Quel giorno Levi aveva fatto troppe cose stupide,piene di pericolo.
Aveva dedicato quella poesia ad Eren,e poi,come se la poesia non fosse già abbastanza,gli aveva proposto di suonare con lui.
Il corvino era pazzo di lui.
Lo guardava,guardava i suoi gesti,i suoi sorrisi,le sue risate.
Li guardava perché sperava che un giorno sarebbero stati dedicati a lui.

Ma il corvino sapeva anche un'altra cosa,quei sorrisi erano falsi.
Dietro quelle risate c'era dolore,sofferenza.
E lui non capiva il perché,non capiva perché fingeva di essere felice,di stare bene.
E poi c'era la preoccupazione che gli colpiva tutte le cellule del suo corpo.
Eren stava male,si vedeva da lontano.
Ogni giorno sembrava sempre più spento,dolorante.
Pensava fosse dato dalla sua sonnolenza,infondo lui era un ragazzo molto pigro.
Ma da quanto aveva visto oggi,aveva capito che non era semplice sonnolenza,né tantomeno una febbre passeggera,o che quella fuoriuscita di sangue fosse una cosa comune.
Lo sapeva,ma non voleva crederci.
Non voleva che il suo unico amore stesse male,avrebbe preferito che fosse il contrario.

Eren,invece,era tremendamente in ansia.
Ma anche felice.
Il professore,nonché suo primo amore,lo aveva invitato a suonare con lui e dopo gli aveva persino accarezzato la gamba.
Era felicissimo,ma...
Aveva paura che,come aveva detto Levi,lui si fosse gravemente malato.
Si sarebbe molto probabilmente andato a visitare.

Ormai si era fatta tarda notte,Eren aveva finito di scrivere sul suo diario,mentre Levi era appena uscito dalla doccia.
Entrambi andarono a dormire,cadendo poco dopo tra le braccia di morfeo,con il pensiero dell'altro.

<~~~~~~>
La mattina seguente i due si alzarono con un pensiero fisso.

Dovevano suonare insieme anche quel pomeriggio.

Volevano conoscersi meglio,e forse anche provarci con l'altro.
Erano stanchi di aspettare,volevano abbracciarsi,baciarsi,toccarsi il più possibile.
Volevano sentire il calore dell'altro,sussurrarsi tra un bacio e l'altro 'Ti amo', e fare una notte di passioni,di amori.

I due si bramavano,si volevano sempre di più.
Ormai il castano era diventato maggiorenne,quindi i due potevano stare insieme.
Le persone l'avrebbero vista male la loro relazione,molto probabilmente l'avrebbero disprezzata.
Avrebbero fatto il possibile per separare quelle due anime,considerato da loro un'amore innaturale.
Ma le due anime erano già unite da tanto tempo, dovevano solo aspettare e fare la prima mossa.
Il corvino avrebbe continuato a dedicargli poesie,mentre il castano a suonare delle canzoni per lui.
Non potevano stare altro tempo lontani,quindi decisero di provarci.
A loro non era chiaro il loro evidente amore,ma dentro sapevano che erano innamorati da anni l'un l'altro.
Il loro amore c'era,e doveva essere piano piano coltivato,fino a far nascere dei bellissimi frutti.

Quel giorno andarono a scuola impazienti di ritrovarsi.
Il professore e lo studente si sarebbero visti alla terza e quarta ora.
Per loro era troppo lontana,quelle ore passarono lentamente.
Troppo lentamente.
Ma finalmente il loro momento arrivó.

Levi entrò superbo nella classe,quel giorno,oltre a spiegare,avrebbe anche interrogato.
E chi se non il suo amato studente?
Eren sapeva della sua eventuale interrogazione,quindi si era ben preparato.
Ma non sapeva che quella sarebbe stata un'interrogazione differente.

<Jaeger interrogato>
Lo richiamó il professore.

