilmente nervoso e agitato, come se stesse commettendo un crimine. Invece era solo fuori a pranzo. Non gli aveva parlato molto di suo marito, alla fine gli aveva solo detto che si chiamava Gabriel, veniva dall'America ed era un uomo d'affari.

Poi aveva cambiato argomento alla velocità della luce e aveva iniziato a parlare del suo amore per la cucina giapponese e per i libri. Gli si erano illuminati gli occhi nel parlare delle cose che amava. Crowley non era né un appassionato di cucina né un grandissimo amante dei libri (ne aveva qualcuno ma non andava a dire in giro di essere un grande lettore. Primo, era da sfigati. Secondo, in realtà leggeva soprattutto libri di botanica o di astronomia) ma lo aveva ascoltato con piacere. La passione che aveva nella voce lo faceva interessare all'argomento e lo spingeva ad ascoltare.

Probabilmente era per quello che gli era piaciuto tanto parlare con lui e sperava, onestamente, di essere risultato interessante anche solo la metà di Aziraphale. Ovviamente non gli aveva detto del proprio "lavoro", ma aveva potuto parlargli di tante altre cose, del suo serpente tenuto in una teca nel suo appartamento, del libro di astronomia appena comprato (alla fine sì, aveva parlato di astronomia e confessato la propria colpa, ma insomma, aveva già comprato il libro da lui, era OVVIO che fosse interessato alle stelle).

Era rimasto abbastanza deluso dal rendersi conto di non avergli neanche chiesto il numero di telefono.

"Ah, oh, Crowley!" aveva detto Aziraphale, vedendolo e cadendo dalle nuvole "Stavo... non credevo che fossi qui."

"Neanche io! Non credevo che tu fossi qui, nel senso, non ti ho mai visto..."

"Neanche io..."

"Aspetta, indossi una tuta?"

E in effetti Aziraphale indossava proprio dei pantaloni della tuta azzurri e una felpa bianca, con tanto di comode scarpe da ginnastica.

"Uhm, sì, in realtà sono venuto qui a correre..."

Sin [Good Omens] [Human AU]Where stories live. Discover now