☆CAPITOLO 11

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STEVE P.O.V.

Cosa cazzo ho appena fatto! L'unica ragazza capace di farmi battere il cuore mi ha baciato e io sono rimasto lì come un merluzzo congelato!? Vorrei prendermi a ceffoni sul posto, ma sembrerei ancora più scemo di adesso, visto che sono bloccato in mezzo alla pista, con la bocca semiaperta e gli occhi da chi a visto un fantasma.
Mi avvio verso la direzione in cui ho visto andare Tasha e la cerco tra la folla di invitati, dannazione Tony perché devi sempre invitare così tanta gente.
Alla fine riesco ad arrivare alla terrazza, ma non riesco a trovare Natasha, così sconsolato ritorno dentro e mi dirigo verso il bancone degli alcolici.
Mi siedo e inizio a bere, a volte odio il fatto di essere un super soldato, insomma non posso rifugiarmi nell'alcool come le persone normali, o almeno posso provarci, ma sarà sempre come bere un bicchiere d'acqua. Arriva Thor in mio soccorso.

Thor: Cosa ci fai qui con quell'espressione Sir Rogers, insomma Sir Stark ha dato una festa in suo onore, dovrebbe esserne onorato. Su Asgard le feste si danno solo per gli eroi più valorosi!

A quelle parole cerco di sfoggiare il mio miglior sorriso, in modo che la Barbie Divina, "affettuosamente" chiamato così da Tony, vada ad importunare qualcun'altro, ho solo voglia di stare da solo in questo momento, ma ovviamente i miei desideri non vengono ascoltati.

Sharon: Come mai il grande Capitan America è qui tutto solo, con una bottiglia di birra in mano, non pensavo fossi un uomo che si desse all'alcool.

Adesso vi confesso che ho dovuto usare tutta la mia pazienza e tutta la mia educazione per non mandarla a quel paese. Sharon Carter, nipote della mia fiamma degli anni quaranta, e solo per questo pensava che io debba cadere ai suoi piedi, ah odiosa ragazzina, se sua nonna la vedesse si vergognerebbe. Inoltre confesso che mi sta leggermente antipatica per il modo in cui mi trattava prima che venissi a sapere che era un'agente dello S.H.I.E.L.D.

Steve: Eh già, ma a volte anche i migliori hanno bisogno di stare un po' da soli.

Sharon: Dai Stevee (SI LEGGE STIVI) di certo la compagnia di una ragazza bella quanto me non ti darà di certo fastidio, poi magari un mio bacio ti tirerà un po' su di morale.

Non faccio in tempo a realizzare cosa quella sgualdrina avesse detto che mi ritrovo le sue labbra stampate sulle mie, sento la sua lingua accarezzarmi la mia bocca... credetemi mi è salito un conato di vomito. Mi stacco da lei il più velocemente possibile.

Steve: Scusa le parole, ma sei rincoglionita?! Tu vai in giro a baciare tutti quelli che passano.

Detto questo mi allontano di qualche passo da lei e vedo Natasha che mi guarda, in uno stato di trans, poi come se qualcuno le avesse tirato uno schiaffo si riprende e comincia a camminare verso di me. Devono essere state le luci, ma ho visto una lacrima solcargli il viso.

Natasha: Steve dobbiamo andarcene subito, non siamo più al sicuro qui.

Steve: Perché? Che cosa è successo? Chi c'è? Ti hanno fatto del male?

Natasha: Te, anzi ve lo spiegherò dopo, adesso dobbiamo partire avverti gli altri, io vado a preparare il jet.

Nel frattempo avevamo raggiunto l'ascensore e lei aveva premuto per l'attico.

Steve: Nat, per la cos-

Natasha: Piaciuto il bacio della Carter?

Queste luci devono essere davvero molto strane, ho visto un altra lacrima scendere sulla sua guancia.

La famiglia Rogers Donde viven las historias. Descúbrelo ahora