Proprio mentre si stava alzando per raggiungere la cattedra,il corvino aggiunse:
<Jaeger questa sarà un'interrogazione diversa. Oggi farai tu il professore, spiegherai una nuova poesia alla classe,dell'autore che stiamo studiando,cioé Shakespeare.Sceglila tu,una qualunque e spiegala. Recitela e fattela sentire tua,e se vuoi dedicala ad uno di noi.>
Spiegó Levi.

Lo Jaeger era preoccupato. Che razza di interrogazione era quella?
Ma aveva ben presto apprezzato quella situazione,aveva la via libera per provarci con il trentenne.
Sfoglió diverse poesie,nessuna gli sembrava interessante,fin quando l'occhio gli cadde su una poesia a suo parere perfetta:
'Il sonetto 116 '

Si alzó finalemente dal suo posto,e andó alla cattedra,incominciando a recitarla.
<Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;Amore non é Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore é un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto,benché nota la distanza.
Amore non é soggetto al Tempo,pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo é errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto,e nessuno ha mai amato>
Il corvino rimase stupito da quella scelta. Il sonetto 116 é una delle poesie più celebri di quell'autore.

<Bene,Jaeger. Adesso la spieghi alla classe>
Il castano si doveva ancora riprendere da quel teatrino.
Sperava che il messaggio fosse arrivato al suo amato.
Ma allo stesso tempo sperava che non l'avesse capito,impaurito da un probabile rifiuto.

<Il sonetto é uno dei più famosi insieme al sonetto 30 e 108. Il tema principale del sonetto,é l'amore romantico,ossia l'amore ideale e vero.
Sebbene l'uomo non sia in grado di comprendere fino in fondo il significato e il valore dell'amore,può comunque capire quanto questo sia forte e duraturo. E da quanto avevo letto,il sonetto é probabilmente dedicato a un uomo.>
Detto ciò Eren passò il suo sguardo dalla classe a quello del professore.
Il corvino ed il castano si fissarono per interminabili secondi.
Poi il professore rivolse lo sguardo verso la finestra ed incominciò a parlare.

<Bene Jaeger,complimenti. Vedrai il voto sul registro,e sarà molto positivo. Vada a posto>
Il corvino era arrossito.
Sperava che quella poesia fosse dedicata a lui,e quando l'aveva spiegata sembrava voler dire di essere omosessuale e di essere innamorato di un'uomo.

Il castano andò al suo posto contento. I suo compagni erano rimasti sbalorditi,non solo per la sua spiegazione,ma anche per aver avuto un'ottimo voto da il temuto Ackerman.
Le due ore purtroppo passarono molto velocemente.

Quando Levi uscì dalla classe,gli arrivò un messaggio da due suoi cari amici che ritornavano nella città dopo 2 lunghi mesi.
Quel giorno,quindi,non avrebbe suonato con Eren.
Finita la scuola,Eren si ritrovó di nuovo davanti la sala di musica,e si stupì di non trovarlo sulla panca a suonare.
Decise quindi di ritornare a casa.

Anche quel giorno si sentiva male,ma non voleva sembrare debole agli occhi altrui.
Quindi si dava forza.
Tornato a casa,sua madre lo salutò con un bacio sulla guancia,quel giorno era uscita prima da lavoro.
Mentre il castano si dirigeva verso la camera si sentì male e si accasció a terra.
La madre preoccupata lo soccorse subito e vide se stava male.
Gli toccò la fronta e si stupì di quanto scottasse.

<Eren sei caldissimo! Vai a letto ti preparo un panno bagnato.>
Il castano fece come gli era stato detto,e raggiunse il letto completamente stanco.
Non si sentiva per niente bene,ma sapeva di stare nelle buone mani di sua madre,visto che era un medico.

Quel che però pensavano,e che fosse una semplice febbre,che sarebbe durata poco... Ma si sbagliavano.

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Okay... Le prime preoccupazioni si fanno sentire.
Chi saranno i due amici di Levi?

Sorry for my mistakes e alla prossima:3.

Spero vi stia piacendo.

*Save me from the death//Ereri\\Donde viven las historias. Descúbrelo ahora